Emanuel Colombini (ANIS) a Fixing: Ora il tavolo istituzionale. E poi la spending review
Venerdì 16 Novembre 2012
di Loris Pironi
SAN MARINO – La posizione dell’ANIS prima del voto
era chiara. È necessario dar vita a un tavolo tecnico pubblico-privato che
porti a casa un piano strategico per il futuro e ci sono delle priorità
assolute che richiedono tutto l’impegno e tutta la capacità possibili. Solo
così si può garantire un domani alla Repubblica di San Marino.
A Emanuel
Colombini, Presidente dell’Associazione Industriali, oggi
che i giochi sono fatti chiediamo se si sente soddisfatto dell’esito di questa tornata
elettorale.
“Queste elezioni hanno portato diversi elementi di riflessione. Il primo, che
vedo molto positivamente, è il fatto che in Consiglio Grande e Generale sia
entrata una rappresentanza nuova, nata dalla società civile, con un’importante
componente giovane. Perché se è vero che i movimenti raccolgono il voto di
protesta e di insoddisfazione, oggi hanno l’opportunità di far valere un nuovo
modo di ragionare, che va oltre ai vecchi schemi della politica. D’altra parte,
la coalizione che si è aggiudicata la vittoria dovrebbe lavorare, almeno in
teoria, in un’ottica di continuità. È vero, c’è il Psd in più, ma la squadra è
quella. Così si potrà ricominciare a lavorare quanto prima: servono tempi
brevissimi per poter ripartire con efficacia da dove eravamo rimasti”.
La Finanziaria è la priorità, poi ci sono le riforme rimaste in
sospeso.
“Sì, c’è la legge di bilancio che deve venire approvata quanto prima e nel modo
migliore, e poi c’è la riforma tributaria, che si lega, se vogliamo alla
Finanziaria. In questo stesso ambito si inserisce tutto il filone del Bilancio
dello Stato, l’ingente spesa corrente che grava sul nostro Paese, il tema della
macchina pubblica. Su tutto questo noi abbiamo proposto tutta una serie di
azioni e iniziative, che richiedono un coordinamento e un impegno serio da
parte della politica”.
Si dovrà anche cominciare a parlar seriamente di spending review.
“Sì, forse è il caso di cominciare ad affrontare l’argomento già a partire
proprio da questa Finanziaria. Altrimenti significherebbe che questa crisi di
governo ci ha fatto perdere tanti altri mesi preziosi. Sono sincero: non so se
c’è da parte della nostra classe politica la percezione della reale gravità
della situazione. Sentendo i dibattiti o gli interventi in televisione dei
singoli politici sembrerebbe di sì, ma non ne sono sicuro. E comunque, a
prescindere da tutto, i tempi della politica non possono più essere quelli di
una volta. Sono necessari rapidità ed efficacia”.
ANIS, insieme alle altre categorie economiche e agli ordini
professionali, ha chiesto di aprire un tavolo pubblico-privato. Che risposta
avete ricevuto?
“La disponibilità c’è stata, almeno a parole, adesso vediamo i fatti. La nostra
proposta è semplice: sediamoci attorno a un tavolo e portiamo avanti un lavoro
che sia condiviso e soprattutto concreto. È una questione di metodo, prima di
tutto”.
In che senso?
“A noi piace lavorare con un approccio manageriale, lo facciamo tutti i giorni
nelle nostre aziende. Il tema del project management racchiude in sé una vera
filosofia. Ci sono tanti libri con cui documentarsi, è una materia che si
studia anche all’università, forse è questo l’approccio che è sempre mancato.
Innanzitutto è importante avere dei responsabili che ci mettano la faccia, la
capacità di fare della sintesi, poi in base a questo, la politica deve prendere
le decisioni. Parlando di questione metodologica noi abbiamo fatto una proposta
per una riflessione istituzionale sull’introduzione di una figura di maggior
spicco rispetto alle altre all’interno del Congresso di Stato. Ma anche il
tavolo di lavoro per il progetto strategico che abbiamo proposto, che è già
un’iniziativa complessa e che auspichiamo parta il prima possibile, andrà
organizzato con un progetto ramificato. Servirà indubbiamente individuare una
figura all’interno dell’Esecutivo che faccia da referente per tutto il Governo, dovranno essere
creati sottogruppi composti da persone competenti dei specifici settori di
pertinenza. Noi, categorie economiche, sin dal principio abbiamo dichiarato la
nostra volontà di lavorare insieme”.
Siamo sinceri: di fronte alla vostra richiesta di aprire un tavolo
allargato alla società civile la politica ha risposto sì ma in molti si sono
subito irrigiditi…
“Deve essere chiara una cosa: non vogliamo scavalcare nessuno, l’abbiamo messo
nero su bianco nella premessa del nostro Progetto per San Marino. Noi lavoriamo
con un’impostazione improntata alla condivisione, in maniera apolitica vogliamo
portare un contributo di esperienza e chiediamo di condividere un percorso. A
maggior ragione oggi che ci troviamo guidati da un governissimo, vuoi per
questa nuova unione d’intenti che vede piantate fianco a fianco bandiere così
diverse (Psd e Pdcs, ndr), vuoi per l’ingresso di nuovi movimenti politici in
Consiglio, oggi si dovrebbe ragionare per persone e per programmi, e per la
loro capacità di queste persone di portare avanti i propri programmi.
L’auspicio è che si volti davvero pagina e si superi la logica della persona,
per guardare al bene del Paese”.