Erga omnes inadeguato. La nostra scelta di non firmare è coerente e responsabile

Erga omnes inadeguato. La nostra scelta di non firmare è coerente e responsabile

I rappresentanti dei tre sindacati hanno firmato con Osla le tabelle retributive per il settore industria, ed è stato pomposamente affermato che così anche tutti i dipendenti delle aziende iscritte all’ANIS non saranno più senza il contratto di lavoro.

Per comprendere a fondo la situazione, cosa che finora evidentemente non è stato fatto, occorre fare un passo indietro.
L’ANIS – in assoluto la maggiore delle associazioni di categoria sammarinese – da molto tempo sostiene pubblicamente che il principio dell’erga omnes, sancito da una legge del 1961, è fuori dal tempo e non più adeguato al mutato quadro delle relazioni sociali e sindacali. Già nel recente passato, in occasione dei precedenti rinnovi contrattuali, il sindacato e l’Osla avevano tentato questo colpo basso, che tuttavia era rimasto soltanto a livello di minaccia.
Al di là dell’ormai vecchia questione giuridica se Osla abbia o meno i requisiti per firmare i contratti per il settore industria, quello che deve essere messo in discussione, una volta per tutte, è la validità del principio dell’erga omnes, che oggi rappresenta – la firma di ieri ne è una conferma ulteriore – non uno strumento di equità sociale ma un modo per far prevalere il volere di pochi sulla volontà di molti. E in particolare sulla volontà delle circa 300 aziende aderenti all’ANIS che con i propri oltre 6 mila lavoratori e con un fatturato da 2 miliardi di euro rappresentano l’ossatura dell’economia sammarinese.

Senza dimenticare che Osla ha firmato lo stesso accordo che meno di tre mesi fa aveva definito uno spreco di tempo e risorse per il paese, tanto che aveva espressamente richiesto all’ANIS di non firmarlo, salvo poi cambiare inopinatamente idea all’ultimo momento. Ma se grave è il gesto e gravi sono le motivazioni alla base, le conseguenze di questa firma lo sono ancora di più. E la decisione di non firmare un accordo palesemente insufficiente a tutelare le imprese e fuori da ogni logica per la parte economica in questa fase di gravissima difficoltà per il comparto manifatturiero è stata presa dall’ANIS in assoluta coerenza e con senso di responsabilità verso i propri soci, che sono stati costantemente informati sull’andamento della trattativa contrattuale.

ANIS

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