Far pressioni su Banca Centrale di San Marino non è reato

Far pressioni su Banca Centrale di San Marino non è reato

Gabriele Gatti non è perseguibile penalmente per aver fatto pressioni, quand’era Segretario di Stato alle Finanze, sui vertici di Banca Centrale della Repubblica di San Marino. Cioè il Presidente Biagio Bossone ed il Direttore Luca Papi.
Questi, infatti, hanno dichiarato di non essere stati distorti, da tali pressioni, dal compiere il loro dovere di vigilanza sul sistema bancario e finanziario della Repubblica.

Lo si è appreso da San Marino Oggi.
Il tribunale dei Tavolucci ha
archiviato, lunedì scorso,

l’esposto presentato dal
governo
circa le ‘pressioni
per condizionare l’azione
di vigilanza’ denunciate
da Luca Papi e Biagio
Bossone, vertici della Banca Centrale,
nella loro
lettera di dimissioni, presentata
a febbraio scorso. Secondo il
documentoscandalo,
‘Alfa’ e ‘Beta’
– esponenti del
governo – avrebbero esercitato ‘interferenze
e pressioni su Banca Centrale per
condizionare l’azione di vigilanza, volte a
sospendere ispezioni scomode, concedere
autorizzazioni in assenza dei requisiti,
ammorbidire interventi e sanzioni
‘. Ci volle
poco a collegare le due lettere dell’alfabeto
greco al segretario alle Finanze, allora Gabriele
Gatti, e quello agli Esteri, Antonella
Mularoni.
Se quest’ultima, sentita dal magistrato,
si è detta estranea alla vicenda,
confermando di aver partecipato a un solo
colloquio tra Gatti e i vertici di Bcsm, senza
aver mai aperto bocca, è invece proprio
Gatti a risultare protagonista.
Secondo il
decreto di archiviazione, firmato
dal commissario della
legge Laura Di Bona, e
controfirmato dal procuratore
del fisco Roberto Cesarini,
il comportamento di
Gabriele Gatti, però, non risulta
‘censurabile sul piano
penale’ e cioè non integra
fattispecie di reato. E ancora:
il magistrato precisa che
non le compete entrare nel
merito delle scelte politiche
e di opportunità dell’allora
segretario Gatti nell’interpretare in concreto
il proprio ruolo istituzionale.

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