Fatture false fra Rimini e San Marino, evasione da 1,5 milioni
Indagate 4 persone
Azienda leader nel settore dei software aziendali aveva creato una società sul Titano allo scopo di permettere l’evasione delle imposte dirette
Rimini, 3 ottobre 2012 – La Guardia di Finanza di Rimini ha eseguito una serie di sequestri sul territorio della provincia e nella Repubblica di San Marino al termine di una complessa indagine di polizia tributaria e giudiziaria.
Ai finanzieri sembrava un normale controllo fiscale di routine: azienda leader nel settore dei software aziendali, una sede legale moderna e all’avanguardia, decine di dipendenti, moltissimi clienti e una fitta rete commerciale operante in tutta Italia.
L’attività ispettiva, però, si è subito concentrata su “atipiche” operazioni commerciali con una società con sede legale nella Repubblica del Titano che vantava un rapporto privilegiato con la software house italiana. Analizzando a fondo le transazioni e incrociandole con i dati ricavati dai database a disposizione del Corpo, infatti, i finanzieri hanno notato delle profonde discrepanze. Un caso eclatante è stata la cessione di un pacchetto di clienti dalla società sammarinese all’italiana relativo a soggetti che erano già clienti della riminese.
Questo e altri episodi hanno fatto scattare un accertamento più approfondito, dal quale è risultato che la società con sede a San Marino era costituita pressoché con la stessa compagine societaria dell’azienda italiana (differiva solo sul socio sammarinese che obbligatoriamente doveva essere presente) e che gran parte del suo volume d’affari era formato proprio dalle fatture emesse nei confronti dell’impresa riminese.
Ciò ha convinto gli investigatori a sostenere che l’azienda sammarinese era stata creata all’unico scopo di permettere l’evasione delle imposte dirette (IRES e IRAP) della società nazionale attraverso l’utilizzo di fatture false create ad hoc.
Le operazioni fittizie ricostruite dalla Guardia di Finanza di Rimini dal 2002 al 2009 ammontano complessivamente a circa 1,5 milioni di euro e sono state utilizzate (registrate in contabilità) dalla Casa di produzione di software per abbattere i costi e dichiarare meno base imponibile, creando allo stesso tempo una disponibilità finanziaria all’estero di pari importo e riciclando, attraverso il canale bancario, il profitto della frode fiscale.
Le operazioni di polizia giudiziaria si sono concluse oggi pomeriggio con il sequestro di disponibilità finanziarie, quote e immobili (case e terreni) per oltre un milione di euro, sia sul territorio italiano che nella Repubblica di San Marino.
L’Autorità Giudiziaria della Repubblica del Titano ha eseguito con grande tempestività i provvedimenti disposti dalla magistratura italiana collaborando attivamente allo svolgimento delle indagini.
Gli indagati, ora, dovranno rispondere dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale e al riciclaggio.
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