Filippo Graziosi di Il Resto del Carlino: ‘Riciclaggio Italia-San Marino’ Sette manager rischiano il processo

Filippo Graziosi di Il Resto del Carlino: ‘Riciclaggio Italia-San Marino’ Sette manager rischiano il processo

Il Resto del Carlino

‘Riciclaggio Italia-San Marino’ Sette manager rischiano il processo


 Gestivano i soldi dei vip. Un giro da un miliardo di euro l’anno


 Tanti i clienti gestiti
dal gruppo: industriali,
dirigenti di banca,
immobiliaristi e vip.
Allo stato sono parti
offese nel processo

Filippo Graziosi

 UN MILIARDO di euro. È la cifra
che dall’Italia avrebbe preso la
strada di San Marino per proseguire
verso paradisi fiscali come Panama,
Lussemburgo, Madeira, British
Virgin Island e altre ancora.
Da qui il ritorno in Italia dell’ingente
somma completamente ripulita.
La procura diRoma ha chiuso l’indagine,
condotta dalpmPerla Lori,
su un vasto giro di riciclaggio
internazionale per oltre un miliardo
di euro. Secondo l’accusa, l’organizzazione,
attraverso società
della Smi, San Marino Investimenti,
offriva una serie di servizi
a facoltosi clienti per nascondere
cospicue somme di denaro e recuperarle
dopo averle fatte transitare
in paesi offshore. Gli indagati si
occupavano di ritirare il denaro,
in contanti o in assegni trasferibili,
in Italia risparmiando alla loro
clientela il rischio di poter essere
fermati nel percorso verso SanMarino.
Il gruppo investiva il denaro
in prodotti finanziari schermando
i reali clienti. Infine, l’organizzazione
restituiva il denaro in contanti
mediante assegni oppure trasferendo
i soldi con bonifico bancario
con causale di «finanziamento
soci» in favore di società italiane
riferibili al cliente stesso. I reati
ipotizzati dalla procura di Roma
sono associazione per delinquere
transnazionale finalizzata al riciclaggio,
all’esercizio abusivo di
servizi d’investimento e dell’attività
finanziaria.
Ieri la Guardia di Finanza ha notificato
l’avviso di conclusione indagini
al conte Enrico Maria Pasquini
a cui fa riferimento la Smi, una
delle più vecchie finanziarie del
Titano, posta in liquidazione coatta
dal governo un anno fa. E fino a
pochi mesi fa il conte Pasquini nella
più antica Repubblica del mondo
era un personaggio importante:
ambasciatore in Spagna e presso
l’Ordine di Malta per San Marino.
E anche in Italia il conte può
vantare una parentela eccellente
con la famiglia Agnelli attraverso
la moglie Clara Nasi. Un personaggio
da romanzo che, secondo
il pm Lori, impartiva le direttive
dal palazzo di famiglia
in piazza Winckelmann
a Roma.
GLI ALTRI componenti
dell’organizzazione sono Andrea
Pavoncelli, cognato e braccio
destro del conte, Eugenio
Buonfrate, direttore generale
della Smi, i sammarinesi Roberto
Borbiconi, vice direttore
della Smi, e Jean Paul Giannini,
responsabile del servizio fiduciario,
Davide Bonetti, direttore generale
della Amphora e dirigente
della Smi, e Danilo Ferrante,
presidente del cda di Amphora e
anche lui dirigente della Smi.
Il gruppo avrebbe gestito annualmente
un miliardo consegnato da
circa 1500 clienti italiani a partire
dal 2000. Tra questi clienti, parti
offese in questa vicenda, ci sono
nomi importanti. Il cantante Adelmo
Fornaciari, in arte Zucchero,
gli industriali dei salumi Levoni,
delle cucine Berloni, ex presidenti
di squadre di calcio come Igor
Campedelli (Cesena) e Giuseppe
Gazzoni Frascara (Bologna), dirigenti
del Monte dei Paschi di Siena
e perfino Graziano Rossi, padre
di Valentino.

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