Finanziarie create dai poltici per il riciclaggio. David Oddone, L’Informazione di San Marino

Finanziarie create dai poltici per il riciclaggio. David Oddone, L’Informazione di San Marino

 L’Informazione di San Marino (pubblicato venerdì 15 giugno)

Finanziarie del Titano riciclavano denaro con la benedizione dei politici

 La “casta” preoccupata dalla retroattività.

La notizia già sul tavolo del ministero della giustizia italiano

David Oddone

Altro che Zavoli, commissioni Antimafia o conti in banche italiane. E’ ben altro che dovrebbe preoccupare la classe politica sammarinese, che rischia di venire spazzata via sul canovaccio di “Mani pulite”. Per la gioia dei nuovi movimenti di giovani e di coloro che vedono nell’antipolitica la loro ragione di essere. La parola magica che potrebbe rovinare le notti della “casta” è “retroattività”. 13 lettere che pesano come macigni e sulle quali si giocherà il futuro della classe dirigente della più antica Repubblica del mondo. E se fino ad oggi gli sforzi degli inquirenti si sono in qualche modo concentrati su frodi carosello e su un certo modo di riciclare, oggi tutto questo potrebbe essere “riscritto” e rappresentare solo la punta dell’iceberg. Dopo cassette di sicurezza e aziende fantasma pare che gli inquirenti – non solo sammarinesi – vogliano andare a fondo e vederci chiaro su alcune finanziare operanti e che hanno operato nel passato. Motivo? Molto semplice. E’ emerso come attraverso le maniche larghe di qualche politico sia stato possibile aprire finanziarie, alcune delle quali portavano addirittura in qualche modo le iniziali o i caratteri distintivi del socio occulto, quasi a sfidare eventuali controlli, come a dire: “tanto sono intoccabile”. E senza scomodare l’ingegneria fi- nanziaria e la fantasia che spesso contraddistingue evasori, riciclatori e associazioni per delinquere, queste finanziarie si “limitavano” a prendere qualsiasi tipo di danaro – senza porsi troppe domande sulla sua provenienza – e inviarlo verso paradisi fiscali, per una modica “commissione”. Denaro ripulito in maniera semplice e veloce e tutti contenti. Insomma un gioco da ragazzi. Ed a quanto pare i proventi di questa attività sarebbero finiti – anche – nelle mani di politici del Titano. Qualche “gola profonda” avrebbe già fatto la spia su quello che accadeva – o accade ancora? – a San Marino, facendo pervenire questo tipo di informazioni direttamente a Roma e in particolare negli uffi- ci del ministero alla giustizia. La gente e i consiglieri più giovani sono stufi di un certo modo di fare e di agire e vorrebbero in questa maniera azzerare la “casta”. Stiamo difatti parlando di cifre imponenti, visto che in alcuni casi le “commissioni” erano molto alte, si parla anche di 10 mila euro per ogni milione fatto “sparire” attraverso le fiduciarie biancoazzurre. Se tutto questo trovasse riscontro nelle carte e nei fatti, diventerebbero superflue la varie iniziative “rottama politici” quali Massimo 15 e via dicendo, visto che tutto verrebbe da sé, magari attraverso l’ausilio di qualche novello – e nostrano – Di Pietro. D’altra parte la storia è ciclica e in numerosi casi i cammini italiani e sammarinesi si sono incrociati, anche se sul Titano gli effetti si sentono anni dopo. E i ricorsi storici anche in questo caso sembrano non mancare: Mani pulite porta la data del 1992, e chissà che esattamente vent’anni dopo, nel 2012 appunto, non possa venire il “terremoto” anche sul Monte dove al contrario dell’Italia si è ancora alla “prima Repubblica” ed esistono ancora partiti ormai morti e sepolti – almeno formalmente – nel Belpaese quali Democrazia cristiana o Partito socialista. Dicevamo dunque “retroattività”. Chiaro che questo tipo di reati hanno una prescrizione. Chiaro altresì che fino a qualche tempo fa era fantascienza solo pensare che reati legati all’evasione fiscale o peggio al riciclaggio potessero essere perseguiti sul Monte, visto che non esisteva alcuna possibilità di scambio di informazioni di carattere fiscale fra Titano e Italia. Oggi però, anche alla luce della recente firma con l’Italia, le cose sono molto cambiate. Ma naturalmente più il tutto si tira per le lunghe, più una eventuale retroattività potrebbe scavare meno indietro nel tempo. Ecco dunque spiegato perché nessuno ha intenzione di accelerare su questo punto. Che cosa accadrà dunque nella pratica? Nulla se la “casta” farà come è immaginabile quadrato. Tutto potrebbe finire a tarallucci e vino, magari del nome del “nuovo inizio” fra i rapporti fra San Marino e Italia, in questo clima di “volemose bene”. Come recita una famosa canzone napoletana, “Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, scurdámmoce ‘o ppassato”…

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