Firma Italia – San Marino. Gabriele Gatti (Pdcs) placa il clima di euforia e sbatte i pugni sul tavolo

Firma Italia – San Marino. Gabriele Gatti (Pdcs) placa il clima di euforia e sbatte i pugni sul tavolo

Duro intervento quello compiuto oggi in Consiglio Grande e Generale dal consigliere Pdcs Gabriele Gatti.

“Desidero testimoniare un disagio che la politica non può non avvertire. La crisi nel nostro Paese va ben oltre quella generale. Negli ultimi anni San Marino ha subito, tra scudo fiscale, black list e aggressioni quotidiane, fenomeni che hanno portato il Paese in una situazione drammatica. E con l’euforia certo non se ne esce. Serve un progetto economico, ma non ce l’abbiamo. Non sappiamo dove andare e la miseria si moltiplica. Si parla di tavoli di confronto, ma la gente rischia di prenderci per dei falegnami se non diamo soluzioni alla crisi. L’incertezza è il peggio, ma intanto c’è chi pensa alle elezioni e alla campagna elettorale, mentre nel Paese c’è paura per il futuro. Prima il consigliere Felici parlava di Ue, ma la cosa peggiore è la mancanza di un obiettivo in chi gestisce il Paese.
La trasparenza è un concetto assodato, ma non basta, dobbiamo sapere come fare quadrare i conti dello Stato. Prima che uscisse che il ministro Tremonti aveva chiesto la mia testa, valutavamo settimanalmente la liquidità. Ora sembra quasi che non ci siano problemi. Invece parliamo senza conoscere la situazione del Paese e non è da persone oneste e serie, perché le aziende sono in estrema difficoltà. E’ inutile fare differenze tra lavoratori e imprese, il futuro di San Marino non può essere solo nella Pa, l’economia privata è necessaria.
Sul sistema bancario non sappiamo se vogliamo nazionalizzare o meno, c’è molta confusione. Ma non ho mai visto una situazione così grave, mi sento a disagio. Sulla riforma tributaria ho delle valutazioni molto diverse da chi la difende, ma va comunque inserita in un progetto di sviluppo. Da segretario di Stato ci stavo lavorando, puntando a dare sviluppo all’economia. Dobbiamo sapere che futuro dare al Paese, invece siamo senza un quadro della situazione economica, la politica è in paralisi, con numeri scarsi. Durante la campagna elettorale, che si faccia a novembre, a ottobre o a marzo, voglio vedere chi andrà in giro a chiedere voti in un Paese disastrato che dà gravi responsabilità alla politica. Se siamo convinti che stiamo dando il massimo rispetto questa posizione, ma diciamolo. Se invece si può fare di più occorre un progetto.
Sempre da segretario di Stato misi a punto una relazione sullo sviluppo del sistema bancario. Ora non ci sono più leve per attirare investimenti, dobbiamo trovarne altre. Che sono gli accordi con l’Italia e con altri Paesi. Ma Banca d’Italia dice che non ha intenzione di stringere un accordo con Bcsm, per cui quale può essere il futuro? Una o due banche con interventi dello Stato di fronte alle difficoltà? Non è la strada ottimale: intervenire è giusto se c’è un progetto. Quindi serve un accordo con Bankitalia, e poi con la Svizzera, Malta e Lussemburgo. Ma anche prestiti internazionali.
Non possiamo vivere alla giornata discutendo di coalizioni. Tutto il Paese deve vedere una classe politica che ha un obiettivo. Ora siamo già nel baratro per cui occorre lavorare ed essere politicamente onesti. Serve un quadro della situazione. Invece prima facciamo interventi e poi ce li rimangiamo, come per la crisi immobiliare. Diciamo di non volere intervenire per le crisi delle banche e poi lo facciamo. Se il governo è in grado di governare lo deve dimostrare nei fatti, perché le riforme non servono se le aziende se ne vanno, e le entrate che venivano dalle banche non si compensano con i tagli.
Dopo le mie dimissioni ci sono voluti oltre due anni per la firma, ma ricordiamoci che non arriva nessuno ad aiutarci se non lo chiediamo e se non ce lo meritiamo”.

 

Vedi  resoconto Agenzia Dire  Torre 1

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