“Firmiamo e fermiamo gli abbattimenti degli alberi di Città”

“Firmiamo e fermiamo gli abbattimenti degli alberi di Città”

“Firmiamo e fermiamo gli abbattimenti degli alberi di Città”

Ancora una volta la città di San Marino e i suoi cittadini assistono ad un abbattimento di alberi che hanno caratterizzato la percezione del paesaggio da 100 anni a questa parte.

Come scritto dall’associazione Porta del Paese, il patrimonio della città non può essere relegato nelle mani di poche persone che decidono per tutti. La legge tutela quella che è la capacità dei cittadini di poter incidere nelle decisioni dei politici, questo significa partecipare alla vita politica del Paese. Offrire ascolto e attenzione a questa partecipazione è il compito di chi il Paese lo amministra.

La convinzione che le mura della città siano da mantenersi spoglie dalla vegetazione è un’idea palesata da alcuni tecnici che va approfondita e rivista. La città di San Marino costruita nella pietra ha continuato a vivere la sua storia in epoche con necessità differenti.

Le strade e l’ampliamento della città al di fuori della cinta muraria del ‘500 sono di epoca recente, metà ‘800, e in quell’epoca non era assolutamente necessario disboscare i dintorni della città per difendersi da attacchi di archi, frecce, balestre o bombarde.

La progettazione di nuovi interventi necessari alla vita in Città, deve pertanto considerare profondamente la possibilità di mantenere e tutelare le alberature, che sono state piantate all’inizio del secolo scorso con l’obiettivo di riforestare la città depredata del verde nei momenti di crisi.

Nel caso in particolare dell’abbattimento del cedro e dell’acero, per costruire l’ascensore per i disabili nell’ex condotta di Città, ci chiediamo perché i progetti riservati alla Commissione Monumenti e alla Giunta di Castello non riportino, né nella relazione né nelle tavole del progetto la indicazione degli abbattimenti.

Gli abbattimenti sono specificati solo nella tavola riservata al Comitato Tecnico Scientifico, che decide se e quali essenze arboree si possono abbattere, ma non ha competenza sulle decisioni relative complesso storico monumentale Città, Piagge, Mercatale che è invece tutelato dagli organi della L.147/2005, anche nel suo rapporto fra natura, storia e cultura. Pertanto non è assolutamente comprensibile che, senza un vero e proprio piano degli abbattimenti delle alberature che fanno ormai parte del paesaggio percepito di Città, l’ufficio Progettazione decida di non informare le commissioni competenti, omettendo di scrivere che verranno abbattuti 2 alberi. In un’ottica di condivisione e di sostenibilità, la progettazione di interventi necessari deve, secondo noi, essere pensata tutelando gli alberi e ripiantandoli in loco se non è possibile mantenere quelli attuali; decisa anche con le commissioni che tutelano questo aspetto: la Commissione Monumenti per ciò che riguarda gli aspetti storici e monumentali in senso lato e la Giunta di Castello per ciò che riguarda la fruibilità della città e le sensibilità dei cittadini. Non si può pensare che applicare la norma della piantumazione in altra sede per la compensazione, sia sufficientemente adatta alle alberature della Città, che devono essere presenti in Città.

È fondamentale perciò che gli uffici si confrontino con la cittadinanza, come peraltro è previsto per legge, in modo trasparente e con un linguaggio non tecnico, in modo che, se ci sono i termini per richieste o ricorsi, o semplicemente migliorie da apportare ai progetti, sia facile farlo e nei tempi giusti.

Sappiamo che anche questo abbattimento non si fermerà con una raccolta firme, ma pensiamo che debba essere l’ultima volta che i cittadini si vedono scippare il loro diritto di partecipare alle decisioni sulla loro capitale, e perché no sull’intera Repubblica.

 

Associazione Porta del Paese

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