Franco Cavalli. Roberti: “Contro di me accuse false e infondate. Ho solo finanziato la politica, su come e quando lo dirò ai giudici”

Franco Cavalli. Roberti: “Contro di me accuse false e infondate. Ho solo finanziato la politica, su come e quando lo dirò ai giudici”

San Marino Oggi

Parla uno dei principali indagati nelle inchieste scaturite dal “conto
Mazzini” che hanno visto finire in carcere gli ex segretari di Stato
Claudio Podeschi e Fiorenzo Stolfi

 Roberti: “Contro di me accuse false
e infondate. Ho solo finanziato la politica, su come e quando lo dirò
ai giudici”

“Io quando sono arrivato a San Marino l’ho fatto per
aiutare questo Paese. Merito mio gli incontri con Tremonti”

Franco Cavalli

All’indomani dell’arresto del più
volte segretario di Stato Fiorenzo
Stolfi, e di come, secondo l’accusa,
esistesse un’associazione
criminale che aveva vari interessi,
parla uno dei principali indagati,
presente anche nei precedenti fi-
loni tutti derivanti dal “conto Mazzini”
aperto alla ex Banca Commerciale
Sammarinese: Giuseppe
Roberti.

Il professore racconta di come
oggi sia un uomo provato da queste
accuse che ritiene comunque
false e infondate, ma che intende
lottare per ristabilire la verità dei
fatti. Roberti esordisce rispondendo
in primis al segretario di Stato
Antonella Mularoni. “Ho letto –
spiega – che avrebbe rassicurato
sulla tenuta dell’esecutivo in quanto
non ci sono uomini compromessi
con il passato. Mi fa piacere,
vuol, dire che il segretario alle Finanze
Felici si è dimesso, perché
i soldi da lui avuti, provengono dal
conto della Fondazione…”.

Le sue professore, sono accuse
pesanti, ha le prove di quello
che dice e se ne assume le responsabilità?
“Certo. Io non posso sapere cosa
abbia fatto Felici con quei soldi, se
abbia finanziato il partito o altro,
ma le sue responsabilità non sono
diverse da quelle di tanti altri oggi
sotto indagine giudiziaria”.

Riguardo al suo coinvolgimento
nella “galassia” Fin Project?

“Io non ho mai avuto alcuna partecipazione
in Fin Project e tanto
meno contatti o conoscenza dei
clienti della finanziaria. E non ho
mai visto né mai sentito il signor
Faetanini (Moris Faetanini è stato
arrestato lo stesso giorno di Fiorenzo
Stolfi, in quanto ritenuto suo
prestanome dagli inquirenti e poi
rilasciato venerdì scorso n.d.r.)”.

Allora perché secondo lei,
compare di nuovo anche il suo
nome nell’inchiesta?

“Sono sicuro che ci sia un progetto
dietro, gestito da chi con
una tecnica professionale costruisce
accuse infondate, inesistenti
e campate per aria. Quello delle
prove costruite a tavolino con falsi
testimoni pagati è un metodo che
ha già funzionato in passato”.

A quando si riferisce?
“Nel 1986 l’allora governo delle
sinistre è stato affossato con accuse
fondate su false testimonianze,
un teste è stato pagato e persone
innocenti sono finite in galera. Ed
anche, cosa gravissima, uno ci è
morto”.

Lei è certo di questo?
“Certo di chi ha detto questo cose
con me e di coloro che recentemente
mi hanno raccontato quei
fatti. Ma comunque le assicuro
che questo è un metodo che con
me non funzionerà perché sono
talmente estraneo a questi fatti,
che non sarà difficile dimostrare
la falsità di tutto questo castello
accusatorio. Tolto il finanziamento
politico e cose ad esso collegate,
su di me non ci può essere altro”.

Però quello che le viene contestato
tra le altre cose è proprio
il suo passato e i rapporti che
intratteneva…

“Io non ho problemi a raccontare
la mia vita passata. C’è qualcuno
che pensa che io sia arrivato a
San Marino povero. Chi vuole documentarsi
vada al catasto e alla
Camera di Commercio di Rimini”.

Lei ha già ammesso, anche
poco fa, ma
anche in precedenti
interviste
di aver finanziato
la politica…

“Certo, come ho detto io ho
finanziato la politica. Come, dove
e quando però, lo dirò ai magistrati”.

Ci può dire almeno quali partiti?
“Beh, anche partiti dell’attuale
maggioranza. Io però non ho 81
milioni di euro all’estero. Non ho
neanche 8 milioni e neanche un
milione. Sarei curioso di sapere
quanti politici hanno ritirato licenze,
non per utilizzarle da imprenditori,
ma per rivenderle. Sono certo
che pochi potrebbero dirsi immuni
da questo ‘vizio’ anche se oggi
strillano allo scandalo. Ho raccolto
molte testimonianze al riguardo”.

E della sua nomina ad ambasciatore?
“Mi faccia dire che qui c’è chi si
dovrebbe preoccupare di più delle
nomine che ha fatto perché molti
di quei diplomatici come ad esempio
Phua, ecc.. sono finiti agli arresti.
Io, quando sono arrivato a San
Marino, l’ho fatto per aiutare questo
Paese. Nel 1986 infatti accompagnavo
Alvaro Selva agli incontri
romani perché il governo di San
Marino aveva deliberato, con una
delibera segretata che io ho visto,
l’apertura del casinò e avevano bisogno
dell’ok italiano. E io ho accompagnato
politici di San Marino
a Roma per incontri che favorissero
questa volontà sammarinese.
Facevo una cosa legittima. Se
però avessi saputo quello che poi
hanno fatto e cioè che sono andati
al governo facendo cadere il
governo delle sinistre su dei
falsi, mai e poi mai avrei
collaborato con quei
governi. Coi quali
poi invece ho collaborato.
Quindi,
quando sono
stato nominato
ambasciatore a
disposizione, non
era per quello che
avrei fatto dopo, ma per
quello che avevo già fatto. E
le assicuro che a quei tempi tutti
venivano attorno a me a lodarmi e
a ringraziarmi. Con qualche eccezione,
come il professor Bindi, che
comunque ho sempre rispettato e
anche stimato come politico per
la sua coerenza e come uomo di
grande cultura. E Bindi mi accusava
di aiutare Gatti. E sa perché?”.

Mi dica….
“Perché allora con i governi italiani
era facile dialogare, perché
portavo i politici sammarinesi direttamente
dai ministri a Palazzo
Chigi, non dagli uscieri. E io ho
aiutato il governo di San Marino
anche successivamente e in più
occasioni, fino a organizzare gli
incontri del segretario Mularoni
con l’allora ministro Tremonti”.

Lei?
“Certo. E con altri amici. Io c’ero
nell’organizzazione di questi
incontri e so anche i contenuti di
quegli incontri. E le dirò di più,
sono anche stato utilizzato quando
a San Marino c’erano conflitti
interni ai partiti, ma anche nelle
istituzioni”.

Però lei è ritenuto responsabile
anche di crisi di governo e del
tentativo di far cadere il governo
nella vicenda della fuoriuscita degli Eps dall’esecutivo…
“Guardi, gli Eps sono stati un partito
che ha avuto come sponsor
italiano il compianto ex presidente
Francesco Cossiga. E Cossiga
aveva poi fatto una fondazione a
San Marino dove anch’io ero nel
direttivo. E le posso dire che ritengo
che il non avere rispettato
e ascoltato i consigli dell’ex presidente
Cossiga sia stato un gande
errore per i politici sammarinesi”.

Queste dichiarazioni che sta rilasciando,
ha intenzione di farle
anche davanti ai giudici di San
Marino?

“Sì, io racconterò la mia versione
dei fatti. Io sono un uomo distrutto
sul piano economico e sul piano
umano. Io sono nella impossibilità
di lavorare, sono ammalato
fisicamente e psicologicamente e
con una rabbia in corpo che debbo
comprimere. Ma non hanno
capito una cosa, che le minacce
a me non fanno nessun effetto. A
me hanno portato via tutto, anche
la dignità e l’onore. Mi descrivono
come il più grande delinquente
perché ho fatto quello che tutti
facevano, ho ritirato una licenza.
E pagato con sponsorizzazioni la
politica”.

Quando parla di finanziamento
ai partiti, non le pare che questi
fatti che descrive siano un po’
oltre i limiti?
“Le faccio un po’ di storia. Nella
Dc a un certo punto ci fu uno scontro
tra giovani e vecchi e i giovani
di allora arrivarono al potere. Pier
Marino Menicucci fu poi eletto segretario
con il 93% dei consensi. E
la pace interna tra le varie correnti
l’ho fatta io. Però quando questo
gruppo di giovani arrivò ai vertici,
i flussi di finanziamento alla Dc
dagli sponsor storici, erano finiti. E
mi hanno chiesto aiuto e io li ho
aiutati. In parte inizialmente anche
con denaro mio e di amici italiani
e poi con questa opportunità, che
è stata questa licenza bancaria.
Ho molti documenti al riguardo e
sto scrivendo un libro che sono le
mie memorie, e riguarderanno tutto
quello che è successo attorno a
me dal 1986 ad oggi”.

Perché allora adesso si ritrova
in questa situazione?
“Guardi, contro di me, ne hanno
fatte di tutti i colori. Hanno pagato
investigatori privati e ‘consulenti’
per costruire falsi dossier anche
con accuse talmente infondate e
grossolane, da scandalizzare gli
stessi investigatori, che in alcuni
casi si sono confidati con me
portandomi le prove relativa a tali
falsi ‘amici. E poi politici del passato
e dell’attuale governo hanno
complottato per buttarmi fuori da
Banca Commerciale. E questo
l’hanno fatto perché io stavo trattando
la sostituzione della compagine
societaria, con persone, professionisti,
istituzioni italiane, che
avrebbero fatto di Bcs, la banca
più importante della Repubblica di
San Marino. E forse lo sapevano e
per quello mi hanno buttato fuori”.

Come mai di queste cose ne sta
parlando solo lei al momento?

“Guardi, molto di quello che io
le ho raccontato è a conoscenza
anche di altri, come la stessa questione
del voto estero. Mi stupisco
infatti, che anche di fronte alle richieste
del consigliere Mario Venturini
tutti tacciano. Cosa hanno
più da nascondere? Io considero
l’omertà la linfa della mafia, un’omertà,
quella dei politici sammarinesi,
che a volte rasenta l’autolesionismo.
A meno che, e qui il
dubbio mi sorge spontaneo, non
ci siano cose o fatti che io ignoro
e che obblighino queste persone
al silenzio. Ma per quanto mi
riguarda io le assicuro che non
sono omertoso e che dirò tutta la
verità, come ho già iniziato a fare,
assumendomi di conseguenza le
mie responsabilità, ma non quelle
di altri”.

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