Frontoni, Italia Oggi: nessuno scudo fiscale targato Ue

Frontoni, Italia Oggi: nessuno scudo fiscale targato Ue

Italia Oggi di giovedì 23 aprile 2009

27 Fisco, no scudo targato Ue


di Frontoni Gabriele


——————————————————————————–

Parere sulle leggi nazionali
Fisco, no scudo targato Ue
DI GABRIELE FRONTONI
Nessuno scudo fiscale targato Ue. Il no categorico all’eventualità di un’amnistia europea per i capitali sfuggiti illegalmente all’estero è arrivate direttamente da Maria Assimakopoulou, portavoce del commissario Ue al fisco, Laszlo Kovacs. «Gli scudi fiscali sono questioni che riguardano la tassazione diretta e per questa ragione sono responsabilità dei singoli paesi membri dell’Unione europea che hanno la facoltà di applicare le proprie politiche interne», ha spiegato a ItaliaOggi Assimakopoulou. «Gli stati europei sono liberi di mettere in atto misure come gli scudi fiscali ma solamente a condizione che nessuna delle misure intraprese sia in contrasto con i principi del Trattato Ue sulla libera circolazione dei capitali e sulla non discriminazione cli altri Stati». E proprio questo è il pomo della discordia tra l’Europa l’italia. In una bozza di amnistia fiscale allo studio del governo italiano circolata nei giorni scorsi, infatti, si fa riferimento alla possibilità di legare il rientro dei capitali nel Belpaese alla sottoscrizione di titoli di stato. Imposizione, questa, contraria alle norme comunitarie secondo le quali i governi possono decidere le condizioni fiscali per il rientro ma non il tipo di investimento verso il quale destinare i capitali. «Nel caso in cui un paese membro volesse mettere in campo un sistema di amnistia fiscale non avrebbe alcun obbligo legale di dare informazioni alla Commissione Ue relativamente alle politiche che intende applicare», ha continuato Assimakopoulou. «Nonostante questo, è buona nonna consultare la Commissione, soprattutto nei casi in cui i governi sono a conoscenza del fatto che politiche simili a quelle che stanno predisponendo sono già state portate di fronte alla Corte europea di giustizia». Secondo la portavoce del commissario Kovacs, la consuetudine prevede che i paesi membri consultino in maniera informale la Commissione nel momento in cui hanno predisposto una bozza di proposta per il rientro dei capitali in patria. Termina la prima fase consultiva, la Commissione attenderà la presentazione della proposta finale e la sua concreta applicazione, prima di esprimere un giudizio definitivo sull’effettiva compatibilità della manovra con il diritto comunitario. Al momento il Belpaese è l’unico paese Ue ad aver menzionato la possibilità di ricorrere a uno scudo fiscale per recuperare una fetta dei 600 miliardi di euro italiani parcheiati, secondo fonti bancarie, nei forzieri dei paradisi fiscali di mezzo mondo.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy