Gendarmeria lancia allarme sul virus ‘Cryptolocker’

Gendarmeria lancia allarme sul virus ‘Cryptolocker’

Anche l’Ufficio che si dedica all’attivita’ di polizia postale della Sezione Informativa – Investigativa – Polizia Giudiziaria della Gendarmeria, lancia l’allarme in merito al “trojan” che sta preoccupando gli “abitanti” del mondo della rete.  Il nuovo agguerrito virus che si insinua  tramite mail (anche se di nuovo non ha nulla, essendo in circolazione dal 2013), si chiama “CryptoLocker”. E’ il protagonista invisibile che negli ultimi tempi ha generato una distruttiva ondata di attacchi in rete.

Le segnalazioni sul territorio italiano, come al di fuori della penisola e dell’Europa, sono a centinaia. Per il momento, nessuna segnalazione o riscontro nella nostra piccola Repubblica, almeno ufficialmente. Ma nessun confine o roccaforte potrebbe arrestare un’eventuale conquista dei nostri computer. Ecco perche’ correlato al cavallo di Troia. Ma come agisce? Mediante l’invio di una mail, che un normale utente riceve sulla propria casella di posta elettronica, (alcuni esempi…) un messaggio che fornisce informazioni su presunte spedizioni a favore dell’utente, oppure contenente un link relativo ad un acquisto effettuato online, o anche ad altri servizi internet, della corrispondenza normalmente ricevuta durante occasioni dell’anno (auguri di compleanno), e cosi’ via… Cliccando sul link incluso nella mail, oppure aprendo un allegato (solitamente un documento pdf), viene “iniettata” una variante del noto virus informatico “Cryptoclocker”. E’ come se un serpente invisibile attendesse la nostra mano sul mouse per addentarla.  A questo punto, il pericoloso virus informatico, uscito dal “cavallo di Troia”, e’ capace di danneggiare il computer o di criptare l’intero contenuto del disco fisso o di quelli collegati al momento.

Tutti i dati diventano inutilizzabili!

Questo “delinquente invisibile” mascherato da software oscuro, rientra nella classificazione dei “Ransomware” (termine formato dalle parole inglesi “ransom”, ricatto, e “software”, programma informatico): immediatamente rende illeggibili, se non attraverso una procedura di decriptazione possibile e conosciuta soltanto ai criminali informatici responsabili dell’”infezione”, estorsori questi per la maggiore  russi.

Gli hacker, una volta che hanno contagiato il personal computer, chiedono un riscatto, normalmente di alcune centinaia di euro. Ovviamente, stiamo parlando di “pirati informatici”, soggetti che nel mare dell’informatizzazione hanno un’esperienza nel navigare. Infatti, il pagamento del riscatto viene preteso dallo sfortunato utente utilizzando dei percorsi internet che non sono tracciabili.

E quindi? Come difendersi?

Prima di tutto E’ importantissimo non cedere al ricatto, nel caso che malauguratamente si venga “morsicati dalla serpe”. Già decine e decine di privati nel territorio italiano, cittadini e  aziende che utilizzano la rete internet, anche societa’ pubbliche, sono rimaste vittime di questo virus informatico che sta arrecando danni economici davvero importanti.

I consigli suggeriti da noi,  per contrastare questa nuova minaccia informatica, sono estremamente semplici; spesso pero’, la semplicita’ diventa la “cosa” più difficile da seguire. Avere il software installato nel proprio computer sempre aggiornato e munirsi di un buon antivirus. Un antivirus certificato, “solido”, studiato per questo genere di attacco.

Si consideri, come predetto, che gia’ da ormai due anni questo genere di attacco avviene in lungo e in largo per il mondo. Nei Paesi anglosassoni, ad esempio, migliaia e migliaia di casi sono stati riscontrati solo l’anno scorso.

Ma l’attenzione maggiore, la precauzione più importante da adottare, e’ quella che MAI bisogna aprire mail non attese!! Se avete dubbi, non avete riscontri in merito a quanto pervenuto, riferimenti ulteriori per eseguire accertamenti o avere conferme…lasciate stare. Non cliccate, legatevi la mano alla scrivania o alla poltroncina di casa vostra, a quella  dell’ufficio.

È sempre buona norma, inoltre, eseguire un backup periodicamente, meglio ancora se il vostro sistema sia organizzato e predisposto per farlo automaticamente (farlo ogni 24 ore…durante l’inattivita’ da parte dell’utente…sarebbe chiedere troppo). Eseguire la “copia d’emergenza” dei propri file e averne cosi’ disponibilita’ immediata per un eventuale ripristino totale, potrebbe darvi la soddisfazione di rispondere all’hacker nella “maniera che desiderate”, magari mostrandogli l’immagine del dito medio sollevato. E’ chiaro che, una volta penetrati nei vostri dati, potrebbe subentrare un’interesse diverso da parte del “pirata”, rilevare le vostre password, ottenere informazioni, immagini fotografiche, coordinate bancarie o quelle delle carte di credito. Ma questa, diventerebbe  un’altra storia, un altro genere di cyber-interesse da parte dell’uomo invisibile.

La Sezione della Gendarmeria, dedicata alla materia in questione, resta a disposizione degli utenti per ogni informazione. Si rammentano i numeri di emergenza e di ausilio 112 / 113 / 0549.888888.

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