Germano De Biagi lascia la politica. Davide Graziosi, La Tribuna Sammarinese

Germano De Biagi lascia la politica. Davide Graziosi, La Tribuna Sammarinese

La Tribuna Sammarinese

In Consiglio dal 1978 uno dei protagonisti della politica degli anni del
boom economico, fa un passo indietro

  Germano De Biagi: “E’ il momento
di lasciare”

“Il Paese sta  morendo e la politica  cosa fa? Pensa
alle  coalizioni. Pazzesco.  Serve un governo  d’emergenza” 

Davide Graziosi

Difficoltà del mondo  delle imprese, situazione  politica, nascita  del Partito Socialista  e necessità di un generale  rinnovamento. Germano  De Biagi, storico rappresentante  del movimento  socialista sammarinese  e membro del Consiglio  Grande e Generale  da oltre 30 anni, compie  un’analisi a tutto tondo  sulla delicata fase attraversata  da San Marino,  uscendo dagli schemi  e sviluppando riflessioni  destinate ad aprire un interessante  dibattito politico.  E le sorprese non  mancano.

Consigliere De Biagi, generalmente  Lei non ama  la ribalta mediatica,  preferendo i fatti alle  parole. Per questo parto  ringraziandola vivamente  per aver accettato  il mio invito ad essere  intervistato da La Tribuna  Sammarinese.  Sono io a ringraziarla Direttore.  Vede, io non sono  un professionista della politica.  Faccio l’imprenditore  e tutti i giorni sono sempre  molto impegnato ad occuparmi  delle mie aziende, che oggi purtroppo devono  confrontarsi quotidianamente  con le problematiche  di una crisi sempre  più pesante. Non mi rimane  del gran tempo per prendere  posizioni pubbliche sugli  organi di informazione. Però  quando mi viene concessa  l’occasione, come in questa  circostanza, lo faccio con  immenso piacere, soprattutto  in un momento davvero  molto complesso per la  nostra Repubblica.

Partiamo proprio dalla  crisi economica che sta  colpendo San Marino. A  suo parere si intravede  qualche segnale positivo  per un’uscita da questa  situazione in tempi  rapidi?  Secondo me siamo ancora  molto distanti dalla conclusione  della crisi. Il Fondo  Monetario ha previsto  per il 2012 un ulteriore calo  del Pil del 2%. Negli ultimi  quattro anni abbiamo perso  oltre 20 punti percentuali di  Pil. La situazione è davvero  gravissima ed è destinata a  rimanere tale fino a quando  San Marino permarrà  nella black-list del Ministero  dell’Economia italiano.  Il problema vero, infatti,  è la mancata normalizzazione  dei rapporti con l’Italia.  Se non ci saranno novità  positive entro breve, credo  che molte altre aziende saranno  costrette a lasciare il  nostro Paese. Sono davvero  molto preoccupato. Mi auguro  che la lettera del Presidente  Monti possa tradursi  in sostanza velocemente. E’  in gioco la sopravvivenza di   San Marino.

Quindi lei è convinto che  la firma dell’accordo contro  le doppie imposizioni  risolverebbe tutti i problemi  di San Marino?  Non ho detto questo. Semplicemente  sostengo che la  firma con l’Italia rappresenti  il punto di partenza per  costruire la San Marino del  futuro. Ma non basta. Ritengo  che un passaggio fondamentale  sia la realizzazione  del nuovo modello di  sviluppo basato sulla legalità,  sulla trasparenza e sulla  cooperazione internazionale.  Da questo punto di vista  c’è un ritardo allarmante da  parte del governo ed è una  responsabilità molto grave.  Giustamente i vecchi capisaldi  del sistema economico  sammarinese, cioè segreto  bancario e anonimato societario,  sono stati abbandonati  ma mancano le soluzioni  alternative. Come pensiamo  nei prossimi anni di  produrre ricchezza e di creare  posti di lavoro?. La politica  deve darsi una svegliata  al più presto per dare risposte  a questi interrogativi, altrimenti  il Paese muore.

In concreto che cosa serve  per tirare fuori il Paese  da quella che in molti  considerano la peggiore  crisi degli ultimi 50 anni?  La prima cosa necessaria è  una svolta sul piano politico.  Infatti ad inquietarmi  non è solo ed esclusivamente  la grave crisi socio-economica  in atto, ma è anche la  crisi della politica che giorno  dopo giorno sta perdendo  di credibilità e di autorevolezza  dinanzi all’opinione  pubblica. La politica è troppo  distante dalle questioni  vere del Paese, alle quali non  riesce a dare risposte adeguate.  Urge un cambiamento  radicale, altrimenti non  se ne esce.

Posso anche essere d’accordo  con lei De Biagi rispetto  all’esigenza di un  forte cambiamento in  politica. Ma usciamo dal  politichese. Mi piacerebbe  che lei dicesse chiaramente  in che cosa dovrebbe  consistere il cambiamento:  non vorrei infatti  che fosse l’abituale  enunciazione di principio  senza concretezza.  Per me cambiamento significa  dare corso immediatamente  ad un ricambio generazionale.  Ci dobbiamo  rendere conto che un ciclo  politico si sta avviando alla  conclusione. La mia generazione  ha gestito il governo  del Paese per oltre venti anni  e personalmente non sono  d’accordo con chi sostiene  che gli anni Novanta siano  la fonte di tutti i mali. Sicuramente  degli errori sono  stati compiuti, ma sono  anche stati garantiti benessere  diffuso e ampia protezione  sociale. Però il mondo  sta cambiando ed è giunto  il momento di lasciare spazio  a chi ha idee innovative,  competenze, entusiasmo ed  energia per affrontare le sfide  della modernità. Ci vuole  coraggio e totale libertà di  azione per tirare fuori San  Marino dalla peggiore crisi  del secondo dopoguerra.

Consigliere De Biagi,  ho capito male o ha appena  annunciato il passo  indietro che tanti annunciano  ma volontariamente  pochi fanno?  Sono in Consiglio dal 1978,  ho ricoperto per ben tre volte  il ruolo di Capitano Reggente  e ho vissuto momenti  davvero molto gratificanti.  Sono orgoglioso di ciò  che ho fatto e desidero sin  d’ora ringraziare i concittadini  che per tanti anni hanno  sostenuto il mio impegno  politico. Pur non avendo  mai ricoperto incarichi  di governo perché ho sempre  privilegiato la mia attività  imprenditoriale, in  ogni circostanza ho anteposto  gli interessi generali del  Paese. Ho anche compiuto  degli errori, penso sia inevitabile,  ma sempre in buona  fede. A questo punto però è  arrivato il momento di mettere  a disposizione la mia  esperienza a favore dei tanti  giovani che potranno degnamente  rappresentare il  Partito Socialista.

Ammetto di essere rimasto  molto sorpreso dal  suo annuncio. Lei senza  alcun dubbio non è il prototipo  di politico aggrappato  alle poltrone. Ma  non è cosa da tutti i giorni  ascoltare un politico  di primo piano che afferma  con grande dignità la  conclusione del suo impegno  nelle istituzioni.  Tanto di cappello Consigliere  De Biagi.  Anche se non è cosa semplice,  tentiamo di proseguire  l’intervista. Mi dica  qualcosa sulla nascita  del Partito Socialista. E’  in dirittura d’arrivo?  Sono un convinto sostenitore  del progetto di ricostruzione  del Partito Socialista.  E’ una grande opportunità  per ridare dignità,  prestigio e autorevolezza  alla politica tradizionale.  Ma questo si verificherà se e  soltanto se il Partito Socialista  produrrà una svolta sul  piano politico. Se così non  sarà, il progetto si arenerà  alla prima mareggiata.

Mi dica in poche parole  quale è la svolta che dovrà  produrre il Partito  Socialista?  Rinnovamento, rigore morale  e riformismo di matrice  liberal democratica. Tre capisaldi  su cui si dovrà basare  la nuova formazione politica.

Mi tolga un’ultima curiosità  sul Partito Socialista.  Si limiterà ad unire  Psrs ed NpS oppure potrebbero  esserci altre  evoluzioni?  Personalmente considero  un errore limitare i confini  del Partito Socialista alla  pura e semplice sommatoria  di due sigle di partito.  Definiamolo un punto  da cui partire. Bisogna mirare  a molto di più. Mi auguro  che in prospettiva tutti  i socialisti possano ritornare  a condividere la stessa  casa. E’ auspicabile che il  Partito Socialista possa rappresentare  l’unità del popolo  socialista nella sua interezza.  Allo stato attuale delle  cose i socialisti sono sparsi  in ben 5 soggetti politici.  Questa frammentazione  sta rendendo marginale  il ruolo dei socialisti nello  scenario politico sammarinese  degli ultimi tempi. Il  mio impegno, quindi, non  mancherà affinché il nuovo  partito sappia ricomporre  tutta l’area socialista. E’ il  tempo di includere, non di  escludere.

Un’ultima domanda Consigliere  De Biagi. Quale è  il suo pensiero rispetto  alla composizione delle  future coalizioni.  Il tema delle future coalizioni  è l’ultimo dei problemi  che in questo momento  si dovrebbe porre la politica.  Il Paese sta morendo e la  politica cosa fa? Pensa agli  assetti delle coalizioni che  si dovranno presentare alla  prossima tornata elettorale.  Pazzesco. Credo che la politica  dovrebbe fare un salto  di qualità ed aprire da ora sino  alla fine della legislatura  una fase di transizione che  coinvolga tutte le rappresentanze  consiliari disponibili  a portare un contributo  per salvare San Marino dal  baratro. Penso ad un governo  dell’emergenza che sappia  utilizzare nel migliore  dei modi le qualificate competenze  tecniche esistenti  tra i nostri concittadini e  che, quindi, si apra con convinzione  al contributo della  società civile. (Intervista  a cura di Davide Graziosi)    

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