Gian Luca Bruscoli si racconta ad Anna De Martino, NQ Rimini San Marino

Gian Luca Bruscoli si racconta ad Anna De Martino, NQ Rimini San Marino

Nq Rimini – San Marino (www.nqnews.it)

“Le
perquisizioni? Ho dato il passaporto diplomatico perché avevo quello. Ho
lavorato con Tripoli per portare il gas a San Marino”

“Di Lernia mai
conosciuto, Kankun sì”

 Al telefono dalla Libia, Gian Luca Bruscoli non nasconde nulla sulla Fin
Project “Antonov non è il fantomatico russo, ma un lettone che lavora per la
legge”

Anna De Martino

SAN MARINO  Con la Libia, dove si trova in questo momento Gian Luca Bruscoli, le comunicazioni sono buone. Almeno quelle telefoniche, tanto che ieri sera, al cellulare la voce di Bruscoli si sentiva forte e chiara. In modo forte e chiaro, infatti, Bruscoli vuole chiarire la sua posizione sulla faccenda della finanziaria a lui riconducibile, la Fin Project, oggetto di perquisizione da parte della magistratura sammarinese. Già con una nota affidata all’avvocato Enrica Giovanardi, Bruscoli in mattinata aveva annunciato azioni legali a sua tutela “perché – dice su Fin Project – si è detto un mare di sciocchezze”. E’ un fiume in piena, Bruscoli, anche consigliere di Banca commerciale sammarinese, non ci sta a passare da pirata che si fa schermo col passaporto diplomatico sammarinese con incarico per la Libia, appunto.

 Ma quando c’è stata la perquisizione della sede della Fin Project lei ha opposto il suo passaporto diplomatico? “Non ho opposto nulla alla perquisizione ed è testimoniato dai verbali. Ho solo detto che c’erano dei documenti con segreto di Stato. Mi sono identificato con il passaporto diplomatico, perché era quello che avevo con me in quel momento. A proposito dell’apertura delle cassette di sicurezza, ce n’erano tre di cui io avevo la chiave in custodia ma sono intestate ad un cittadino lettone. Contenevano informazioni particolarmente riservate, ho chiesto che venissero tutelate magari alla presenza del titolare. Le cassette sono state aperte lo stesso e anche se mi è stato detto che i documenti non riguardavano l’indagine i documenti sono stati comunque sequestrati”.

Il suo passaporto diplomatico ha suscitato la reazione del consigliere di Noi Sammarinesi, Gian Nicola Berti, che ha minacciato di togliere il sostegno alla maggioranza. “Il segretario agli Esteri però ha deciso di mantenere l’incarico fino a scadenza naturale. E vorrei ricordare che Berti è l’avvocato di un ex consigliere di Banca commerciale indagato a seguito di una denuncia che io e il Cda della banca abbiamo presentato. Quindi…”

Di Fin Project si è detto molto, si è parlato di capitali russi, libici, di collegamenti internazionali poco chiari. Quasi una storia di spie e intrighi. Chi è Ivars Antonov? “E’ un cittadino lettone, che lavora dalla parte della legge e anche a certi livelli. E’ un cittadino europeo. Ma forse darlo come russo fa più “spy story”. Non so se vi siano delle indagini, ma faccio notare che quando si parla di 60 milioni di euro transitati sul conto “cinghiale” prima li si attribuiscono ad una cinese e poi ad un russo. Curioso, o no? Di certo c’è che quel conto è già stato oggetto di accertamenti da parte della magistratura sammarinese con un incrocio di rogatorie attive e passive con l’Italia. E anche l’Aif sammarinese se n’è occupata perché si ipotizzava che non fosse stata effettuata l’adeguata verifica e la corretta comunicazione ai fini antiriciclaggio, ma la magistratura recentemente ha archiviato tutto”.

E in Libia come c’è arrivato Bruscoli? “Ho iniziato a commerciare con la Libia 10 anni prima di lavorare con San Marino. Anzi proprio grazie alla mia attività ho aperto canali diplomatici tra Libia e San Marino. Subito dopo la fine della guerra civile, aveva anche riaperto il dialogo con Tripoli per poter avere il gas libico per San Marino. E eravamo anche a buon punto. Abbiamo anche effettuato una visita ufficiale, il Governo ne era a conoscenza. Con noi c’era anche il segretario Claudio Podeschi. Addirittura col mio interessamento cercavamo di far curare a San Marino una trentina di feriti libici, ma dopo aver ospitato i primi 4 non se n’è fatto più nulla, abbiamo dovuto cercare altri ospedali. Perchè? Per non compromettere l’immagine della Repubblica. Incredibile”.

Quindi mi può dire chi è Moahmmed Kankun e cosa c’entra con Fin Project? “Kankun lo conosco da 10 anni. Lui era una sorta di agente della sicurezza, ossia, si preoccupava dell’incolumità dai figli di Gheddafi”.

E i soldi di Kankun in Fin Project? “Questo non so dirlo, a suo tempo aveva rapporti importanti e magari non erano i suoi. Non era un petroliere questo è certo. Ora lui è ancora in Libia, dove lavora. I soldi che dicono siano transitati sul suo conto non sono certo i 100 milioni di euro che dicono. Sono bugie. La verità è che uno dei conti attribuiti a Kankun era un conto omnibus della finanziaria utilizzato per l’operatività, approvato dal Cda e a quel tempo consentito dalla legge. E sul quel conto sono transitate cifre inferiori e di molto”.

 Lei dice spesso a quei tempi, perché? “Perché fino al 2008 tante leggi sul riciclaggio a San Marino non c’erano. Così come sull’adeguata verifica. Oggi invece si guarda al passato con gli occhi delle nuove leggi, criminalizzando quello che una volta era concessa e che ha fatto prosperare tutte le banche sammarinese. E oserei dire tutto il Paese”.

 Sull’indagine per le tangenti Enav e Tommaso Di Lernia? “Mai conosciuto Di Lernia” C’è chi dice fosse il proprietario di Fin Project, però. “Falso ho presentato due denunce su questo. Sulla stessa vicenda però vorrei sapere perché non si è intervenuti con la stessa forza su Banca di san marino da sui sono stati emessi assegni circolari a nome Di Lernia, oppure sulla Carisp per quanto riguarda i rapporti con Dwen e Madoir?. Madoir è stato amministratore della Fin Project fino al 2005è ora citato nell’inchiesta Phuncardbroker, che però a quanto so, è esterna all’attività della finanziaria. E anche per questi motivi è cessato il rapporto. Perché quindi affiancare la questione a Fin Project?”

 Quindi secondo lei tutto quello che è stato detto è sbagliato e c’è un accanimento. Ma perché? “Il perché vorrei saperlo anche io. Me lo chiedo perché visto che si tratta di un accanimento nei confronti di finanziarie inattive o in liquidazione. Società oggetto di uno zelo da parte dell’Aif e magistratura che in altre circostanze non ho visto. Resto comunque convinto che la magistratura non si far influenzare e saprà distinguere tra realtà e invenzione”. 

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