Gianluca Pizzigallo. Tre proposte per San Marino

Gianluca Pizzigallo. Tre proposte per San Marino

Il 13 giugno scorso è stato firmato dall’Italia, nella persona del Ministro G. Terzi e grazie al prezioso e costante impegno dell’Ambasciatore G. Marini, e da San Marino, nella persona del Segretario A. Mularoni, il Protocollo di modifica della Convenzione tra Italia e San Marino per evitare le doppie imposizione e per prevenire le frodi fiscali. Tale Protocollo scioglie alcuni dubbi di interpretazione circa la Convenzione originaria del 2002 e risolve la problematica dei frontalieri, anche se non in maniera chiara. Infatti, come recita il comma 6 del Protocollo aggiuntivo: “In relazione alle disposizioni dell’Articolo 15, per quanto concerne la tassazione di lavoro dipendente dei lavoratori frontalieri residenti in Italia, i due Stati contraenti convengono di applicare il sistema di tassazione concorrente, con tassazione definitiva nello Stato di residenza.

La Repubblica Italiana assoggetterà a tassazione il reddito lordo dei lavoratori frontalieri residenti in Italia conseguito nella Repubblica di San Marino con le modalità che saranno stabilite con legge ordinaria. La legge ordinaria potrà determinare una quota del reddito lordo dei lavoratori frontalieri esente da imposta in Italia.”

La parte che ho sottolineato dovrebbe essere interpretata nel senso che la tassazione sui frontalieri dovrebbe essere applicata solo nello Stato di residenza (quindi, in questo caso, in Italia) come stabilito espressamente dalla Convenzione del 2002 nel comma 2 dell’Art.15. Sicuramente questo è un passo in avanti per San Marino per due motivi: a) le relazioni bilaterali tra Italia e San Marino si sviluppano in modo costruttivo; b) San Marino ritocca positivamente, anche se di poco, la sua immagine internazionale agli occhi degli altri Stati, in particolare quelli dell’Unione Europea.

 

Ora, questo risultato politico deve rappresentare la prima tappa di un percorso per rilanciarsi specialmente dal lato economico; a mio avviso, San Marino potrebbe proseguire con successo tale percorso, intraprendendo le seguenti TRE azioni:
1)    Bisogna rinegoziare l’Accordo bilaterale con l’Italia che impose nel lontano dopoguerra durante il governo Scelba la chiusura del Casinò a San Marino. Quell’accordo non ha più senso di esistere! E San Marino ha pieno diritto di investire nel gioco d’azzardo e ricavarne profitto tanto quanto l’Italia già fa da tempo (vedi il Casinò di Venezia, di Campione d’Italia, Sanremo, di Saint-Vincent).
2)    . San Marino ha diritto ad uno sbocco sul mare come stabilito nella
Parte X della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare,
altresì conosciuta come Convenzione di Montego Bay, del 10 dicembre 1982. Spero di non sbagliarmi, ma San Marino non ha aderito a tale Convenzione, quindi DEVE farlo!! Sarebbe una grossa occasione dal punto di vista economico per aumentare l’indotto derivante dal turismo nonché dalle attività marittime e per sfruttare le risorse biologiche del mare Adriatico e per poter instaurare relazioni bilaterali con i Paesi costieri geograficamente opposti (Bosnia e Croazia, in particolare).
3)    Bisogna abbandonare gli investimenti verso eventi che non si svolgono in territorio sammarinese. Gli estimatori, gli spettatori, i turisti non vengono a San Marino per tali eventi, ma si fermano sulla riviera, dove vengono svolti. E Misano Adriatico ne è un esempio. San Marino deve investire su eventi sportivi, musicali e culturali di un certo livello nel proprio territorio. Più si spende in tal senso e più alto è il ritorno economico e d’immagine per la Repubblica. Mostre di pittori famosi, tornei di Tennis, Rally Legend, tornei di poker, il Jazz Festival lo testimoniano con numeri e statistiche.
Alla luce di quanto detto, come  grande estimatore  di San Marino, della sua storia e delle sue tradizioni, che ho avuto la fortuna di conoscere, faccio un rispettoso APPELLO ai governanti sammarinesi  affinché prendano in considerazione le tre proposte messe in luce e considerino tutte le opportunità economiche, finanziarie, sociali e culturali che San Marino potrebbe avere se le mettesse in atto.                
Gianluca Pizzigallo

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