Giuseppe Morganti, su La Tribuna Sammarinese di oggi, firma un editoriale dal titolo Unità per salvare il Paese
Tanti sono i
ritardi accumulati a partire
dall’impegno con l’Ocse
preso nell’aprile 2001 e mai
rispettato, passando dalla
mancata firma con l’Italia
nel gennaio 2006, fino
ad arrivare al mancato invio
della lettera di adesione
all’Unione Europea.
Un
ritardo enorme si continua
ad accumulare nella formazione
della nuova classe dirigente,
non solo politica,
ma anche amministrativa
pubblica e privata e, per affrontare
il confronto con
l’esterno che incalza, siamo
costretti a delegare sempre
di più a terzi le responsabilità.
Intanto siamo giunti al
capolinea. Non solo per demerito
nostro, ma per l’incalzare
di una crisi senza
precedenti. “Dobbiamo evitare
che la sfiducia dei mercati
e della comunità internazionale
ci travolga”, dicono
tutte insieme le categorie
economiche in Italia.
“L’Italia è in grave pericolo,
se non riesce a riportarsi
al livello della Spagna,
può precipitare nell’inferno
della Grecia”, ha scritto ieri
Ezio Mauro. Intanto Tremonti
ha convocato d’urgenza
il Comitato per la Salvaguardia
della Stabilità Finanziaria
per tentare una
reazione.
La crisi dell’Italia
sta travolgendo il fuscello
San Marino. “In questo
momento – dice il direttore
di Repubblica – il problema
non è più di destra o sinistra,
di vecchi o giovani: è
in gioco la salvezza del Paese
e nient’altro” e questo è
vero in Italia, ma ancor di
più lo è a San Marino. Solo
un governo di salvezza del
Paese, che si costruisce su
un progetto chiaro elaborato
e gestito da tutte le forze
politiche e sociali, può offrire
la speranza per non perdere
definitivamente il bene
più prezioso: la sovranità.
ASCOLTA IL GIORNALE RADIO DI OGGI