Gli aiuti non arrivano, in compenso arrivano nuove tasse

Gli aiuti non arrivano, in compenso arrivano nuove tasse

Gli annunci del Governo iniziano ad essere tanti, ripetitivi e ovviamente mai mantenuti. Come non ricordare la promessa di rilanciare immediatamente i rapporti con la vicina Italia concordando aiuti per il nostro Paese o con altri Stati. Promessa non solo non mantenuta ma condita dalla pressoché evidente scomparsa dalle scene del nostro Segretario agli Esteri Luca Beccari che come le “famose” scimmiette “non vede, non sente, non parla” e aggiungiamoci pure “non fa”.

Non fanno nulla per mantenere le promesse nemmeno Gatti, Lonfernini e Pedini (su RETE ormai abbiamo perso le speranze visti anche i recenti comunicati dell’ex movimento che giustificano la loro incoerenza strutturale con attacchi scomposti inutili da commentare) che a gran voce avevano rassicurato famiglie, imprese e cittadini che a inizio estate sarebbero arrivati gli aiuti economici per fronteggiare l’emergenza Covid-19: niente però, ad oggi, è arrivato. Con l’aggravante che lo slittamento delle bollette, predisposto in tempo di lockdown, è terminato così come sono imminenti le scadenze per le dichiarazioni dei redditi e quindi importanti pagamenti che i nostri concittadini dovranno effettuare, con grande sacrificio.

A questo aggiungiamo un’altra aggravante; infatti in uno degli ultimi decreti emessi dal Governo si prevede l’aumento del bollo per auto e autocarri leggeri dal 1 ottobre. Un aumento, questo del 5% per le autovetture, che fatto in questo momento di particolare difficoltà economica per le famiglie ci lascia senza parole. Altroché aiuti!

Noi di Libera crediamo sia urgente, e non più rinviabile, l’immissione importante di liquidità per supportare al massimo, dopo le ferie estive, il nostro tessuto economico e sociale. La liquidità va ricercata con trasparenza, non trincerandosi dietro sedute segrete in Commissione Finanze (RETE se ci sei batti un colpo!), attraverso ampia condivisione nelle scelte, tanto è vero che riproponiamo con forza un confronto costante con forze politiche, sociali ed economiche e dovremo essere consapevoli di dove investire queste risorse per evitare che si entri nel circolo vizioso del debito, fine a se’ stesso, utile solo a mantenere una spesa corrente improduttiva che non possiamo più permetterci. Non c’è più tempo e la stagione degli annunci deve finire.”

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