Gli industriali contro l’aumento delle tariffe

Gli industriali contro l’aumento delle tariffe

In merito al paventato imminente aumento delle tariffe pubbliche, i vertici dell’Associazione Nazionale dell’Industria Sammarinese hanno inviato una lettera ufficiale ai Segretari di Stato all’Industria e alle Finanze e alle Autorità di Regolazione per i Servizi Pubblici, in cui si fanno presente le valutazioni del mondo imprenditoriale relativamente a questo tema così controverso.
L’andamento del mercato del petrolio e dei suoi derivati è noto a tutti e dal contesto che questo determina non si può prescindere. Secondo l’ANIS tuttavia “si deve tenere conto che occorre salvaguardare la competitività del nostro sistema economico, garantendo alle imprese un sistema tariffario più che concorrenziale rispetto, quanto meno, alle aree circostanti”. In tal senso già tempo addietro si era convenuto che il mantenimento di un margine a favore del sistema San Marino non inferiore al 20%, margine su cui purtroppo le imprese sammarinesi già oggi, prima degli aumenti annunciati, non possono contare.
Il concetto generale, come illustrato nei giorni scorsi dai vertici dell’Aass e dal Segretario di Stato all’Industria, è che se per le tariffe domestiche a San Marino c’è un notevole vantaggio rispetto all’Italia, così non è per le utenze delle imprese. E nell’ambito della discussione sono stati proposti esempi errati, che risultano fuorvianti e non aiutano a capire la situazione e ad individuare le soluzioni corrette.
“In realtà – spiegano ancora dall’ANIS – il costo del gas ‘interrompibile’, a giugno 2008, vede per San Marino un costo medio mensile di 29,61 euro contro i 30,76 euro dell’Italia. Le altre utenze di impresa hanno costi del gas mediamente più elevati; ad esempio il gas per uso primario costa 0,43 euro a San Marino rispetto ai 0,40 in Italia. La tariffa domestica, invece, dal 2007 è stata elevata a circa 0,36 euro mentre a Rimini è di circa 0,70”.
Nel caso dell’acqua, il costo industriale per l’Azienda di Stato è di circa 1,6 euro al metro cubo e le aziende pagano 1,8: risulta evidente come anche in questo caso siano quasi tutte le utenze domestiche a penalizzare il bilancio dell’azienda. Infine l’energia elettrica ha un costo mediamente allineato alla concorrenza con alcuni piccoli margini per le imprese sammarinesi.
“Nel ribadire che i servizi devono essere pagati in rapporto all’utilizzo, va sottolineato che le utenze d’impresa non intendono sostenere maggiori costi, sia che essi siano dipendenti da eventuali inefficienze nella gestione dell’Aass, sia che siano imputabili ad una politica tariffaria che prevede, per talune utenze, agevolazioni a pioggia”.
“E’ evidente – continuano gli Industriali – che le fasce deboli della popolazione devono essere tutelate anche con tariffe più contenute, ma i maggiori costi che ne derivano devono essere sostenuti dal bilancio dello Stato e non trasferiti in capo a chi svolge attività d’impresa”.
Nella sua lettera infine l’ANIS chiede all’Autorità di Regolazione per i Servizi Pubblici ed alle Segreterie competenti di essere convocati urgentemente, come peraltro previsto dalle norme di legge vigenti, prima di assumere eventuali decisioni in merito all’aumento delle tariffe delle utenze”.

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