Annalisa Boselli – Corriere Romagna: Ieri mattina una cinquantina di dipendenti ha manifestato davanti ai cancelli sotto le insegne di Cisl e Cgil: «Rifiutate le nostre proposte» /
Rimini Fiera, c’è paura per il futuro /
«Questa azienda avrebbe tutte le carte in regola per essere leader in Europa»
RIMINI. Non accettano di passare dalle 36 alle 38 ore di lavoro settimanali, la mancanza dei buoni pasto, dei permessi, delle indennità di trasferimento. Ma, soprattutto, vogliono conoscere quale sarà il destino di Rimini Fiera dopo la perdita di alcune importanti manifestazioni – dicono –. Grandi eventi hanno abbandonato i padiglioni della nuovo quartiere fieristico già da prima della crisi. Per queste ragioni ieri mattina circa una cinquantina di dipendenti di Rimini Fiera (che occupa un centinaio di persone, più 5 dirigenti e 8 direttori commerciali) ha scioperato e tenuto un presidio davanti all’in- gresso dell’azienda con tanto di bandiere della Filcams-Cgil e Fisa- scat-Cisl al seguito, per dire no al disinteresse che l’azienda ha mostrato nei loro confronti. «Si sono rifiutati – spiegano I- sabella Pavolucci, segretaria generale della Fil- cams-Cgil di Rimini e Gianluca Bagnolini, della
Fisascat-Cisl – di accogliere le nostre propo- ste». «Gravissimo che lo stesso presidente non abbia mai partecipato alle trattative sindacali», sottolinea Bagnolini. Dal primo di settembre, infatti, Rimini Fiera ha smesso di applicare il contratto integrativo giustificando questa decisione con la crisi economica che è inatto.
