Il caso dell’arrestato di San Marino a Rimini, Fabrizio Albani, si complica

Il caso dell’arrestato di San Marino a Rimini, Fabrizio Albani, si complica

Un quadro molto diverso da quello che si era prospettato all’inizio sta emergendo dall’arresto a Rimini di Fabrizio Albani, accusato di esercizio abusivo dell’attività finanziaria, usura e tentata estorsione ai danni di un cittadino italiano, socio e amministratore di una società immobiliare riminese in grave stato di insolvenza,  con la complicità di un riminese e di persone di origini calabresi.

Ne tratta diffusamente Antonio Fabbri di L’Informazione di San Marino, soffermandosi sui particolari  che ha reso  noti con un comunicato ufficiale il Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Rimini .

“L’attività investigativa,svolta attraverso la captazione telefonica e l’analisi della  documentazione bancaria, consentiva di ricostruire varie fattispecie delittuose”, specifica la Gdf.

Il  sammarinese aveva concesso un prestito di 25mila euro facendosi promettere la restituzione di 36mila euro attraverso tre assegni dell’importo di 12mila euro ciascuno, post datati al 31-12-2008, 31-01-2009 e 28- 02-2009. Veniva così applicato al prestito un tasso usurario del 61,28% annuo.

Fino qui le notizie erano già emerse. Ma la cosa che fa maggiormente pensare è nella minacce utilizzate per ottenere denaro. “Per ottenere il pagamento degli interessi usurari – afferma infatti la Gdf – il sammarinese, tramite un suo complice riminese, minacciava di morte il debitore, dichiarandosi, tra l’altro, attiguo a persone di origini calabresi”.
Le pressioni e le minacce “erano state risolutive – proseguono le fiamme gialle – tanto da costringere la vittima a dare mandato ad un agenzia di mediazione a vendere un immobile
di cui era proprietario”.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy