il debito, il piano di investimenti, il bilancio Iss. Luca Lazzari

il debito, il piano di investimenti, il bilancio Iss. Luca Lazzari

Il debito: al 2009 al 2014 sono stati usati 200 milioni di liquidità a copertura dei vari disavanzi di esercizio. Nel frattempo però si è fatto anche debito extra-liquidità: 60 milioni di finanziamento a Cassa, 85 milioni di titoli, 14,5 milioni per la strada di Fondovalle (una somma su cui bisognerà indagare, perché l’opera era già stata spesata), e altri debiti ancora, per un totale di oltre 176 milioni. 200 più 176 fa 376 milioni. Se partiamo a contare dal 2009, significa che lo Stato galoppa alla velocità di 75 milioni di perdite l’anno, altroché i 17 milioni. Ma il dato vero non è neppure questo, perché poi ci sono i tecnicismi, gli escamotage: i giochetti sui residui attivi (lo Stato finge di vantare dei crediti che risalgono a 20 anni fa); i mancati accantonamenti sulla quota capitale dei titoli del debito (allo scadere, tra 10 anni, lo Stato si troverà a dover sborsare 85 milioni tutti in una volta); i “pagherò” verso l’ISS e gli antri enti; poi ci sono i fuori bilancio, i 30 milioni del piano di investimenti, che non rientrano in nessun capitolo di spesa.  
Il piano di investimenti: o si tratta di uno spot elettoralistico in vista di vicine elezioni, e allora vien quasi da ridere, oppure si tratta di una volontà vera del governo. “Magari, magari”: così hanno commentato la maggior parte dei consiglieri. Io, al contrario, mi esprimermo in maniera del tutto sfavorevole. Per due ragioni:
1) Nel piano di investimenti si indicata il ricorso allo strumento della finanza di progetto. Che cos’è la finanza di progetto? I sammarinesi ci si sono scottati già una volta, col parcheggione. Un’opera costata 51 milioni di euro e che che a distanza di 24 anni obbliga ancora lo Stato a coprire le perdite di una società privata dietro la quale si potrebbero nascondere dei politici. Nel 2011, dal governo di allora, è stato anche emanato un decreto specifico sulla finanza di progetto. Sapete su suggerimento di chi? Di Galan, l’ex presidente del Veneto che sul Mose di Venezia, sugli ospedali e su altre opere realizzate proprio con lo strumento della finanza di progetto, ha rubato decine di milioni di euro che poi ha nascosto dove? a San Marino.
2) Se c’è una cosa che proprio risulta fastidiosa sono i ragionamenti bislacchi e compiaciuti di politici che si improvvisano urbanisti e architetti: “spostiamo la scuola laggiù, lì facciamo un albergone coi cinesi, lassù le terme con gli arabi, nel mezzo il casinò coi russi”. Prima di spendere dei soldi, ma più ancora, prima di mettere di nuovo le mani sul territorio, occorre stendere un progetto di riordino complessivo, che non tenga conto solo degli affari, ma anche delle esigenze e delle aspettative della popolazione.
Andiamo avanti.
I finanziamenti a fondo perduto alle banche. Non parlo di Cassa, che tra l’altro i finanziamenti a fondo perduto non li ha neanche avuti, ma delle banchette dei tanto disprezzati Roberti, Amati, eccetera. La filastrocca è: “non si poteva non intervenire, c’erano di mezzo i risparmi della gente”. Non è vero. Se alla politica gliene fosse fregato dei risparmiatori avrebbe fatto in modo che ai bei tempi dei 14 miliardi di raccolta le banche finanziassero il fondo di garanzia. La verità è che sulle banche s’è giocata una guerra sporca il cui costo è stato fatto pagare alla collettività. Ecco che cosa scrivono i commissari della legge in un’ordinanza “…per ripianare [l’enorme esposizione delle banche] lo Stato ha concesso finanziamenti a fondo perduto. In tal modo la collettività, non solo ha subito la sottrazione di risorse per effetto della corruzione, ma si trova a pagarne anche il costo due volte sotto forma di finanziamento e sotto forma di mancato esercizio delle azioni di responsabilità…”. Il danno e la beffa.
Sempre a proposito di banche: l’accensione del mutuo per la liquidità pubblica. Non sono le banche a prestare i soldi allo Stato. Le banche i soldi non li hanno più. Tanto è vero che nella legge di bilancio è contenuto un articolo, il n. 52, che serve a far sì che le banche possano ripulire i loro bilanci dai crediti in sofferenza e dai cespiti immobiliari. Gli unici soldi che girano sono sempre gli stessi, i 380 milioni dei fondi pensione, i soldi dei lavoratori. Prima le banche li hanno sequestrati a fronte di interessi ridicoli. Ora li prestano allo Stato con interessi più che triplicati. Si tratta di una speculazione inaccettabile. Qualcuno dirà, ma almeno sono garantiti. No, perché i fondi sono stati investiti in certificati di deposito. Se la banca salta i soldi sono persi. È già successo con Euro Commercial Bank.
Il bilancio ISS. Il consiglio dei sindaci revisori ISS non ha approvato il bilancio. Non era mai accaduto, è la prima volta. Nella relazione sono riportate una serie di valutazioni che meritano un approfondimento successivo. Una su tutte riguarda vari aspetti connessi alla libera professione medica, che continua a essere svolta con buona pace dei sammarinesi che col referendum ne avevano chiesto l’abolizione (secondo alcune indiscrezioni anche il direttore sanitario ISS, dott. Dario Manzaroli, sarebbe finito sotto indagine amministrativa per delle incongruità). Rimane comunque il dubbio sulle ragioni di una presa di posizione così forte da parte dei sindaci revisori. LA mia ipotesi è che abbia a che fare coi fondi pensione. In questi giorni è in pubblicazione sulla gazzetta ufficiale della repubblica italiana lo scudo quater. Le previsioni indicano che a essere interessati al provvedimento potrebbero esserere 1 miliardo di euro . Come reagiranno le banche sammarinesi? Ma soprattutto: ci sono dei rischi per i fondi pensione, che, come è già stato detto, sono interamente investiti in certificati di deposito?
Luca Lazzari

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