Il Messaggero: Mose, il sistema Galan. I giudici: «L’ex governatore a libro paga, stipendio di un milione l’anno»

Il Messaggero: Mose, il sistema Galan. I giudici: «L’ex governatore a libro paga, stipendio di un milione l’anno»

Il Messaggero

Mose, il sistema Galan. I giudici: «L’ex governatore a libro paga, stipendio di un milione l’anno»

Giancarlo Galan e Renato Chisso erano sul libro paga del Consorzio Venezia Nuova. L’allora governatore del Veneto percepiva uno “stipendio” di un milione di euro l’anno e l’assessore alle Infrastrutture, Renato Chisso 250 mila. E non si accontentavano dei soldi, pretendevano anche di avere quote in varie società. Per questo il magistrato parla di «fabbisogno sistemico» e significa che la corruzione dei due esponenti di Forza Italia in Regione faceva parte di un meccanismo che ha iniziato a girare agli inizi degli anni ’90 ed è arrivato fino ai giorni nostri. Di quanti soldi si tratta? Secondo Baita si ragiona sui 6 milioni di euro consegnati ai politici. Cifra per difetto visto che nè Piergiorgio Baita, amministratore delegato del gruppo Mantovani nè Giovanni Mazzacurati, il patron del Consorzio Venezia Nuova, stavano lì a conteggiare i 100 mila euro in più o in meno.
GALAN? ESOSO
Certo che, almeno per quanto riguarda l’ex Governatore, Baita si lamenta «delle richieste esose del Galan» – riferisce Claudia Minutillo, che di Galan è stata segretaria per una decina di anni, prima di essere cacciata dallo stesso Galan per poi ripresentarsi in tempi recenti come accusatrice implacabile del suo ex datore di lavoro. La Minutillo sia nel caso di Galan che nel caso di Chisso ha fatto per un certo periodo lo “spallone” e cioè la persona incaricata di portare i soldi ai due politici. Baita riassume il sistema di pagamento: «Per quanto riguarda Galan fino al 2005 attraverso la signora Minutillo, dal 2005 al 2010 attraverso l’assessore Chisso…Per quanto riguarda Chisso invece fino al 2005 ha sempre provveduto la dottoressa Minutillo direttamente, dal 2010 ho provveduto io». E’ proprio lei, Claudia Minutillo, a parlare dello “stipendio”. Si trattava infatti, per Galan e Chisso, «di pagamenti regolari».
FALSE FATTURAZIONI
Dunque, quel che si scopre da questa nuova inchiesta è che le false fatturazioni che erano saltate fuori – per una dozzina di milioni di euro – qualche mese fa, quando era saltato il primo tappo della tangentopoli veneta con gli arresti di Baita e Mazzacurati, è che i soldi in nero servivano a finanziare i politici. Come, peraltro, sembrava ovvio a tutti. Servivano le prove, però, e adesso i magistrati dicono di averle trovate, ma più di qualche avvocato ieri mattina sottolineava qualche passaggio “ballerino” dell’ordinanza per assicurare che il suo cliente se la sarebbe cavata senza problemi. Assodato infatti che esisteva il “Sistema Consorzio”, si tratta di vedere quanto forti sono le accuse sulle singole posizioni. Quel che è certo è che Baita quantifica in 6 milioni di euro la “provvista” di quattrini che sono finiti in mazzette. Con questi soldi il Consorzio Venezia Nuova aveva la strada spianata.
SOLDI IN CAMBIO DI AIUTINI
Nell’interrogatorio del 30 ottobre 2013, Piergiorgio Baita, precisa che i provvedimenti ottenuti “grazie” alle mazzette sono 4: 1- Commissione di salvaguardia-Approvazione progetto definitivo Mose 2004; 2 – Commissione Via regionale per dighe di Chioggia; 3 – Commissione Via regionale per le dighe di Malamocco; 4- Commissione Via per le dighe del Lido tra il 2004 e il 2005. «Successivamente alle approvazioni sono da intendersi pertanto avvenuti e completati i pagamenti cui ho fatto riferimento» – conclude Baita. Ma se su Chisso si tratta “solo” di soldi – Mazzacurati dice di aver consegnato all’assessore regionale quattrini fin dagli anni ’90 e fino a 250 mila euro l’anno e di aver dato gli ultimi soldi nei primi mesi del 2013 – nel caso di Galan si tratta anche di lavori di ristrutturazione dell’abitazione a Cinto Euganeo. Racconta Baita a verbale: «Io ho sostenuto i costi di Tecnostudio di Danilo Turato che era il responsabile della progettazione architettonica, della direzione lavori e di alcuni lavori di restauro». Danilo Turato non viene pagato in contanti, ma con un sistema di sovrafatturazione. «Gli ho dato degli incarichi, 4-5 diversi non chiedendogli ribassi rispetto alla tariffa progettuale». In tutto Baita spende per la villa di Galan la bellezza di un milione 100 mila euro. «L’ultimo pagamento è stato fatto con un certo ritardo rispetto al completamento dei lavori. È avvenuto quasi un anno dopo che i lavori erano finiti, nel 2009. Galan continuava a chiedere soldi solo per il fatto che era ministro».
LA DIFESA
Il senatore ieri si è dichiarato totalmente estraneo ai fatti di cui è accusato: «Chiederò di essere ascoltato il prima possibile con la certezza di poter fornire prove inoppugnabili della mia estraneità».

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