Il ministro sta inguaiato”. Per la Dia si tratta di Stolfi. Antonio Fabbri, L’Informazione di San Marino

Il ministro sta inguaiato”. Per la Dia si tratta di Stolfi. Antonio Fabbri, L’Informazione di San Marino

L’Informazione di San Marino

“l ministro sta inguaiato”. Per la Dia si tratta di Stolfi”

Nuove rivelazioni dall’informativa dell’antimafia su cui si basa l’indagine “Staffa”. Nelle parole della camorra ravvisati dalla Dia caratteri di natura eversiva a danno dello Stato

 Indagine “Staffa”, nuovi particolari e intercettazioni sul grande giro d’affari che Franco Vallefuoco aveva messo in piedi e sul ruolo di San Marino nelle attività non solo di riciclaggio, ma anche nel controllo di imprese e infiltrazioni in appalti da parte della criminalità. Se l’ordinanza del Gip Isabella Iaselli aveva rivelato risvolti inquietanti per i quali il Titano veniva definito la “lavatrice” delle cosche, l’informativa finale della Direzione investigativa antimafia nell’ambito dell’operazione “Staffa”, aggiunge altri particolare ad un quadro già di per sé desolante. “La Repubblica di San Marino risulta essere il crocevia di riferimento per tutte le transazioni illecite, atteso il suo ruolo di “paradiso fiscale”. Tale status consente alla criminalità organizzata di rapportarsi con regimi privilegiati sotto il profilo fiscale, sotto il profilo del segreto bancario attesa la nota scarsa cooperatività, in materia di segreto bancario, in ambito internazionale”. Questo scrive la Dia in uno stralcio dell’informativa indirizzata ai Pm napoletani che si stanno occupando del caso, i sostituti procuratori Narducci e Amato. L’Antimafia nel riportare le intercettazioni sottolinea anche il carattere eversivo di alcuni dialoghi e comportamenti. Ecco stralci, ad oggi mai pubblicati, della informativa della Dia alla procura partenopea, informativa sulla base della quale si è proceduto all’inchiesta e agli arresti.

L’importanza di Bacciocchi per i Clan “Di notevolissimo interesse investigativo, per circostanziare la figura ed il ruolo di BACCIOCCHI Livio e l’importanza che costui riveste per i clan camorristici che, a lui si rivolgono, per il tramite del VALLEFUOCO, per “riciclare” i loro proventi illeciti, è il contenuto della seguente conversazione, dalla quale si evince anche la forza di intimidazione che il VALLEFUOCO è capace di esercitare sui suoi interlocutori ed in particolare come egli cercherà di condizionare, anche attraverso “palesi minacce” poste in essere nei confronti di alcuni esponenti politici di altre fazioni, l’esito elettorale in modo tale da renderlo favorevole al gruppo politico di riferimento del BACCIOCCHI. A tale riguardo Franco VALLEFUOCO, mentre si trova nella sua autovettura, con Luigi LUCIANO , gli comunica una conversazione avuta, in precedenza, con tale “Arturo” (ndr. CICCHETTI): Conversazione nr.23, delle ore 22:01 del 23.10.2008 (Audi A6): “(…)…omissis… Franco VALLEFUOCO in auto con tale “Gigino “ (ndr. Luigi LUCIANO). Franco chiama al telefono il cognato Gennaro ESPOSITO, parlano di tale Maria che dovrà salire su con loro e che si dovrà mettere dietro a loro in macchina.

I contatti con Arturo Cicchetti Alla pos. 21 Franco VALLEFUOCO, continuando a parlare in auto con Gigino , gli racconta una conversazione avuta con tale “Arturo”, di San Marino, testuale: “……Arturo, (ndr Arturo CICCHETTI ) so del rapporto che hai con delle persone… …Napoli e Caserta… sono un pò amareggiate, perché qualcuno sta pestando i piedi ad un nostro collaboratore (ndr Livio BACCIOCCHI). …..tu sai bene, io con chi collaboro qui sopra, e sai bene che, io non sono una pedina sola, sulla scacchiera…..” In questo passaggio si evince, chiaramente, come Francesco VALLEFUOCO sia consapevole della sua funzione di “riciclatore” svolta in nome e per conto di più organizzazioni criminali e del ruolo che egli riveste all’interno delle stesse. Ma, ancora più esplicito ed illuminante è il passaggio della conversazione, che segue: “…..allora…. se la persona (ndr Livio BACCIOCCHI) che noi abbiamo qua su, viene rotta i coglioni…… ….a noi, non interessa, che lui mangia o non mangia….. ….a noi, interessa che, non s’inceppa il meccanismo…. …se, si inceppa questo meccanismo e non abbiamo più dove attingere (ndr FINCAPITAL)….. noi dobbiamo attingere da un’altra parte!!!….”

Fincapital cassa della criminalità Fin qui la conversazione era nota perché già riportata dal Gip nella sua ordinanza. Ciò che non era noto è l’esplicitazione dell’identità di tale “Arturo”, che invece la Dia indica in Arturo Cicchetti. Inoltre non sono state fino ad oggi rese pubbliche le considerazioni dell’antimafia su tale conversazione. Eccole: “Il VALLEFUOCO Francesco quindi, con tali affermazioni, sta chiaramente facendo riferimento al suo referente sammarinese, il notaio Livio BACCIOCCHI, maggiore azionista della finanziaria “FINCAPITAL”. La predetta società, sentendo le affermazioni del VALLEFUOCO, può essere considerata con assoluta certezza la “cassa della criminalità” attraverso cui riciclare e, successivamente, attingere. Ed altrettanto esplicativo è il passaggio in cui il VALLEFUOCO Francesco racconta come, con frasi intimidatorie, abbia lasciato intendere al suo interlocutore le motivazioni della sua mediazione. Espressamente, infatti, egli fa riferimento ad un “meccanismo”, dal quale “loro attingono” e, quando fa riferimento a “loro”, chiaramente si riferisce alle organizzazioni criminali, di cui egli è referente primario, per la gestione dei proventi illeciti. Ma il VALLEFUOCO, va oltre, nella sia spiegazione e testualmente, per meglio far comprendere al suo interlocutore la valenza criminale dei suoi referenti, dice: “….però, se si inceppa per colpa mia… vengono fino a qua e mi sparano in testa!!!.. ….se, si inceppa per colpa tua, vengono qua e ti sparano in testa!!!!!” Queste ulteriori affermazioni ribadiscono, in maniera inequivocabile, la sua pericolosità e valenza criminale e lo spessore delle organizzazioni con le quali egli si rapporta. Ma, uno straordinario riscontro ed un’assoluta certezza che il VALLEFUOCO Francesco, altro non sia che il “referente” di efferate organizzazioni criminali, lo si rileverà dal prosieguo della citata conversazione, che di seguito, si riporta: “……siccome, qua, in tutto siete trenta mila abitanti, a Napoli siamo… … facciamo due milioni… tra cui 500mila sono delinquenti… …a noi, hanno mandato…. tu lo sai, che noi, a Napoli… …loro, a Napoli, sfidano il governo!!!!… no? ….figurati, se si mettono paura di quattro carabinieri, gendarmi!!!… …allora…. state, innestando un meccanismo che non va bene!!!! ….politica….. fate quello che cazzo volete!!… ….vi volete rompere i coglioni, tra di voi??….. …fate quello che volete!!! …tenete fuori Livio BACCIOCCHI!!!…. …tenete fuori Livio BACCIOCCHI, da tutta questa merda che state creando!!!! ….perchè, se si inceppa quella persona, “lui”, mangia lo stesso!!!! … ma, sono gli altri che, non mangiano più!! ….e ti dico che se, arrivano incazzati quassù, creano problemi compà!!!! …..riferisci a qualcuno come stanno le cose!!!!……” 

Obiettivi di natura eversiva Alcune parti della conversazione sopra riportata erano note, anche se rileggerle genera sempre una forte inquietudine. Di seguito, invece, pubblichiamo per la prima volta le considerazioni della Dia che danno conto del grave rischio, che potrebbe non essere del tutto scongiurato, che ha corso San Marino come stato. “La conversazione che assume addirittura un carattere di natura eversiva, non lascia dubbi circa il fatto che, l’intervento e la mediazione del VALLEFUOCO Francesco, sia propedeutica alla circostanza che nella tornata elettorale, il gruppo politico di riferimento del BACCIOCCHI Livio, non deve essere ostacolato. Ma non finisce qui, infatti, il VALLEFUOCO prosegue: “…mi dispiace, che ti ho fatto venire fino a qua!!! …ma, io, ti sento amico a metà, perché ti conosco da venti giorni……….. adesso, che siamo più amici….… .la prossima volta che ti devo fare un’imbasciata…… ….vengo a casa tua….. ….Franco,…io riferisco,…….. mi ha detto! ……….. …….. ti dico una cosa……….sii molto delicato, quando dici queste cose, ..ma, allo stesso tempo, sii anche incisivo!!! …… perché, a volte, anche il portalettere, non è vero che non porta pene!!!!…..” La conversazione, riprende ancora una volta, il suo predominante carattere minatorio ed evidenzia l’assoggettamento mentale dell’interlocutore di cui parla il VALLEFUOCO. L’attività, prevalentemente fittizia di recupero credito, svolta da Francesco VALLEFUOCO di cui lo stesso risulta il promotore, ha evidenziato come egli risulti essere soggetto capace di tessere relazioni con elementi intergrati nella criminalità organizzata campana, siciliana ed anche calabrese. Tutte le organizzazioni, infatti, emerse nel corso delle indagini, risultano riconoscere nel VALLEFUOCO il punto di riferimento e la mente finanziaria nella gestione, investimento ed ottimizzazione dei loro proventi di natura illecita”.

Il regista del riciclaggio “Sulla base delle conversazioni sinora riportate e su quanto sarà successivamente elencato, è possibile avanzare un’ipotesi investigativa circa le dinamiche operative attraverso le quali emerge, in maniera inequivocabile, un’intensa attività di riciclaggio, il cui regista principale si identifica in VALLEFUOCO Francesco. Si ribadisce che il predetto risulta essere il titolare di un’agenzia di recupero crediti avente sede nella Repubblica di San Marino, denominata I.S.E.S., operativa su tutto il territorio nazionale e con sedi di nuova istituzione, dislocate a Brusciano (NA), Modena, Rimini e collaborazioni con uno studio legale dislocato a Palermo , anch’esso operante nel settore del recupero credito. Tale attività di recupero crediti può essere considerata, inequivocabilmente, lo strumento primario attraverso il quale, VALLEFUOCO Francesco, concretizza la sua attività di riciclaggio, svolta come già premesso, in nome e per conto di vari sodalizi criminali, avvalendosi di molteplici società create ad “hoc” c.d. “cartiere”. Le predette società sono direttamente costituite dal VALLEFUOCO per consentire il trasferimento di capitali, dalla Repubblica di San Marino all’Italia e di tale meccanismo ne fanno parte, talvolta, anche società non direttamente ricollegabili al VALLEFUOCO ma, in alcuni casi, riconducibili a “prestanomi” direttamente fornitigli dalla criminalità organizzata. La predetta attività, concretizzate dal VALLEFUOCO con “soci occulti e prestanomi”, ha come unica finalità quella di far rientrare i soldi dall’estero, attraverso un’articolatissima e colladautissima iniziativa fraudolenta di ricorso al credito”.

L’interesse per la politica sammarinese Che il Vallefuoco sia fortemente interessato alla politica sammarinese lo rileva anche l’informativa della Dia. “Nel merito di tali rapporti e connivenze con le istituzioni sammarinesi, importante è la conversazione nr.95, delle ore 12:33 del 28.10.2008 in cui Francesco VALLEFUOCO, mentre è nella sua autovettura unitamente alla segretaria Marica CARCAS, parla al telefono con un tale “Massimo”, al quale chiede di ragguagliarlo sulla politica sammarinese. Nel merito, l’interlocutore gli dice espressamente che, la persona che faceva il “…Ministro, sta inguaiato….” (vedi l’Informazione del 23/09/2011, ndr.). Franco gli risponde che, “…ormai, tutti i giochi sono fatti…” e che ha necessità di parlare con lui, per delle vicende che si sono verificate a San Marino. A tal riguardo si precisa che, il periodo a cui risale la conversazione in esame, fa riferimento al momento pre-elettorale di quello Stato”. La Dia ipotizza chi possa essere il “…ministro” che “sta inguaiato”. Nella nota scrive: “Soggetto verosimilmente identificato in STOLFI Fiorenzo in quanto nella conversazioni si parla di un Ministro a nome “Fiore” e negli Organi Istituzionali Sammarinesi risulta unicamente un Ex Primo Ministro a nome “Fiorenzo”. Questo, quindi, quanto risulta dall’informativa della Dia. Dal fascicolo dei Pm che contiene anche altre intercettazioni, risultano comunque anche altri nomi di primo piano. Un quadro che impone un approfondimento che avrà di certo ripercussioni sugli attuali assetti politici e su quelli economici.    

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