C’è chi nei giorni scorsi ha palesato la propria soddisfazione per l’operato del Governo in questo (quasi) primo anno di legislatura.
E’ lecito porsi una domanda: quali sono le ragioni per cui bisogna essere soddisfatti?
Forse perché siamo ancora nella black-list italiana?
O forse perché anche nel 2013 il prodotto interno lordo si ridurrà di oltre tre punti percentuali?
Oppure perché la raccolta bancaria è calata di altri 140 milioni di euro nei primi sei mesi dell’anno?
Oppure perché ancora non è stato sottoscritto il memorandum d’intesa con la Banca d’Italia?
Probabilmente perché il numero dei disoccupati aumenta di giorno in giorno?
Oppure perché il crescente disagio sociale ha portato a manifestazioni di protesta senza precedenti?
O magari perché il debito pubblico è sempre più elevato?
Oppure perché in queste ore è esplosa persino l’emergenza rifiuti?
O con ogni probabilità bisogna essere soddisfatti per l’enigmatica riforma tributaria in fase di elaborazione?
Francamente siamo rimasti sbigottiti di fronte a simili affermazioni, che hanno il retrogusto di una presa in giro bella e buona nei confronti dei tanti sammarinesi che sono costretti a convivere con l’incertezza e la precarietà. A loro si dovrebbe chiedere se sono soddisfatti o meno dell’operato del Governo.
Noi Socialisti non ne vediamo di ragioni per essere soddisfatti. Anzi siamo estremamente preoccupati per l’immobilismo e per la mancanza di proposte concrete che possano favorire nel medio-breve termine il rilancio economico, finanziario ed occupazionale del Paese.
Ma ancor di più ci inquieta l’assenza di dialogo e di confronto con le forze di minoranza sulla riforma tributaria. E’ assurda e incomprensibile la scelta di tagliare completamente fuori chi rappresenta il 49,9% dell’elettorato sammarinese dalla discussione su un provvedimento che inevitabilmente avrà un forte impatto sul piano economico e sociale.
L’autoreferenzialità di governo e maggioranza sono del tutto inconciliabili con la necessità di coesione sociale e di condivisione politica che invece richiederebbe l’odierna situazione di emergenza.
Ma noi non ci arrendiamo e continueremo a svolgere il nostro ruolo di prima forza dell’opposizione con serietà e senso dello Stato.
Per queste ragioni, a partire dalla giornata di domani, ci confronteremo sulla riforma tributaria con le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria.
Gli incontri seguiranno questo programma:
– lunedì 14 ottobre ore 15.30 USL e ore 17.30 ANIS;
– martedì 15 ottobre ore 14.30 OSLA e ore 17.30 USOT-USC-UNAS;
– mercoledì 16 ottobre ore 15.00 CSU.