“Il potere giudiziario deve funzionare bene: questo è l’interesse generale di tutti i sammarinesi”

“Il potere giudiziario deve funzionare bene: questo è l’interesse generale di tutti i sammarinesi”

La volontà di riprendere le attività dopo la pausa estiva, l’affievolirsi della preoccupazione Covid ha liberato le nostre menti dalla paura, che è stata in parte riassorbita dalla preoccupazione verso gli incerti scenari economici, esistenziali e sociali del prossimo futuro. E’ nell’ambito della parte razionale della nostra mente che vorrei attivare l’attenzione al seguente problema: è interesse generale e prioritario di tutti i sammarinesi che il potere giudiziario e di conseguenza i suoi organi funzionino bene!
Perché questo interesse individuale e collettivo
Il potere giudiziario, rispetto agli altri poteri, legislativo ed esecutivo, ha la prerogativa, attraverso il tribunale, di incidere sulla libertà personale dei cittadini, sui loro patrimoni e sulla dignità e onorabilità delle persone. Questi tre beni, la libertà personale, la salvaguardia del patrimonio e la dignità rientrano nella categoria dei valori inviolabili della persona umana. Ecco la ragione forte del profondo interesse della comunità sammarinese che il tribunale, nella accezione ampia del termine, funzioni bene.
La nostra tradizione giuridica ci porta a rifocalizzzare alcuni principi inviolabile dello Stato di Diritto: tutti i cittadini devono rispettare la legge e nel contempo tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge. Anche per i magistrati permane il vincolo della soggezione alla legge. In parallelo rimangono ancora vincolanti i principi della separazioni dei tre poteri dello Stato, legislativo, esecutivo, giudiziario, del loro equilibrio secondo i dettami della teoria di Montesquieu, ancora valida negli ordinamenti liberal-democratici dell’Occidente.
Il governo dei giudici, il giudice legislatore, lo Stato dei giudici
Diversi giuristi del calibro di Sabino Cassese (Italia), Robert H. Bork (USA), Bernd Ruthers (Germania) hanno scritto nei loro saggi la nuova tendenza della GIUDIZIARIZZAZIONE DELLA POLITICA. Questi giuristi stanno discutendo sulla tendenza in atto di usare il sistema dell’interpretazione giurisprudenziale “creativa”, in particolare da parte degli organi della giustizia costituzionale, per creare norme, attuando di fatto e in taluni casi sostituendosi al potere legislativo.
Robert Bork , dice: “Lo Stato di Diritto corre il rischio di traslare l’autorità legislativa verso organismi non eletti dal popolo, dunque non rappresentativi e politicamente irresponsabili, oltre che non sottoposti a controlli costituzionali.” Ecco l’origine delle tre espressioni: Il governo dei giudici, il giudice legislatore, lo Stato dei giudici, citazioni che si ritrovano nei saggi dei diversi giuristi citati.
Studiare ciò che fanno gli altri permette di acquisire un insieme di conoscenze, di chiavi interpretative, per capire ciò che avviene al nostro interno. La domanda a cui sarebbe importante dare una risposta è la seguente: il nostro ordinamento è fuori da questi rischi, oppure anche da noi si adottano questi marchingegni e la non pubblicazione di studi dei giuristi e degli osservatori del diritto sul tema, produce la non conoscenza pubblica del problema? Legittima è la domanda: “nel complessivo procedimento del “Conto Mazzini”, compreso anche il ruolo dei Garanti, l’interpretazione si è limitata al campo letterale e logico o c’è stato l’impiego della “interpretazione creativa” ?
L’ampio uso degli esposti
In parallelo sarebbe interessante approfondire l’incidenza nell‘ambito della giustizia ordinaria del sistema degli esposti, rispetto alle denunce e alle querele. Dalla stampa locale possiamo avere informazioni sui seguenti eventi, conseguenti a relativi esposti. Ecco alcune citazioni, il caso della lettera anonima contro esponenti politici e istituzionali, il caso Serenissima e il caso TLC, fino al recentissimo caso dell’Associazione Salute Attiva e alla sua “inedita proposta di apertura di un procedimento di calunnia verso il legale rappresentante”.
A questo punto l’analisi può ritornare alla considerazione iniziale: perché il cittadino e la comunità hanno l’interesse individuale e collettivo al buon funzionamento del potere giudiziario e dei suoi organi. Ma per capire bisogna avere informazioni dei documenti originali, dei procedimenti, delle articolate decisioni, degli effetti che le conclusioni giudiziarie comportano in tema di diritti e delle libertà. Non può essere sufficiente l’affermazione e la notizia: “Ora va tutto bene!!” La partecipazione del cittadino non può essere quella in voga; I like (mi piace), I don’t like (non mi piace). Fornito della documentazione e informazione il cittadino sammarinese e le sue forme associative, hanno la capacità di trarre le loro valutazioni e rispondenze rispetto al modello di buona gestione.
Pilastri della democrazia sono la trasparenza, le libertà e doveri civili e sociali.
Teniamoli in considerazione.

Orietta Ceccoli

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy