Il Resto del Carlino, caso Mercadini e San Marino. Maurizio Burnacci

Il Resto del Carlino, caso Mercadini e San Marino. Maurizio Burnacci

Banche e affari

Caso San Marino: Mercadini patteggia

Avanzata la richiesta alla procura: il manager già condannato a 11 mesi nel
2011

Maurizio Burnacci

Forlì, 12 ottobre 2012 – Siamo al rush finale. E ognuno gioca le sue carte. Più o meno scoperte. Il caso Credito di Romagna e i suoi presunti rapporti spericolati con San Marino approda in udienza preliminare. E lo fa al completo. Ossia: con le due inchieste (quella del 2008, sfociata nel commissariamento della banca, e quella del 2010, a seguito delle relazioni degli ispettori della Banca d’Italia) riunite davanti al giudice Giovanni Trerè.

Una ventina gli indagati, imprenditori e manager (tra loro l’editore riminese Manlio Maggioli e il forlivese Alessandro Fornari, il cesenate Edo Lelli, il notaio Luigi Lamacchia), e comunque tutti quelli che si sono alternati sulle seggiole del consiglio di amministrazione della banca creata da Giovanni Mercadini (e soci) nel 2003. L’accusa ipotizza flussi incontrollati di denaro con montagne di zeri con l’Istituto bancario sammarinese. E per legge una banca di San Marino non può operare in Italia.
Ed è proprio lui, Mercadini, il primo fondatore dell’istituto di via Ravegnana, a tornare al centro della trama: secondo quanto dichiarato dai suoi difensori ai pm Fabio Di Vizio e Marco Forte, Mercadini ha inoltrato la richiesta di patteggiamento. È la seconda volta che il manager sceglie questa strada. La prima volta è stato nel 2011: Mercadini aveva firmato una condanna a 11 mesi e 20 giorni. La richiesta formale di patteggiamento arriverà alla prossima udienza, il 14 dicembre. Con Mercadini avrebbero chiesto di patteggiare altri due indagati, Giorgio Fabbri e Gaetano Rossi.
L’udienza di ieri ha invece vissuto un paio d’ore in cui il team di avvocati ha prodotto una contromemoria difensiva — firmata dal commercialista Roberto Poggiolini — altrettanto corposa rispetto a quella della procura, firmata da Giancarlo Ferruccini. Memoria finita agli atti e in cui gli indagati rispediscono al mittente ogni accusa. E qui le accuse sono quelle di fare attività bancaria in modo abusivo. Ossia, viene contestata la violazione di alcuni articoli del ‘Testo unico bancario’; in particolare, la normativa di riferimento della procura è l’articolo 106, che disciplina l’attività degli intermediari finanziari. Nell’ottica accusatoria, i soci di Credito di Romagna avrebbero infranto la normativa. Costruendo ponti di denaro tra la Romagna e San Marino, proprio: stando alle risultanze della procura, la banca Ibs sarebbe di fatto controllata dal Credito.
 
Maurizio Burnacci

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