Il Secolo XIX, Francesco Bonazzi , Onorificenza a San Marino per il ministro ligure, Scajola nella caverna di Ali Babà

Il Secolo XIX, Francesco Bonazzi , Onorificenza a San Marino per il ministro ligure, Scajola nella caverna di Ali Babà

Il Secolo XIX

Onorificenza a San Marino per il ministro ligure, Scajola nella caverna di Ali Babà

(con buona pace di Tremonti)

di Francesco Bonazzi

per un ministro giramondo
come Claudio Scajola, che a
fine novembre ha portato
conforto a domicilio perfino
alla traballante economia di
Dubai, il viaggio a San Marino sarà
stato poco più che una piacevole gita
fuori porta. Il governo del Titano gli ha
appuntato ieri sulla giacca la massima
onorificenza che si possa concedere a
uno straniero: la Gran Croce dell’Ordine
Equestre di Sant’Agata, riservata
ai veri “amici” della repubblica romagnola. Chissà se il ministro imperiese avrà l’ardire di esibirla in Consiglio dei ministridi fronte al collega Giulio Tremonti, per il quale San Marino è solo una di quelle “caverne di Ali Babà che bisogna cominciare a svuotare”, come disse al Meeting di Comunione e
Liberazione l’estate scorsa.

Il ministro dell’Economia, che in questi giorni sta duellando con Scajola sul finanziamento delle cosiddette zone franche al grido di “non ci sono soldi”, ha fatto della lotta ai paradisi fiscali e al segreto bancario (degli altri) una vera missione. E quella sortita agostana al Meeting di Rimini su San Marino e dintorni era una studiatissima marcia d’avvicinamento alla guerra fiscale che avrebbe scatenato di lì a poco.

Secondo fonti del governo sanmarmnese, lo “scudo ter’ varato il 15 settembre scorso è stata una mazzata da quattro miliardi (oltre 5 punti di Pil) e ora la riapertura dei termini minaccia di far rientrare in Italia un altro miliardo e mezzo.

Insomma, l’antica repubblica romagnola è finanziariamente in ginocchio ed è politicamente isolata, tanto in Europa quanto all’Ocse, per via di un segreto bancario e di una fiscalità “di favore” sempre meno difendibili in tempi di crisi finanziaria. E la riapertura dei termini dello scudo tremontiano, insieme alle pressioni dell’Italia su Bruxelles perché aumenti l’euroritenuta nei confronti dei cittadini che investono in paesi come Austria e San Marino (in cambio del mantenimento del segreto bancario), sono visti dal governo locale come un film dell’orrore.

Ieri, però, sulla Rocca è andato in scena un film rosa: un ministro importante come Scajola è andato a portare «un segnale di amicizia e di collabora zione con San Marino», con una visita che «è stata voluta anche da Silvio Berlusconi». Il ministro per lo Sviluppo Economico, da politico accorto, non ha mancato di sottolineare che il suo “endorsement” al governo sanmarinese è legato alla sua «coraggiosa e difficile azione di cambiamento dell’economia». Un modo elegante per dire: sono qui a certificare che state provando a non vivere solo dell’evasione fiscale italiana. Ma da domani, c’è da giurare che le autorità del Titano sbandiereranno l’amicizia di Scajola, così come fecero a novembre dopo la visita di un altro “grande amico della Repubblica” di nome Renato Brunetta. Casualmente, un altro ministro che non manca mai di marcare le distanze dal Tremonti cacciatore di tesori “offshore”.

Il ministro dell’Economia, quando ha letto la notizia di Scajola “Cavaliere di Gran Croce”, pare che non abbia fatto una piega. Ma sempre ieri, nella cartellina con i lanci di agenzia preparata per il numero uno di Via XX Settembre, c’era una notizia che lo ha fallo felice: la Guardia di Finanza, che dipende dal ministro, ha scoperto un giro di evasione fiscale per oltre 15 milioni proprio a San Marino. Una coincidenza sfuggita perfino alla celeste vigilanza di Sant’Agata, patrona della Rocca, la cui immaginetta da ieri splende sul petto di Scajola.

FRANCESCO BONAZZI

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