Il Segretario di Stato per gli Affari Interni sull’innovazione tecnologica nella PA

Il Segretario di Stato per gli Affari Interni sull’innovazione tecnologica nella PA

Il Segretario di Stato per gli Affari Interni sull’innovazione tecnologica

Condivido le osservazioni critiche di OSLA per le carenze che tutti riscontriamo nell’ambito dell’innovazione tecnologica nella PA, soprattutto nel rapporto con l’utenza.

PA: Funzione Pubblica o Pubblico Impiego?
Il Segretario di Stato per gli Affari Interni è sempre stato il Segretario della PA intesa – non come funzione pubblica (efficienza, economicità, efficacia, rapporto con l’utenza ecc) – ma come pubblico impiego (rapporto di lavoro e dipendenti pubblici).
La differenza è profonda e la stessa struttura amministrativa è organizzata di conseguenza. Per cui oggi uffici e servizi che dovrebbero avere come obiettivo istituzionale il miglior funzionamento della Pubblica Amministrazione, sono in dipartimenti diversi e fanno riferimento a segreterie diverse tanto che l’innovazione tecnologica non è di pertinenza di uffici della Funzione Pubblica-AA.II.. Se la gestione è frammentata non è chiaro chi risponde e gli strumenti e le modalità operative messi in campo non riparano da conseguenti ritardi ed incoerenze. Nella riforma, invece, sono previsti gli organi e la struttura amministrativa della Funzione Pubblica con competenze e ruoli tecnico/manageriali, sia di linea che trasversali, i quali rispondono dell’efficienza dei servizi sotto tutti i punti di vista e si devono fare carico dei progetti di innovazione.
Si deve uscire dalle ambiguità, smettere di pensare al proprio orticello o di andare dietro a preoccupazioni personalistiche. Servono professionalità alte e risorse, ma anche voglia di innovare, di mettersi in gioco e di collaborare a tutti i livelli. Ci si deve aprire alle esigenze del pubblico.

Chi risponde dei ritardi?
Senza una cabina di regia e con la frammentazione di ruoli strategici per la PA, ognuno deve rispondere nel proprio ambito di che cosa realizza a livello politico e di uffici per far funzionare la macchina, perché, ad esempio, se la marca da bollo resta imperante, o se le singole procedure amministrative non vengono semplificate, al cittadino arrivano solo segnali di ritardo ed inadeguatezza nonostante complessivamente si lavori per l’innovazione.
Di lavoro ce n’è per tutti ed in diversi settori soffriamo di ritardi decennali.

Consapevolezza e buona volontà
I tempi della nostra macchina sono troppo lunghi e l’attività è troppo “faticosa” in relazione agli obiettivi! Nella frammentarietà che dicevo, sono stati conseguiti risultati meritevoli: casi di semplificazione, risparmio e riduzione della carta ce ne sono, seppure non abbiano fatto clamore. Permangono inoltre problemi di coordinamento, coerenza e sfruttamento complessivo della tecnologia in uso, e non di rado, per poter agire si devono affrontare ostacoli e combattere contro incrostazioni e rigidità. La Segreteria AA.II. ha impartito direttive e promosso delibere di Congresso e di Consiglio Grande e Generale, ha direttamente gestito e gestisce più di un progetto, e perfino firmato un accordo con l’amico Ministro Brunetta, a cui in questi giorni ho fatto i miei complimenti per l’avvio della Pec (non senza una dose di sana invidia).
… dunque massimo impegno
La situazione in cui si trova oggi la Repubblica impegna tantissimo e finora ha tolto spazio alle decisioni sulle riforme nella PA.
Comunque non demordo, né sulle leggi di riforma né sull’innovazione.
Sono quasi ultimati i mega progetti di legge su uffici, profili di ruolo e titoli di studio, in cui saranno definiti i nuovi ruoli della Funzione Pubblica. E martedì prossimo siamo a Roma al Ministero della Funzione Pubblica per mettere a profitto l’importante rapporto instaurato, soprattutto ai fini dell’innovazione nella nostra P.A.
Gli Uffici, ma anche la politica e le OO.SS. devono però in questa fase contribuire davvero al cambio di passo.

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