Il Segretario agli Interni: «Per la prima volta il personale non sarà assegnato ad un singolo ufficio ma all’intero dipartimento».
CARLA DINI – Stop al precariato, più flessibilità e mobilità interna, ma anche valorizzazione delle competenze». Questi i tasselli alla base «del puzzle» per la riforma della Pubblica amministrazione che il Segretario agli Affari interni, Elena Tonnini, ha illustrato ieri nella conferenza del Congresso. Dopo l’incontro con le organizzazioni sindacali campeggiano due interventi: un decreto sulla mobilità del settore pubblico allargato con la copertura dei profili di ruolo e la riforma delle norme di disciplina dei dipendenti pubblici. Un lavoro che, precisa, «parte dal secondo fabbisogno, ratificato in aula a settembre 2021».
«Per la prima volta il personale pubblico non sarà assegnato ad un singolo ufficio, ma piuttosto – rimarca Tonnini – al dipartimento a cui l’ufficio afferisce». Il che comporta la possibilità di essere spostato sulla base di una richiesta volontaria o di esigenze del Dipartimento, «superando la struttura rigida impostata sul fabbisogno del 2016 a favore di una maggiore flessibilità e mobilità anche tra dipartimenti, per ricollocare chi è in soprannumero».
Articolo tratto dal Corriere di Romagna