L’INCHIESTA. I prelievi dalle società per foraggiare i complici versando loro l’Iva che veniva evasa dall’organizzazione
Sulle fiduciarie tramite le quali operavano in tre la polizia tributaria ha accertato il passaggio di milioni di euro che venivano redistribuiti ai vari personaggi della banda 15/10/2009 e-mail print
A Simone VoltolinUn punto sul quale si sono scervellati i finanzieri del maggiore Paolo Borrelli della tributaria era il modo in cui l’iva evasa veniva restituita agli imprenditori. Uno dei sistemi era tramite le fiduciarie a San Marino grazie alle quali Andrea Ghiotto e i complici Stefano Parise e Gabriele Signorin avrebbero gestito parecchi quattrini. Si parla di milioni di euro da spartire tra molti degli attori della maxievasione per la quale venerdì scorso la Finanza ha dato esecuzione a 13 ordinanze di custodia, 11 delle quali finora eseguite. All’appello mancano sempre Angelo Dari, 40 anni, di Arzignano e lo slavo Vladica Blagojevic, 43 anni.
CONFESSIONE. Ghiotto, 38 anni, quando viene interrogato in carcere spiega tante cose al pm Marco Peraro. Confessa di tenere i rapporti con Andrea Bertoldi, 47 anni, di Valdagno ritenuto il capo dell’associazione per delinquere finalizzata all’evasione dell’iva, e di fatto il padrone della Cori International, amministrata sulla carta da Lucia Gonella, azienda al centro del meccanismo truffaldino. «Bertoldi si comportava da titolare della Cori perché era lui che prendeva le decisioni», racconta Ghiotto alla presenza degli avv. Lucio Zarantonello e Sara Motta. La Cori pretendeva la restituzione del 15% dell’iva pagata. «La Cori – aggiunge a fine luglio in carcere – mi fu presentata da Simone Voltolin, con il quale avevo già iniziato a fare queste cose. Nel 90% dei casi noi venivamo pagati tramite bonifici bancari. I soldi che incassavamo li trasferivamo a San Marino, o tramite bonifici o assegni circolari girati alla fiduciaria FIN Project, la quale per consegnarci il contante si tratteneva il 2%».
Nella Repubblica del Titano di solito ci sarebbe andato Parise. «Comunque a volte sono andato anch’io – spiega Ghiotto – e altre volte andava Signorin. Eravamo in tre ad avere le possibilità di eseguire le operazioni». Altra fiduciaria era la Trecentouno. Prima di ricorrere alle società sanmarinesi il contante era prelevato dai conti correnti delle società di Ghiotto. Il meccanismo della frode dell’iva durava da anni. «Poi sono insorte difficoltà con le banche e siamo perciò ricorsi a San Marino», risponde il presidente del Grifo. «Altre volte, su indicazione specifica di Signorin, erano emessi assegni circolari trasferibili, intestati a persone straniere, anche cinesi, che venivano poi consegnati a Signorin». Per il 2007 solo nel rapporto tra la Trade Import Expor di Ghiotto e la Cori International della coppia Bertoldi-Gonella sono stati divisi 673 mila euro. Ci sono poi i rapporti tra Cori e Globo Pellami (1,5 milioni di iva), altra ditta di Ghiotto e tra Globo Pellami ed Edelweiss (1 milione di iva). Insomma, un sacco di soldi che non venivano versati allo Stato e servivano per mantenere alti tenori di vita e a molte altre cose ancora.
INTERROGATORI. Oggi sarà il turno di Lucia Gonella, 37 anni, di Arzignano, e Marco Buvoli, 49 anni, di Gambugliano, ad essere interrogati dal gip Stefano Furlani. La donna è l’unica ai domiciliari per motivi famigliari. Intanto, a breve sarà sentito dal pm Peraro l’imprenditore Voltolin (avv. Giancarlo Schiavo), titolare della conceria Sica, che vuole collaborare per chiarire la propria posizione. Per il gip Furlani l’inchiesta dimostra che nel distretto di Arzignano-Chiampo c’è «una elevata capacità professionale delinquenziale di natura economica, tale da alterare la dinamica concorrenziale».
Ivano Tolettini
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