Il testo del discorso di saluto e di ringraziamento rivolto dalla comunità a Don Massimo

Il testo del discorso di saluto e di ringraziamento rivolto dalla comunità a Don Massimo

Caro Don Massimo,

questa comunità si è riunita oggi attorno a te per celebrare il giorno del Signore e per ringraziarlo del dono di questo periodo che sei rimasto con noi.
Sei arrivato come responsabile dell’oratorio.

La sostituzione del sacerdote che, con il suo carisma
ed entusiasmo tipicamente salesiano, aveva fondato l’oratorio e lo aveva fatto crescere per 19 anni,
non era facile; però tu hai mostrato, da subito, di avere un progetto al riguardo: hai saputo creare
una nuova squadra che gradatamente e con motivazione, sta cercando di costruire un oratorio che
sia soprattutto un luogo di fede e una struttura capace di auto generarsi.
Nel frattempo, circa un anno fa, è arrivato l’incarico a Parroco.

Ti sei fatto carico, con l’aiuto di Don Ivano e Don Giorgio, dell’intera parrocchia, delle sue chiese e
delle tante attività.

Hai dimostrato di avere le idee chiare e di avere ben presente la via da seguire; l’anno passato in
oratorio ti ha dato modo di studiare la comunità e di capirne vizi e virtù.
Hai saputo chiedere e ottenere l’aiuto di vari laici che hanno condiviso la tua visione dell’agire.
Molti hanno così scoperto il piacere di sentirsi parte attiva della Chiesa. Questo ha favorito la
creazione di una parrocchia viva, ricca d’idee, in cui chi ha voglia di impegnarsi e partecipare, può
farlo, nel contesto di un gruppo disponibile al confronto e ricco di talenti, di dialettica e di
stimolanti differenze.

Caro Don Massimo, tu sei stato per noi un gran pastore!
Hai guidato il tuo gregge sulla via che avevi ben chiara, quella che porta alla salvezza. Hai atteso
che tutte le pecorelle arrivassero, sia quelle più veloci e vicine alla guida, che quelle più lente.

Ci hai dato sicurezza con la tua parola, che sembra capace di aprire le acque come fece Mosè.
Ci hai dato energia con i consigli e le tue risposte sempre pronte, che sono state per noi dei
“comandi”, per la convinzione con cui ti esprimi. Ci hai incoraggiato a cambiare il nostro modo di vivere la fede, a essere “cristiani veri”.
Ci hai incitato ad essere cristiani “coerenti”, in tutte le manifestazioni della nostra vita sociale, a
partire dalla famiglia, e poi nel lavoro e nella società civile.
Sei stato poi un gran maestro!
Ci hai rammentato che solo Cristo è la Via, la Verità e la Vita.
Ci hai insegnato che essere veri cristiani è scomodo, ci si sporca le mani e talvolta si è perdenti su
questa Terra.
Ci hai ricordato che Cristo non è venuto a proporci il “quieto vivere”, come obiettivo, ma la
salvezza eterna.
Ci hai mostrato cosa vuol dire essere “membra vive” del corpo della Chiesa di Cristo.
Ci hai fatto capire che essere cristiani non è “politically correct”, che il relativismo è il peggiore dei
mali, che anche se ognuno è libero di fare quel che crede, però la Via che porta alla salvezza è solo
una.
Ci hai insegnato che esiste un “padrone del mondo” che tutti i giorni ci spinge a uniformarci alle
mode, agli usi, ai costumi del momento.
Ci hai fatto capire che bisogna lottare contro il “padrone del mondo”, anche se è difficile, perchè è
più comodo seguire la corrente.
Ci hai aiutato a ‘sbloccare’ le nostre ali, perché noi siamo fatti per “volare”, ma spesso lo
dimentichiamo perché è più facile rimanere a terra e accontentarsi del “pastone” con cui qualcuno
vuole addomesticarci.
Ci hai ricordato che esistono dei valori fondamentali che devono guidarci nel nostro agire, che sono
poi quelli cristiani.

Hai saputo scuoterci, svegliarci, farci ‘riscoprire’ com’è bello essere ‘affamati’ di Dio.
Sei stato coraggioso!
Hai saputo puntare il dito contro i pregiudizi, contro i mali del nostro tempo, del nostro Paese.
Hai saputo mantenere l’occhio da osservatore attento ed obiettivo della nostra realtà.
Ti sei addentrato, nelle tue omelie, in discorsi scomodi, capaci di stimolare le coscienze delle
persone e dei cittadini.
Hai portato la tua parola in luoghi e contesti non usuali.
Hai saputo mostrare anche le tue debolezze di uomo, e per questo ti abbiamo apprezzato ancora più.
Sei stato anche un amico, per molti di noi!
Sei stato l’amico “vero”, quello che vuole il tuo bene, la tua salvezza.

Per tutte queste qualità, e per il tuo impegno, sentiamo il dovere, caro Don Massimo, di
ringraziarti di cuore.
Ci sentiamo privilegiati per averti conosciuto e apprezzato.
Ora la nostra comunità si accinge a salutare nuovamente, e dopo poco tempo, il proprio parroco.
Sia per i tempi ravvicinati in cui questo fatto si ripete, ma ancor di più per l’unione che si era creata
tra te e questa comunità, questa è per noi una prova difficile.
Siamo consapevoli che questo trasferimento sia ancora più difficile per te, anzi forse è la prova più
dura che ti poteva essere chiesta.
Accettando la proposta che ti è stata fatta, pur coi dubbi ed i timori comuni a tutti gli uomini, ci hai
mostrato concretamente cosa vuol dire “sia fatta la Tua volontà”.
Per questo esempio, anche noi abbiamo accettato con senso di responsabilità questo disegno di Dio,
seppure sia naturale il dolore e un po’ di disorientamento, specie da parte dei giovani.
Siamo però convinti che la tua opera sia in questo momento necessaria nella fraterna comunità
salesiana di Codigoro e che, sia per te, che per noi, valga quanto disse Cristo: “Chiunque avrà
lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento
volte tanto e avrà in eredità la vita eterna.”
Grazie Don Massimo, anche per quest’ultimo tuo insegnamento.
Un ringraziamento sentito va anche al nostro Vescovo Monsignor Negri, che ti ha apprezzato e
incoraggiato ad andare avanti.
Ora cercheremo di essere terreno fertile per il seme che hai piantato.
Cercheremo di lavorare alacremente il terreno delle nostre anime, affinché il grande albero della
Chiesa possa essere ancora più rigoglioso e dare nuovi frutti, possa essere riparo e conforto per chi
cerca rifugio, possa essere il segno veritiero, qui in questo territorio, che il nostro è un cammino che
porta verso il cielo.
Cercheremo di mettere in atto quanto abbiamo appreso da te e le tue raccomandazioni.
Cercheremo di portare avanti i progetti, di far crescere la comunità, di renderla ancora più viva.
Saremo “esigenti”, come ci chiedi tu, consapevoli che questo è un modo per crescere.
Saremo “obesi di Dio, della Sua parola, delle fede”.
Ci interrogheremo sulle parole del Vangelo, sulla nostra vita, sulla nostra parrocchia e cercheremo
di rafforzare la nostra fede.
Questo è il nostro impegno.
Vorremmo farti ritrovare una comunità unita e attiva, quando ci sarà occasione di rivedersi o
meglio, di riprendere, se Dio lo vorrà in futuro, la guida della nostra comunità.
Ora ci affidiamo con fiducia, come tu vuoi, nelle mani del nostro nuovo pastore Don Roberto.
Siamo consapevoli che troverà una realtà con alcuni limiti, ma anche con molte risorse umane e
spirituali, frutto del tuo lavoro e di coloro che ti hanno preceduto.
Noi chiediamo al Signore che ti possa sempre lasciare questo desiderio forte che hai di Lui, e ti
sostenga sempre nel tuo ministero sacerdotale ovunque sarai, che ti aiuti a realizzare il disegno che
ha per la comunità di Codigoro, che ti metta al fianco un gruppo di persone capaci di aiutarti nella
tua missione.
Siamo ad ogni modo incamminati verso la stessa meta e speriamo quindi di rivederci tutti nella
patria celeste.
Da ultimo, Caro Don Massimo, ci sentiamo di sostenerti, di darti merito di aver agito per l’obiettivo
che ti diede il tuo superiore, quando ti comunicò il tuo trasferimento presso la nostra parrocchia.
Ti disse: “Cerca di riportare la Libertà nel paese della libertà!”.
Essere liberi non vuol dire poter fare quello che si vuole, ma volere ciò che è “vero” con la propria
intelligenza, volontà, capacità di decidere.
Gesù disse “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la Verità
e la Verità vi farà liberi”.
Se dunque Lui è la Verità, e la Verità ci farà liberi, per tutto quello che hai fatto per noi, è anche
merito tuo se domani potremo dire con maggiore convinzione, a chi si accinge ad entrare nel nostro
Paese, “Benvenuti nell’antica terra della libertà”.

Grazie Don Massimo!

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