Il volontariato è una cosa seria

Il volontariato è una cosa seria

Il volontariato è una cosa seria
Da diverso tempo leggo articoli sui giornali e vedo interviste in televisione in materia di solidarietà. Questo fenomeno quasi comicamente si intensifica notevolmente nei mesi di dicembre e gennaio.
Seguo la cosa con un certo interesse in quanto da tanti anni,  per quello che posso, do il mio piccolo contributo. Da sempre sono molto vicino a Noi per Zambia, sono tra i fondatori del Germoglio e collaboro con Carità senza Confini.
Ho fatto esperienze in Albania con Croce Rossa e Associazione Aghimi circa 20 anni fa.
Sono stato quattro volte in Zambia di cui tre con Noi per Zambia e una con Carità senza Confini, inoltre ho fatto brevi esperienze con  Padre Marcellino e con i salesiani in Congo.
Penso di aver visto tanto e imparato qualcosina sulla materia in questione.
Questa mia introduzione non vuole essere smania di protagonismo ma bensì un aiuto concreto ai tanti bisognosi sparsi nel mondo e per correttezza nei confronti di coloro che dedicano la loro vita in modo totale a questa gente, missionari come Padre Marcellino, Padre Max, Suor Ilaria, Maria Pia e tanti altri.
Lo spunto me lo dà un articoletto apparso su TARGET di novembre-dicembre nella pagina 22 a firma di Marco Mazza.
Trascritto da Target: “San Marino for the children nasce nel 2007 da una iniziativa di Marino Forcellini…. Dopo aver costruito il Villaggio Angelo in Zambia, la nostra associazione si sta concentrando in Malawi.”.
La cosa mi ha fatto sobbalzare dalla sedia e dopo averlo letto più volte mi sono detto: è ora che a San Marino si faccia chiarezza su questo villaggio Angelo in Zambia convinto che l’articolo si riferisca a Malaika Village che si trova a circa sei chilometri da Luanshya. Se così è, mi auguro che il firmatario dell’articolo faccia una chiara smentita in quanto ha preso un abbaglio altrimenti mi metterò in contatto con Max Laudadio di Striscia la Notizia.
Per raccontare la storia di Malaika Village bisogna partire da molto lontano e non dal 2007 come dichiara Marco Mazza.
Non essendo un abile scrittore non mi sarà facile raccontare la storia del Malaika Village e non del Villaggio Angelo, ad ogni modo tenterò di essere il più chiaro e corretto possibile.
Dopo nove anni di andirivieni fra Italia ed Africa, il 22 novembre del 1994 una straordinaria donna di nome Maria Pia Ruggeri, di Carpegna, incurante della sua villa, dei suoi due laboratori, della sua vita da benestante, lascia tutto e si trasferisce stabilmente in centro Africa ossia in Zambia con il preciso scopo di aiutare i bimbi denutriti.
Non sto ad elencare tutti i sacrifici, i rischi, le umiliazioni che corre una donna bianca ad esporsi in quei luoghi.
Il sottoscritto fin dall’inizio è in rapporto con Maria Pia e la cosa è dimostrabile. Nel 1998 sempre Maria Pia e non altri, come si racconta a San Marino, acquista l’area in questione con l’intento, all’epoca, di costruirvi delle casette per orfani.
Mano a mano che passa il tempo aumentano i simpatizzanti che credono nell’opera di questa donna instancabile e dotata di una notevole managerialità. Le donazioni principalmente stanno arrivando dalle province di Pesaro, Ancona, Fermo e San Marino continuando fino a Genova e Strasburgo. Da questa moltitudine di persone sono arrivate le risorse  che ci hanno permesso di costruire un bellissimo villaggio dotato di scuole, asilo, centro nutrizionale e casa di accoglienza per medici e infermieri che serviranno per rendere operativo l’ospedale costruito con fondi provenienti dalla città di Fermo e non da San Marino come si racconta. Inoltre dal 2000 ha inizio, prevalentemente da San Marino e Carpegna, la spedizione di container nei quali si stivano le cose più svariate.
Dall’attrezzatura per l’edilizia a prodotti alimentari, dagli indumenti imbustati da Graziella ai cavi elettrici o tubi per le fogne fino alla vernice per le case. Tutte cose spesso avute in dono o con costi bassissimi da ditte sammarinesi e italiane. Il tutto stivato nei contenitori con fatiche sovrumane da parte di tutti i partecipanti che, successivamente, si recavano o si recano sul luogo come volontari per fare i più svariati lavori.
Per motivi di spazio sono costretto a tralasciare tante cose.
Andando verso le conclusioni affermo che il Malaika Village è stato costruito per volere di Maria Pia Ruggeri e Noi per Zambia, costruito con personale zambiano coadiuvato da tanti volontari e da tanti benefattori.
Infine tengo a sottolineare che è molto scorretto in tutti i settori appropriarsi di cose e meriti altrui. Ma è mille volte peggio farlo in materia solidale. A tutti va dato lo stesso valore.
Tento di farmi capire meglio.
I dieci euro della pensionata hanno lo stesso valore dei diecimila dell’industriale; l’aiutare a caricare un container ha lo stesso valore del lavoro di mesi per organizzarlo. Se non abbiamo capito questo… non abbiamo capito nulla del volontariato.
Per eventuali chiarimenti su quanto scritto o quant’altro dopo le 18 con una scheda da € 5,00 si può conversare per 75 minuti con Maria Pia Ruggeri: 00260966787701 (cellulare).
Per dovere e onestà, ma con tanta delusione ed amarezza.
                                Marino Pelliccioni

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