Ilsole24Ore.com, F. Machina Grifeo, San Marino apre alle indagini del Fisco sull’antiriciclaggio

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San Marino apre alle indagini del Fisco sull’antiriciclaggio
F. Machina Grifeo

Mentre la diplomazia e i tecnici di San Marino, proprio in queste ore, tentano di scongiurare l’ingresso della Repubblica del Titano nel nuovo elenco dei paesi black list, i rapporti di collaborazione con l’Italia segnano finalmente un punto positivo. Con una importante sentenza che porta la data di ieri, infatti, per la prima volta il Governo italiano, tramite la Guardia di finanza assistita dall’Avvocatura di Stato, viene riconosciuto come parte interessata e ammesso in giudizio in un procedimento promosso contro una società sanmarinese indagata per riciclaggio e frode fiscale.

Una decisione inedita che fan ben sperare per i futuri rapporti con la Repubblica del Titano e che giunge al terzo grado di giudizio, confermando così definitivamente l’accoglimento delle richieste di perquisizione e sequestro nei confronti di una fitta trama di società finanziarie operanti a San Marino; seppure non permettendo alla Guardia di Finanza italiana di operare in prima persona.

Le indagini delle Fiamme Gialle partono nel 2007 con una segnalazione all’autorità giudiziaria di Roma dell’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata al compimento di reati quali l’abusivismo finanziario e dei servizi di investimento, il trasferimento fraudolento di valori e il riciclaggio attraverso il reimpiego dei capitali in attività commerciali e finanziarie.

L’associazione risultava largamente presente nel sistema finanziario italiano attraverso una serie di fiduciarie e società di leasing appositamente costituite per il transito dei capitali che avevano il proprio corrispettivo in altrettante società costituite presso San Marino ma anche a Madeira, in Portogallo, e in Vanuatu, una repubblica indipendente dell’emisfero australe. E un giro d’affari valutato intorno ai 100 milioni di euro. Il sistema con cui operavano era quello dei doppi mandati fiduciari posti “in colonna”, un metodo che permette nei successivi passaggi di denaro o assegni di far perdere le tracce rendendo molto difficile l’identificazione del vero titolare del rapporto.

A questo punto l’Italia avanzava un rogatoria internazionale chiedendo la cooperazione di San Marino sulla base degli impegni assunti con la firma della Convenzione europea di assistenza giudiziaria di Strasburgo del 1959 ratificata soltanto nel marzo 2009, in modo da procedere alla perquisizione e sequestro della documentazione contabile, bancaria e societaria.

Il giudice di Terza istanza di San Marino ha ammesso la richiesta argomentando che atti e documenti trasmessi dall’Italia «forniscono un riscontro probatorio adeguato» ed anzi addirittura «superiore alle esigenze del giudizio di exequatur», dai quali traspare «la movimentazione di ingenti somme tra Italia e San Marino mediante operazioni anomale e per più versi irregolari, poste in essere con lo scopo evidente di occultare la provenienza del denaro con la consapevolezza della sua provenienza illecita». Ragion per cui conclude il Tribunale «il processo penale italiano viene portando alla luce una società criminale estremamente efficiente» e dunque «è semplicemente doveroso prestare l’assistenza richiesta».

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