IlSole24Ore, Il retroscena. L`intromissione della politica Dal passo falso la sfiducia dell`Italia, Lionello Mancini

IlSole24Ore, Il retroscena. L`intromissione della politica Dal passo falso la sfiducia dell`Italia, Lionello Mancini

IlSole24Ore

Il retroscena. L`intromissione della politica Dal passo falso la sfiducia dell’Italia
Lionello Mancini.

Dopo appena 5 o 6 giorni di ispezione, a fine gennaio alla Banca centrale di San Marino (Bcsm) era evidente la gravità della situazione della Banca Partner; ma proprio negli stessi giorni sul Titano si era scatenato un inferno di polemiche contro il «gruppetto di italiani» che «spadroneggiavano» in Bcsm con le loro rigide regole, i loro «metodi antiquati», i loro contatti fitti fitti con le istituzioni romane e internazionali; uno di quegli «stranieri», il capo degli ispettori Stefano Caringi, aveva addirittura osato, il 6 ottobre 2009, rispondere alle domande dei Pm di Forlì, nell`inchiesta che a maggio aveva incarcerato il gotha della locale Cassa di Risparmio e della sua (illecita) emanazione italiana, il gruppo Delta.

Proprio in quei giorni a cavallo tra gennaio e febbraio, dunque, il presidente della Banca centrale, Biagio Bossone e il direttore generale, Luca Papi, venivano attaccati da giornali e siti locali, da partiti di ogni colore, persino da alcuni ministri del governo in carica. Il tutto, proprio mentre Via del Voltone, sede della Banca centrale, si scervellava per tenere in piedi le finanze della Rocca minate , dallo scudo fiscale italiano.

Ma succede così, sul Titano, ogni volta che la politica è in difficoltà.

Comincia a battere la grancassa della Sammarinesità violata: le teste si scaldano, i problemi veri spariscono e l`unico refrain diventa «la difesa dello Stato sovrano» dallo straniero.

È cronaca, dunque, che proprio negli stessi giorni dell`ispezione alla Partner veniva fatto lievitare lo psicodramma culminato il 4 febbraio quando il Governo (meglio, il suo potente allora ministro delle Finanze, Gabriele Gatti) cacciò Caringi, grande tecnico, stimatissimo ovunque tranne che a SanMarino.

Solo cinque giorni dopo, il 9 febbraio, se ne vanno sbattendo la porta sia Papi sia Bossone, dopo aver firmato una durissima lettera di accuse sulle ingerenze subite. Nella lettera (secretata dal Parlamento) si citano diversi casi di intromissione da parte della politica. Tra questi, le manovre per, favorire una compagnia di assicurazione, l`intralcio alle verifiche su un paio di finanziarie e la mano pesante del solito Gatti proprio sull`ispezione appena avviata in Banca Partner.

Le dimissioni e il je accuse del vertice Bcsm scavalcano le mura della Rocca per investire Roma (Banca d`Italia e Tesoro), Bruxelles (Commissione europea) e persino, oltreoceano, il Fondo monetario, che chiede ragione a San Marino di una simile invasione di campo. Un vero shock per l`annaspante – ma non per questo meno arrogante – casta politica locale, che da quel momento comincerà a pietire, inascoltata per deficit di credibilità, l`attenzione e la benevolenza dell`Italia.

Torniamo al calendario. Nel pieno delle tensioni di quei giorni, il i8 febbraio, Papi (già dimissionario), per senso del dovere segnala riservatamente il caso Partner al Comitato per il credito e il risparmio, organismo politico formato da quattro ministri e presieduto dal titolare delle Finanze, con una lettera talmente dettagliata che avrebbe richiesto la prosecuzione dell`ispezione, seguita dall`adozione di tempestive contromisure. Invece, almeno all`apparenza, nel sistema bancario sammarinese in questi mesi non è accaduto nulla.

In Via del Voltone, invece, c`è stato grande fermento: dalla fulminea presidenza di 50 giorni di Ezio Paolo Reggia (che oggi ripete agli amici: «Se ho tagliato così corto, qualche motivo ci sarà ben stato…»), all`arrivo del nuovo dg, Mario Giannini (imposto, chissà perché, dalla mite segretario agli Esteri, Antonella Mularoni), alle dimissioni di altri funzionari di rilievo, al piano di assunzione ancora sulla carta di 7 addetti per rianimare l`esangue Vigilanza; infine una costosa due diligence sull`operato degli «italiani incompetenti» cacciati a febbraio, con un esborso di 250 mila curo. Quanto al resto, vale la pena di segnalare i 5 miliardi di raccolta drenati dallo scudo fiscale e la sostituzione alle Finanze di Gabriele Gatti con Pasquale Valentini, dopo varie contorsioni partitocratiche che solo i sammarinesi riescono a seguire, se non proprio a decrittare.

Roma, intanto, non perde occasione per ricordare al Titano che l`aria è cambiata, che lo scambio di dati automatico sui flussi finanziari non è un optional, che ormai servono fatti e non più contrite o furbe promesse. Ed è di pochi giorni fa il gentile ma fermo monito del nuovo comandante della Gdf, Nino Di Paolo: «San Marino e la Svizzera devono capire che aprirsi è un loro interesse. Perché deve esistere ancora il segreto bancario?» A buon intenditor…

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