Associazione per delinquere, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, occultamento o distruzione di documentazione contabile, indebite compensazioni d’imposta e falsità in scrittura privata. Sono questi i reati contestati dalle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Ascoli Piceno nell’ambito di una complessa e articolata indagine delegata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Fermo guidata dal Pm Raffaele Iannella che ha portato alla scoperta di un maxi giro di fatture false per oltre 100 milioni di euro emesse dal 2007 al 2011. L’indagine, condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Ascoli Piceno, spiegano le Fiamme Gialle, ha costituito lo sviluppo di un’attività finalizzata all’individuazione di un’articolata evasione fiscale connessa agli scambi commerciali con la Repubblica di San Marino e altri paesi comunitari.
Lo schema della frode carosello
In pratica alcune aziende commerciali e manifatturiere del fermano e del maceratese, attive nei settori del pellame, accessori per calzature e materie plastiche, hanno fraudolentemente costituito illeciti crediti Iva, beneficiando conseguentemente di rimborsi e compensazioni non spettanti, mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti secondo il noto schema delle cosiddette «frodi carosello». I promotori dell’attività illecita, ha sottolineato la Guardia di Finanza, sono risultati già arrestati in passato per per analoghe accuse.
Trentadue soggetti denunciati, seguestro di immobili, auto e conti correnti
L’operazione ha portato alla denuncia all’Autorità Giudiziaria di 32 soggetti e all’emissione del decreto di sequestro preventivo da parte del Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Fermo, Sebastiano Lelio Amato, di beni mobili e immobili nonché conti correnti bancari e postali riferibili agli indagati e alle società coinvolte, fino alla concorrenza complessiva di circa 33 milioni di euro. In esecuzione del provvedimento, si evidenzia che effettivamente sono stati interessati diversi rapporti finanziari e quote societarie, un immobile a un immobile a uso abitazione e 11 autoveicoli.
Le violazioni contestate
Undici verifiche fiscali hanno consentito di segnalare agli uffici finanziari violazioni alle imposte sui redditi per oltre 82 milioni di euro, all’Iva per oltre 31 milioni di euro, indebite compensazioni d’imposte per quasi 3 milioni e materia imponibile Irap evasa per oltre 81 mln. Rilevanti anche gli importi delle ulteriori fatture per operazioni inesistenti segnalate agli altri Reparti del Corpo sul territorio nazionale, già quantificati in circa 14,3 milioni. Nel corso degli accertamenti, infine, sono state operate contestazioni anche alla normativa antiriciclaggio, in conseguenza del trasferimento di denaro contante oltre le soglie consentite, per oltre 7,3 milioni.