Informazione di San Marino: “Governo quereletor, 10 esposti in due anni… e non li racconta tutti”

Informazione di San Marino: “Governo quereletor, 10 esposti in due anni… e non li racconta tutti”

Il dato risulta dalla risposta ad una interrogazione di Repubblica futura ma il quadro non appare completo.

ANTONIO FABBRI – La domanda dell’interrogazione di Repubblica futura era chiara: sapere quante azioni legali il governo o i suoi membri hanno intentato nei confronti di soggetti che esprimano le proprie critiche nei confronti del Congresso di Stato.

Come spesso accade il governo non ha risposto o ha risposto parzialmente, giocando sulle parole e non sul senso delle risposte da fornire agli interroganti e, più in generale, a tutti i cittadini.

Nonostante la risposta, elaborata dal Segretario agli Interni Elena Tonnini, sia parziale e non la racconti tutta, emerge chiaramente che di impulso del Congresso di Stato in tutto sono state intentate in un paio d’anni, almeno 10 azioni legali. Questo sono quelle che la risposta all’interrogazione riporta, però. Perché ad esse vanno sommate le iniziative di singoli Segretari di Stato verso privati cittadini, giornali, soggetti vari.

Risposta, questa, che non viene data nonostante l’interrogazione premettesse chiaramente: “In considerazione delle numerose notizie circa il forte attivismo del Congresso di Stato e dei suoi componenti, tramite un frequente ricorso all’autorità giudiziaria, nel presentare esposti, segnalazioni, direttamente o per il tramite dell’Avvocatura dello Stato (o di altri uffici dell’Amministrazione?), si resta perplessi di fronte ad un siffatto atteggiamento piuttosto controverso. In particolare, tale propensione, appare spesso anche dagli interventi pubblici di esponenti di Governo, quando gli argomenti si fanno insidiosi, oppure a causa di atteggiamenti non proprio ponderati del Governo stesso, che inducono i Cittadini ad esprimere la propria  indignazione”.

Ebbene, per comprendere quanto la risposta sia incompleta, e fornisca dunque per certi versi un quadro falsato circa l’“attivismo querelatorio”, se così si può definire, del Congresso di Stato e dei suoi membri, basti pensare che non riporta nel conteggio il famigerato esposto nei confronti di “Serenissima” da parte del Segretario di Stato Roberto Ciavatta. Esposto che non riguardava solo Serenissima, ma era triplo. Esposto dal quale, infatti, ha preso le mosse il provvedimento del Dirigente del Tribunale Giovanni Canzio che ha disposto l’apertura di tre procedimenti penali, uno appunto quello su Serenissima che ha portato otto cittadini ad essere indebitamente indagati, più altri due -lo si evince chiaramente dal provvedimento di Canzio- dei quali al momento non è noto il contenuto, né quale percorso giudiziario abbiano avuto. Quello che è certo è che anche per queste altre due segnalazioni il Dirigente Canzio ha disposto l’apertura di “apposito procedimento penale”.

Dunque, contando anche questo esposto di Ciavatta, le azioni legali che hanno preso le mosse da azioni del governo o dei suoi membri salgono già a 13.

Senza contare poi le azioni, presumibilmente sempre di singoli esponenti politici, nei confronti di privati cittadini che hanno espresso la loro opinione sui social. Senza contare, ancora, le azioni civili, le costituzioni di parte civile per le quali il governo ha dato mandato.

A conti fatti le azioni giudiziarie intentate o promosse o ispirate dall’esecutivo, potrebbero arrivare, se non superare, le venti unità, comunque ben oltre il dato ufficialmente comunicato nella risposta all’interrogazione di Rf.

D’altra parte che non la si racconti tutta, si comprende dalla stessa risposta. “Il dato riferito al numero degli atti presentati da singoli componenti del Congresso di Stato non è disponibile in quanto la segnalazione di fatti costituenti reato può essere effettuata anche senza il supporto dell’Avvocatura dello Stato”. Il che non pare un buon motivo per tacerli.

Ma come viene giustificata l’azione dei singoli Segretari di Stato? Viene richiamato il “Codice di condotta per gli agenti pubblici” l’agente pubblico (e quindi anche i singoli membri del Congresso di Stato) è tenuto ad effettuare denunce e segnalazioni in vari casi tra cui quello in cui venga “a conoscenza nell’esercizio, o come risultato dell’esercizio, delle sue funzioni, di qualsiasi elemento, indicazione o ragionevole sospetto di attività illecita o criminale concernente la funzione pubblica”.

Non pare, ad esempio, che cittadini che scrivono liberamente le proprie opinioni su un giornale o su facebook esercitino una attività “concernente la funzione pubblica”. Sembra pertanto che la norma venga citata, per determinati casi, in maniera fuorviante e un po’ a sproposito. Ma tent’è. La risposta all’interrogazione elenca solo i dieci esposti che conteggia, dai quali non si evince di che cosa si tratti, se non in quelli dell’elenco in cui viene richiamata la delibera. Uno è relativo alle vicende della ditta Beccari srl per i rifiuti. Uno, pare di capire, relativo all’attacco informatico registratosi a fine 2020. Un caso è la denuncia al nostro giornale per avere esercitato il legittimo diritto-dovere di cronaca dando conto di atti ai quali avevamo regolarmente chiesto l’accesso ed eravamo stati autorizzati, ma che per il governo dovevano rimanere segreti; un altro è la denuncia a “Serenissima” per articoli ritenuti lesivi.

Non è dato sapere -sempre a voler evidenziare la chiarezza e trasparenza nelle risposte del governo- cosa riguardino gli altri sei esposti. Dato di fatto è che la risposta non è completa. Neppure nel risalire a quanto possa essere costato, o costerà, l’attivismo giudiziario del Congresso di Stato. Dice infatti il governo: “Non è possibile effettuare una quantificazione. Si rammenta che, come sottolineato nelle risposte precedenti, nel momento in cui si viene a conoscenza di sospetti di attività illecite si è tenuti a eseguire le segnalazioni e fugare ogni dubbio in ordine alla liceità delle azioni e delle condotte rappresentate nelle segnalazioni. Gli agenti dei tre Corpi di Polizia che compongono il Nucleo Interforze di Polizia Giudiziaria, hanno il compito di svolgere indagini e ogni altra attività disposta o delegata dall’Autorità Giudiziaria. Tali agenti, pur appartenendo ai rispettivi Corpi di Polizia con i conseguenti vincoli gerarchici e disciplinari, dal punto di vista operativo lavorano alle dirette dipendenze del Magistrato. L’informazione circa i costi sostenuti per l’attività giudiziaria e le giornate uomo utilizzate, dunque, non è disponibile e non può essere fornita dal Congresso di Stato”.

Da un lato, la solerzia nel fare esposti è ritenuta doverosa, dall’altro pare un dovere che si affievolisce di fronte casi trattati evidentemente con maggiore indulgenza, come quello della responsabile della comunicazione che deride il ministro di un altro stato, o come quello delle presunte molestie da parte dell’ex Reggente sul quale, al termine del semestre, lo stesso Segretario agli Interni aveva annunciato in conferenza stampa azioni e provvedimenti dei quali, ad oggi, non si ha notizia, né da dichiarazioni pubbliche né da delibere.

 

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

 

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy