Interpellanza a risposta scritta su La7 ‘Exit’

Interpellanza a risposta scritta su La7 ‘Exit’

Il servizio andato in onda venerdì 28 maggio all’interno della trasmissione di La7 “Exit” ha messo in luce una dura realtà di fronte alla quale molti continuano a non capire.
Nonostante i tanti proclami, le dichiarazioni solenni da parte di governo e maggioranza circa il cammino pieno e convinto che San Marino sta facendo sulla strada della trasparenza, alla prova dei fatti, la realtà mostra invece che ancora proseguono operazioni spregiudicate e attività al di fuori della legalità.
Lo scandalo cosiddetto “licenzopoli”, che ha evidenziato una situazione in cui professionisti, funzionari, intermediari gestivano le procedure di rilascio delle licenze in spregio alle regole e alle disposizioni di legge, si è concluso senza l’individuazione e la punizione dei colpevoli, ma con una sostanziale assoluzione generalizzata, per giunta fatta ricadere sulla prassi di un sistema privo di controlli efficaci.
L’immagine che ne è uscita è quella di un Paese che presta il fianco a operazioni truffaldine e senza alcun beneficio di sorta, messe in piedi al solo scopo di frodare il fisco italiano.
Trascorso qualche mese, l’inchiesta condotta dai giornalisti di La7 mostra che queste situazioni a dir poco imbarazzanti sono tutt’altro che cessate, e anzi con estrema disinvoltura proseguono come prima.
Unitamente a questo, va considerato che il Tribunale continua ad essere sprovvisto di indispensabili strumenti di indagine come le intercettazioni telefoniche e telematiche senza le quali diventa impossibile ogni azione investigativa volta a contrastare reati finanziari anche gravi come truffe, frodi, riciclaggio e altri.
Nonostante già da giugno 2009 sia stata approvata una importante legge in materia di intercettazioni telefoniche, il Governo non ha ancora adottato protocolli operativi adeguati al fine di assicurare la fattibilità concreta delle operazioni di intercettazione, considerato che per eseguire una disposizione a carico di un gestore straniero, avente cioè sede fuori territorio, è indispensabile procedere con apposita rogatoria presso le autorità giudiziarie estere competenti.
Nella scorsa legislatura si era definita una bozza di intesa con il Ministero della Giustizia italiano proprio per procedere rapidamente in questa direzione ma, ad oggi, dopo le elezioni avvenute in entrambi i Paesi, non risulta che siano stati fatti passi in avanti su questo terreno.

Per questi motivi interpello il Governo per sapere:

– se ha intenzione di procedere all’individuazione di quegli operatori economici fuorilegge che, oltre a porsi al di fuori della legalità, ledono l’immagine della Repubblica con attività che compromettono la credibilità dell’intero sistema;

– se e con quali strumenti intende rafforzare i controlli da parte degli uffici competenti;

– quante siano state le operazioni di intercettazione operate dal Tribunale Unico nell’ambito di procedimenti penali aperti per i reati previsti dalla legge 98/2009

– qualora non fosse ancora operativa, come intende implementare la legge sulle intercettazioni dando ad essa piena attuazione;

– se intenda sottoscrivere accordi internazionali e in quali ambiti, al fine di raggiungere una maggiore collaborazione nel campo della Giustizia, ivi compresa la problematica delle intercettazioni telefoniche.

San Marino, 1 giugno 2010

Ivan Foschi

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