(DIRE) San Marino, 28 apr. – Se non si affronta la questione
esterovestizione e residenza fiscale, San Marino non potra’
uscire dalla grey list dell’Ocse. Quindi, dice l’opposizione, il
governo sammarinese deve prendere in mano la situazione.
L’Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione tornera’ ad
esaminare la grey list, e quindi anche la posizione di San
Marino, in giugno. Ma perche’ nella dichiarazione congiunta di
Italia e Titano firmata i primi di aprile, non si parla di
esterovestizione e di residenza fiscale? Dopo l’accordo di
cooperazione tra le due Repubbliche firmato dai due ministri
degli Esteri, Franco Frattini e Antonella Mularoni e, nell’attesa
che i due governi trovino una quadra sull’accordo
economico-finanziario, i consiglieri del Psd, Silvia Cecchetti e
Alfredo Manzaroli hanno presentato alla Segreteria istituzionale
una interpellanza sulla questione.
Il problema nasce dal fatto che la Repubblica di San Marino si
e’ impegnata a adottare gli stardard Ocse del 2005 con un
documento redatto pochi giorni prima della compilazione delle
liste che certificano i buoni o cattivi comportamenti finanziari
degli Stati del mondo. In quelle lettere, pero’- cosi’ come nel
documento di intenti firmato con l’Italia- scrivono i consiglieri
del Psd, si parla di convenzione bilaterale contro le doppie
imposizioni ma “nulla si precisa circa l’adozione di criteri
comuni ai due Paesi nella definizione di ‘residenza fiscale’
delle persone giuridiche e di ‘stabile organizzazione'”. Il fatto
e’ che esiste una “stretta interconnessione dell’economia
sammarinese a quella italiana”.
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- Su esterovestizione e residenze fiscali a San Marino, interpellanza Psd