Intervento sulle naturalizzazioni. Alberto Mino

Intervento sulle naturalizzazioni. Alberto Mino

I progetti di legge sulla naturalizzazione sono discriminatori!
 
“Consilieri, fermatevi e riflettete sui diritti delle persone!” La cittadinanza deve essere riconosciuta come un diritto una volta raggiunti gli anni di residenza previsti, e non una tanutum per grazia ricevuta!
17 Febbraio 2012 – A San Marino la politica, o gran parte di essa, continua imperterrita nella discriminazione delle persone in materia di diritti civili, e non solo. Lo si evince in entrambi i progetti di legge presentati in prima lettura sulla naturalizzazione della cittadinanza sammarinese, che sono a dir poco indicibili se non vergognosi per uno stato che vanta 17 secoli di storia e che si auto-proclama “Antica terra della libertà”. I progetti prevedono la “concessione” della cittadinanza in via straordinaria dal Consiglio Grande e Generale (una tantum, bontà loro), con 30-25-18-15-10-5 anni di residenza fissa a San Marino, a seconda dei casi, ma il problema non è questo: la discriminazione è non avere l’automatismo che metterebbe tutti alla pari, un volta raggiunto il periodo di dimora che deve essere fissato con legge ordinaria.
Ricordiamo che l’ultima volta che sono avvenute le naturalizzazioni è stato nel 2000, con 30 anni di residenza, come prevede la legge ancora in vigore. In quell’anno, ci sono state persone che magari avevano 29 anni di residenza, ma non potevano fare la domanda. Ebbene, queste stesse persone, che sono state ad un passo dal poter diventare sammarinesi nel 2000, dovranno aspettare fino al 2013, quando le nuove norme produrranno effetti, per avere la cittadinanza, e allora avranno maturato 42 anni, a fronte dei 30 anni previsti! Questo è veramente paradossale e discriminatorio; quando un cittadino matura gli anni previsti deve poter avere di diritto la cittadinanza, senza dover aspettare la prossima concessione del Consiglio! Un cittadino residente, una volta maturato il diritto alla cittadinanza, deve sentirsi fiero di diventare cittadino sammarinese, perché si sente uno di noi e fa già parte di fatto della nostra comunità.
L’altro elemento ancora più grave è la costrizione, di fatto, a giurare il falso, come è accaduto in passato. Cito dai testi di legge in  prima lettura: chi aspira alla naturalizzazione deve dichiarare, all’atto del giuramento, sotto la sua responsabilità civile e penale, di “non essere in possesso di altre cittadinanze”, ma lo sanno anche i morti che diversi Stati non concedono la cancellazione della cittadinanza o, se lo fanno, ci sono pratiche lunghe, complesse e costose. Provate a chiedere ai nostri oltre diecimila emigranti o residenti fuori territorio se negli Stati che li ospitano ci fossero queste norme, quanti disagi in più dovrebbero affrontare…
Quello che a San Marino purtroppo esiste è un conservatorismo fondamentalista che ha pochi eguali nel mondo, ed è questa situazione che non ci permette di essere una comunità moderna, progredita e riformista degna della nostra storia. So benissimo che queste considerazioni gran parte della nostra classe dirigente non le condivide, ed è proprio per questo che il nostro Paese è ancora molto lontano dall’essere una società che mette i diritti delle persone al primo posto. Con questa mentalità non si può certo entrare nell’Unione Europea e non si hanno i requisiti per essere tenuti in considerazione negli organismi internazionali. Anzi, da decenni coltiviamo la “cultura” del denaro, dell’egoismo individuale, raggiungibili in tutti i modi leciti e meno leciti non importa, tanto è che mafie, criminalità organizzata e malaffare sono diventate realtà che vengono minimizzate da chi gestisce il potere, per pura conservazione della poltrona.
 Io chiedo che su questi temi e valori si apra un dibattito e un confronto serio fra i cittadini, partendo proprio dai due progetti di legge che riguardano tutti: cittadini e naturalizzandi. Ecco perché dico ai Consiglieri: fermatevi un momento e coinvolgete i cittadini, tanto siete in ritardo da decenni, qualche mese in più per riflettere non fa nessun danno. Mi auguro che ci sia la possibilità di ampliare il confronto su questo tema fondamentale.
 
ALBERTO MINO
(nato a San Marino, cittadino naturalizzato nel 1984 dopo 47 anni).

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