Intervista a Biagio Bossone, La Voce di Romagna San Marino

Intervista a Biagio Bossone, La Voce di Romagna San Marino

SAN MARINO – Biagio Bossone, presidente Banca Centrale, come vede la
proposta
di avviare, parallelamente all’accordo Iccrea, un sistema interbancario
sammarinese? “L’accordo con Iccrea e Icbpi non è sostitutivo di un
sistema
sammarinese, che esiste e funziona, sebbene ci siano miglioramenti che
dovremo effettuare. San Marino ha una rete interbancaria nazionale sulla
quale quotidianamente le 12 banche sammarinesi e Banca Centrale si
scambiano
flussi. L’accordo serve alle banche sammarinesi per consentire di
continuare
a operare nel sistema dei pagamenti italiano, dando modo alle banche
italiane
di assolvere ai propri obblighi rispetto alla normativa italiana sul
riciclaggio.
Esso è il frutto di un lavoro importante, svolto da Banca Centrale per
le banche e con le banche sammarinesi, in una fase che vede San Marino
al centro di forti pressioni internazionali per rendere il proprio
sistema
finanziario più trasparente. Banca Centrale ha fatto ciò negoziando con
gli istituti italiani che tramitano le operazioni di pagamento fra
controparti
italiane e sammarinesi – Iccrea e Icbpi – affiancando le due
associazioni
bancarie, le banche sammarinesi e interloquendo con Banca d’Italia e
l’ABI
su tutti i punti dell’accordo. Negli ultimi tre mesi c’è stato un
notevole
impegno per trovare una convergenza a livello tecnico che rispondesse
appieno
alle esigenze manifestate dall’autorità di vigilanza italiana alle due
banche tramitanti. La cooperazione con Banca d’Italia è stata
essenziale”.
E che ruolo svolgerà Banca Centrale? “Un ruolo attivo e delicato: ha
accettato
di operare da veicolo dei flussi informativi tra banche italiane e
sammarinesi,
attraverso la creazione e gestione di un’anagrafe elettronica che
accentrerà
e trasmetterà informazioni tra banche segnalanti e richiedenti, e ha
assunto
la responsabilità di garantire il controllo della qualità del flusso
informativo
interbancario. L’accordo, che ha richiesto l’emanazione di un apposito
decreto legge, è frutto di una collaborazione fra Banca centrale,
governo
e sistema bancario sammarinesi e segna la volontà di allinearsi ai paesi
che portano avanti con fermezza la lotta ai fenomeni di riciclaggio di
denaro e di finanziamento al terrorismo”. Allora come spiega questa
compagna
anti San Marino, e perché sulla Svizzera c’è minore pressione? “Parlare
di campagna anti-San Marino mi pare esagerato e, soprattutto, dà un
ruolo
e un peso alla Repubblica sullo scenario finanziario internazionale che
francamente non ha. Svizzera e San Marino hanno qualche similitudine, ma
molti parallelismi sono decisamente improponibili. La Svizzera ha una
tradizione
bancaria con centinaia di anni; è sede di colossi mondiali come Ubs e
Crédit
Suisse, multinazionali… I paragoni, dati alla mano, non reggono. Ciò
che invece è evidente è che i tempi sono cambiati: gli avvenimenti
finanziari
del 2008 e la pesante recessione in atto, hanno indotto la comunità
internazionale
a non rendere più accettabili alcune legislazioni che hanno originato in
alcuni casi situazioni di criticità. Tuttavia, in materia di segreto
bancario
e di trasparenza, va detto che San Marino dovrà chiedere che gli
standard
siano uguali per tutti i paesi, senza discriminazioni fra grandi e
piccoli,
forti e meno forti. Un’azione coordinata con paesi che condividono
medesimi
interessi da difendere, in modo da fare fronte comune, potrebbe essere
auspicabile”. Tolto il segreto bancario, quali motivi restano per venire
a depositare i propri risparmi a San Marino, visto che non è nemmeno
piazza
finanziaria? ““Una volta colte, le opportunità si moltiplicano” (Sun
Tzu).
Quanto accaduto ci deve fare riflettere sul modello di sviluppo del
sistema
finanziario sammarinese, che non può essere basato sul segreto bancario.
Ci sono elementi di competitività che un sistema deve cogliere e le
piccole
dimensioni danno l’opportunità di avere più flessibilità e di cogliere
possibilità di sviluppo di nicchia che, in assoluta trasparenza e nel
rispetto
delle best practice internazionali, è possibile conseguire”. Qual è il
suo progetto? “Parlare di progetti ad appena due mesi dal mio arrivo è
prematuro. Tuttavia il sistema futuro dovrà essere aperto all’ingresso
di operatori di grande reputazione internazionale; dovrà puntare
all’eccellenza
e saper assistere le imprese locali a crescere all’estero, ma dovrà
anche
saper offrire servizi ad alto valore aggiunto per attrarre flussi di
risparmio
internazionali da reinvestire nei mercati internazionali. Insomma, un
piccolo
centro d’eccellenza, che punta sulla capacità e sulla conoscenza. Ciò
non
toglie che la capacità d’attrazione possa anche avvalersi di una
fiscalità
vantaggiosa che l’economia reale sammarinese e la gestione
macroeconomica
sapranno preservare. Ma sarà necessario: stipulare accordi di
cooperazione
con altri paesi e avviare un progetto di comunicazione per riposizionare
la propria immagine in ambito economico-finanziario internazionale, la
cui mancanza ho rilevato sin da quando avevo rapporti istituzionali con
San Marino da Washington”.

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