Intervista a Enrico Carattoni di Area Democratica: valutazione del voto, nomine giudici

Intervista a Enrico Carattoni di Area Democratica: valutazione del voto, nomine giudici

“Serve riflessione profonda in SSD per ripartire verso aggregazione riformista”

Ieri, Area Democratica in un comunicato ha espresso al propria posizione dopo che è emersa una volontà di accelerazione sulla costituente di Libera. Gli esponenti di Area Dem, tra l’altro, chiedono al proprio partito, Ssd, di aprire una riflessione sull’esito elettorale e sul percorso da intraprendere. Riflessione e confronto necessari. Ne è convinto uno degli esponenti più rappresentativi della corrente, Enrico Carattoni.

Come valuta il risultato delle elezioni? “Sicuramente il vero vincitore dalle ultime elezioni è a tutti gli effetti la Democrazia Cristiana, mentre c’è stato un risultato sotto le aspettative per le altre principali liste in corsa. Credo purtroppo che il precedente governo e la precedente maggioranza non siano stati in grado di interpretare la grande la voglia di cambiamento che gli elettori avevano manifestato nel 2016, e questo deve essere un tema di riflessione prioritario per chi ne ha fatto parte”.

Che aspettative ha sul governo appena insediato? “Sarebbe poco opportuno giudicare l’operato di un governo insediato da poche ore. Credo che l’atteggiamento più corretto sia quello di valutare il nuovo Esecutivo sulla base dei provvedimenti e delle riforme che porterà in Aula evitando critiche strumentali. Allo stesso tempo però si possono fare delle valutazioni già a partire dall’assegnazione delle deleghe. In primo luogo, almeno a mio avviso, non è chiaro il motivo dello scorporamento della delega degli Affari politici da quella degli Affari esteri. A San Marino infatti non esiste la figura del primo ministro, ma per prassi la Segreteria di Stato per gli Affari Esteri ha sempre avuto anche la delega agli Affari politici. Oggi non è più così e vedremo questo cosa comporterà in termini operativi e soprattutto in termini di leadership del Governo”.

In realtà però un primo atto la maggioranza lo ha già fatto designando i nuovi Giudici del Collegio Garante… “Questo è il primo atto della nuova maggioranza, imposto ancor prima che il Governo si insediasse, e trovo sia un atto di una gravità inaudita. Dalla sua prima formazione infatti il Collegio Garante, è sempre stato composto tenendo conto degli equilibri fra maggioranza e opposizione. Per la prima volta una maggioranza invece ha pensato di indicare tutti i nominativi per quelle cariche, senza confrontarsi con le opposizioni. Alla faccia dell’autoreferenzialità di Adesso.sm. Vorrei però far riflettere sul fatto che il Collegio Garante della Costituzionalità delle Norme, non è una commissione o un ente qualsiasi, ma l’organo chiamato, fra l’altro, a giudicare sulla costituzionalità delle leggi, sull’ammissione dei quesiti referendari e sui conflitti di attribuzione fra i poteri dello stato. Insomma le prerogative del Collegio sono vitali per il corretto funzionamento delle istituzioni e per garantire un equilibrio fra le stesse. Evitare un confronto politico su queste nomine, temo finirà per svilire la funzione stessa di questo organo, a prescindere dai nomi di rilievo oggettivamente messi in campo”.

Lei alle ultime elezioni politiche non si è candidato,contribuendo a formare la corrente interna al suo partito (SSD) Area Democratica. Lo rifarebbe? “Assolutamente si. Libera così come è stata impostata non ha raggiunto gli obbiettivi che si era preposta, ha perso molti voti e oggi si trova all’opposizione. Le perplessità e le critiche che muovevamo ai vertici di SSD prima delle elezioni, oggi assumono ancora più significato dopo il voto dell’8 dicembre. Purtroppo il progetto di Libera è stato accelerato in maniera forzata evitando di affrontare dei temi vitali per una formazione politica, come ad esempio quello dell’identità e della collocazione politica. Questo ha ingenerato molta incertezza ed ha causato un ricorso massiccio all’astensionismo o al voto nullo. Credo però che il progetto di avvicinamento fra SSD e Civico 10 vada coltivato, perché comunque è innegabile come ci siano dei valori comuni che possono trovare la condivisione di tanti. Il problema come al solito è di metodo, e quindi risiede nel capire se si vogliono affrontare i principali nodi che hanno portato all’insuccesso di Libera e quindi se c’è la disponibilità a raccogliere il messaggio che hanno dato gli elettori”.

Che cosa farete adesso quindi? “Io al momento posso parlare a titolo personale, ma credo di interpretare il messaggio di diverse persone che chiedono di avviare una riflessione profonda dentro SSD, e ripartire dal nostro movimento politico pensando però ad una aggregazione che abbia una forte impronta progressista e riformista, che si dovrà confrontare quindi anche con tutte quelle formazioni che oggi non sono all’opposizione, ma che con noi condividono un insieme di valori e di ideali e che da sempre hanno proposto ricette analoghe alle nostre. Per fare questo però dobbiamo partire da un’analisi seria e franca del risultato delle elezioni”.

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