Masi: più controllo
sulla Cassa di Risparmio
Abbiamo intervistato Tito Masi al termine di un suo lungo confronto con l’attuale Presidente della Cassa, Leone Sibani, prima del suo colloquio ufficiale con il Presidente di Banca Centrale Biagio Bossone. Nel bel mezzo, insomma, del suo giro di insediamento.
Quali linee guida intende seguire Tito Masi per la gestione della Fondazione, quella che spesso è definita la ‘undicesima Segreteria’?
“Innanzitutto diciamo che la presidenza della Fondazione è senz’altro un ruolo importante, ma non può certo essere equiparato a una Segreteria di Stato. E’ importante perché le vicende e le scelte della Cassa di Risparmio hanno una ripercussione diretta sulla vita del Paese, come purtroppo hanno dimostrato le recenti vicissitudini. Ritengo che la Fondazione debba continuare a svolgere le funzioni di promozione culturale, sociale ed economica che hanno sempre caratterizzato la sua attività, ma il primo compito, che va senza dubbio accentuato, deve essere quello di esercitare la responsabilità di socio unico della Cassa di Risparmio, svolgendo un’azione sempre più incisiva ed efficace di controllo e di indirizzo nei confronti del primo istituto di credito della Repubblica.”
Il Presidente Sibani ha recentemente affermato che non è escluso che la Cassa rimanga proprietaria di una quota del venticinque per cento del capitale di Delta.
“Per quanto riguarda Delta il primo obiettivo che la Fondazione e la Cassa intendono perseguire è la dismissione delle quote. Si tratta di una scelta obbligata, nel rispetto delle richieste di Banca d’Italia. Se poi si tratterà di una dismissione totale o parziale vedremo: queste sono ipotesi che non sono ancora state definite”.
Le due fondazioni bancarie, la vostra e l’Ente Cassa di Faetano, rivestono un compito fondamentale nella vita sociale del Paese.
“In effetti sia la Fondazione San Marino – SUMS sia l’ECF svolgono un ruolo di primo piano, soprattutto per le iniziative di carattere culturale. Un impegno che noi confermiamo, ovviamente tenendo conto delle difficoltà del periodo. Ma io credo che le Fondazioni possano dare anche un contributo in ambito economico, per l’individuazione e l’approfondimento di strategie per l’uscita dalla crisi che sta attanagliando il Paese. Un contributo di idee importante come non mai oggi che San Marino è chiamata a disegnare nuove strategie di sviluppo economico”.