Intesa per il Paese, conferenza stampa. Agenzia Dire Torre 1

Intesa per il Paese, conferenza stampa. Agenzia Dire Torre 1

PSD. PS-UPR: BENE APERTURE
GIUNTE DA CONGRESSO
 CELLI: LAZZARINI DIMOSTRA CONSAPEVOLEZZA DELLA
CRISI DEL PAESE  Partito socialista e
Unione per la Repubblica
“registrano con favore i segnali di apertura giunti dal congresso del
Partito dei socialisti e dei democratici” della scorsa settimana. La
seconda assise del secondo partito di maggioranza, conclusasi sabato scorso con
l’elezione del nuovo segretario, Marina Lazzarini, esponente dell’area
democratica, e il conseguente ritiro della candidatura da parte di Gerardo Giovagnoli,
viene dunque salutata con favore dagli ex compagni di partito e dai loro nuovi
alleati. Durante una conferenza stampa, infatti, il segretario del Ps, Simone
Celli, guarda con favore alle aperture arrivate dall’intervento di Giovagnoli,
dal dibatitto congressuale, dalla mozione conclusiva e anche dall’intervento
del neo segretario, che ha dimostrato “consapevolezza della situazione del
Paese”, aprendo un “ragionamento politico sulle larghe intese”.     Quelle larghe intese auspicate gia’ a
partire dal finale della scorsa legislatura da Ps e Upr. “Noi- conclude
Celli- siamo disponibili al dialogo e al confronto, ma sulle istanze che stiamo
portando avanti. Noi abbiamo una nostra linea”.


  
CRISI. PS-UPR NON CAMBIANO IDEA: SERVONO LARGHE INTESE
 “CRISI SI AGGRAVA MA GOVERNO E’ IMMOBILE;
SI’ A REFERENDUM SU UE”

  Dopo
“un’estate rumoreggiante” per la maggioranza e “un autunno
ancora tutto da decifrare”, la via d’uscita dalla crisi per San Marino
e’, come gia’ altrove, un’ampia coesione politica, che travalichi gli attuali
confini parlamentari stabiliti dalle urne. Insomma larghe intese. Partito socialista
e Unione per la Repubblica
tornano sul refrain della fine della scorsa legislatura.
   
Con la differenza che la piccola Repubblica sta peggio di allora. La
certificazione e’ arrivata dalle “ripetute manifestazioni” dei giorni
scorsi, illustra alla stampa il capogruppo Upr, Giovanni Lonfernini. Nel Paese
c’e’ un gran movimentismo che contrasta con il “totale immobilismo del governo”.
I sammarinesi vivono ormai in uno “stato d’ansia, c’e’ una forte
consapevolezza della gravita’ della situazione”.
 D’altronde, prosegue Lonfernini,
“il livello di vita si e’ radicalmente abbassato” e l’esecutivo non
e’ in grado di invertire la rotta, “naviga a vista”, andando anche a
favorire, con la riforma tributaria, “lo scontro tra categorie di lavoratori”.
Questa “inerzia”, attacca il capogruppo, e’ “ingiustificabile,
mancano risposte”, a partire dalla legge per lo sviluppo che e’
“ferma al palo” a causa dei “veti incrociati interni alla
maggioranza su scelte comunque minimali”. Inutile allora, segnala
Lonfernini, che quei “simpatici” dei Noi sammarinesi scrivano note in
cui scaricano sull’Ufficio di presidenza la responsabilita’ del ritardo nei
progetti di legge sullo sviluppo. A decidere l’ordine dei lavori del Consiglio
e’ il governo e gli Ns “sono in maggioranza, ospiti della lista maggioritaria.
Dunque si rivolgono nelle loro critiche a San Marino Bene comune
e dunque a loro stessi”. In questo scenario, conclude la sua analisi,
“evocare altri scioperi e’ pericoloso, serve una soluzione politica di
emergenza”. Quella che il presidente del Ps, Augusto Casali, chiama
“un grande ombrello, che tenga sotto tutte le forze politiche con
tradizione e cultura di governo”. L’attuale esecutivo non ha infatti un progetto
ed e’ andato “oltre le aspettative piu’ negative”, conferma Casali.
Ha accumulato “ritardi enormi”, per esempio sulla spending review,
bocciando per “falso moralismo” la proposta di una sanatoria
edilizia che, assieme alla cessione dei frustoli, avrebbe garantito introiti
per 20 milioni di euro.
 Cosi’ come sul circuito di pagamenti
attraverso la Smac
che avrebbe una platea di due milioni di turisti. Ancora non si vedono le
dogane sammarinsi, politiche fiscali mirate su certi prodotti, l’Iva, “non
per prendere altri soldi ma per essere competitivi”, una politica per gli
investimenti, che coinvolga anche il corpo dipolomatico. “E’ tutto fermo,
anche sul riordino delle forze di polizia e sul pacchetto antimafia”,
attacca l’ex segretario di Stato per la Giustizia, sembra che “la politica nel Paese
sia morta”.
    Purtroppo, gli fa eco il segretario Ps,
Simone Celli, l’esecutivo “non ha coraggio”, neppure sulla spending
review.
 Finora e’ stata fatta “solo qualche
sforbiciata, niente di strutturale. Serve invece un piano di aggressione agli
sprechi”, dalle pensioni d’oro alle indennita’ non giustificate, passando
per appalti e forniture. Di fronte all'”ansia drammatica” che attanaglia
il Paese, ragiona Pier Marino Menicucci dell’Upr, diventa un
“momento di speranza” il referendum del 20 ottobre sull’Ue, per il
quale oggi si apre la campagna. Ps e Upr sono schierate per il Si’. Infatti,
spiega, “solo facendo domanda di ingresso si puo’ mettere in moto una
tratttiva seria per arrivare a una scelta realmente consapevole”.     Fa
dunque “strano” che la
Democrazia cristiana inviti i suoi lettori alla scheda
bianca. “Significa- ribadisce Menicucci- mettere in discussione la nostra
sovranita’. Solo mettendosi al tavolo con l’Ue potremo capire quale scelta
fare, non facendo studi tra di noi”. Nessuna indicazione, ma liberta’ di
scelta ai cittadini, infine, sul secondo referendum, quello “salva-stipendi”.


 .    
BANCHE.
CRRSM, PS-UPR: MOLTO PERPLESSI, FUORI LE INFO
 CELLI: SU NUOVO
CDA VA COINVOLTO CONSIGLIO GRANDE E GENERALE

L’operazione di ricapitalizzazione
della Cassa di risparmio, contenuta nella variazione al bilancio 2013, solleva
forti preoccupazioni nella coalizione Intesa per il Paese. Che chiede a governo
e maggioranza le necessarie informazioni, altrimenti mettera’ in campo una
“dura contrapposizione” al provvedimento. Partito socialista e Unione
per la Repubblica
non sono quindi disposti a “fare sconti”, ammonisce il segretario Ps,
Simone Celli, ricordando alla stampa che il rafforzamento patrimoniale della
Cassa da 85 milioni di euro, tramite emissione di titoli di debito pubblico per
105 milioni, segue il precedente intervento da 60 milioni. In tutto, dunque, lo
Stato si espone verso il primo istituto di credito del Paese per oltre 140
milioni. Non si tratta, prosegue Celli, di “creare allarmismi, la Cassa ha un’importanza
strategica, e’ l’istituto dei sammrinesi”.


   
Tuttavia “il governo e’ reticente e il Consiglio non ha in mano le
informazioni necessarie a comprendere la portata dell’operazione”. Senza
dimenticare, sottolinea, che “per la prima volta si certifica debito
pubblico”. Dunque “per ora” i due partiti rimangono “molto
critici e perplessi”, dato che “per lo Stato non ci sono le dovute
garanzie”. Degli 85 milioni, spiega Celli, uno solo viene utilizzato per
sottoscrivere capitale sociale della banca, mentre i restanti 84 finiscono in
un fondo per un eventuale, futuro aumento delle quote. Lo Stato, insomma, “avra’
una piccola parte nel capitale sociale”. Non solo. Il Parlamento
sammarinese e’ completamente all’oscuro del piano poliennale di recepimento
messo a punto dall’istituto di credito.
 Infine c’e’ anche “un problema di
governance”. Secondo Celli e compagni, infatti, la nomina del prossimo cda
della banca non deve essere solo governativa, va coinvolto anche il Consiglio: “Maggioranza
e opposizione devono potere incidere sulle scelte”.
 Se il panorama non cambiera’, termina il
segretario, “non faremo sconti. Vogliamo garanzie altrimenti sara’ dura
contrapposizone.
 Non abbiamo pregiudiziali sulla messa in
sicurezza della banca, ma vogliamo tutti i dettagli”.  Ps e Upr tornano infine a chiedere un dibattito
generale in Aula sul comparto bancario sammarinese, su cui il segretario di
Stato per le Finanze, Claudio Felici, ha gia’ dato disponibilita’. “Quando
si entra in una banca non ci sono piu’ file e un Paese senza economia non
vive”, lamenta Pier Marino Menicucci dell’Upr, sottolineando che le
manifestazioni che hanno riempito le piazze negli ultimi giorni andrebbero
fatte “anche davanti a Banca centrale”, rea di avere “soffocato”
il sistema. Sul Titano infatti le banche si chiudono e cosi’ il Paese si
impoverisce.



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