“Io, a Londra per caso nel giorno della morte della Regina Elisabetta”. Il racconto di Alan Gasperoni

“Io, a Londra per caso nel giorno della morte della Regina Elisabetta”. Il racconto di Alan Gasperoni

Londra è stata la meta del mio primo viaggio da solo, del primo viaggio con quella che poi sarebbe diventata mia moglie e del primo viaggio di mia figlia quando aveva solo sei mesi. A Londra ho lavorato per la mia prima Olimpiade e su Londra, per i motivi più svariati, ho viaggiato oltre 30 volte negli ultimi 20 anni. L’ultima ieri, quando dopo una breve visita a Stonehenge (che invece non avevo mai visto) siamo tornati “in the city”. Un viaggio a Londra non è mai banale, questa volta lo sarà ancor meno delle altre.

Ciò che è accaduto è noto al mondo, così come nota è la storia della Regina più longeva di sempre, salita al trono giovanissima e cresciuta insieme alla sua terra. La monarca che ha insegnato la democrazia al mondo, che ha viaggiato per unire terre lontane fra loro non solo geograficamente e ha sopportato ogni momento difficile personale e del suo Paese. Iconica, sognata e sognante, colorata, ironica, gentile ma dura quando è servito, madre e nonna di una Nazione prima ancora che di una famiglia, stimata e rispettata, riverita dal mondo e dai potenti. Ha attraversato un secolo senza mai subirne i cambiamenti, ha visto Papi, Presidenti, Imperatori e gente comune, tanta gente comune, quella che oggi affolla la piazza di Buckingham Palace per renderle omaggio, un omaggio che anche noi che casualmente ci troviamo qui, proveremo a portare, in silenzio, vicino alle migliaia di inglesi che compostamente piangono e ammettono di sentirsi un po’ più soli.

Che strano questo 8 settembre a Londra.

Poco dopo le 15 sul treno che da Salisbury porta a Waterloo, scrollando le news sul nostro cellulare abbiamo letto il primo statement che parlava della Regina Elisabetta in condizioni critiche. Poco prima, dal pulpito della cattedrale che ospita l’originale della Magna Carta, ci era sembrato di ascoltare l’invito di un uomo a pregare per la Regina, ma non avevamo dato peso a quell’iniziativa. All’arrivo a Londra abbiamo scelto di salire sulla London Eye, principale attrazione turistica della città, dove ero stato una sola volta e, lo ammetto, se non fosse stato per le richieste insistenti di mia figlia non sarei mai più tornato… Dalla cabina della celebre ruota abbiamo scattato due foto che a riguardarle ora regalano più di un’emozione: quella del cielo grigio e della pioggia su Westminster e quella dell’arcobaleno su Buckingham Palace, entrambe le potete vedere sui miei social. Al rientro in hotel, consci come un po’ tutto il mondo, che qualcosa sarebbe potuto accadere da un momento all’altro, abbiamo piazzato la TV sulla BBC e poco dopo, all’ora della doccia, è arrivata la notizia che i media di tutto il mondo hanno rilanciato.

Her Majesty Queen Elizabeth II has died.

 

Non so come considerare questa coincidenza, io, innamorato da sempre di Londra, io che mi sono commosso durante la Cerimonia d’Apertura delle Olimpiadi 2012 quando ha annunciato il via ai Giochi dopo la celebre gag con James Bond, io che amo follemente l’Inghilterra, la sua storia e le sue tradizioni mi trovo qui, nel giorno della scomparsa della Regina Elisabetta. Da giornalista potrei parlare di “incontro con la storia” e sentirmi come quei ragazzi che inconsapevolmente passeggiavano per Berlino quando i loro coetanei hanno cominciato ad abbattere il muro, in realtà un po’ come tutti sono spaesato dall’essere così al centro del mondo nel giorno dell’addio di una donna che per quanto ci si possa spingere in la con la mente sapevamo tutti fosse lì, con la sua corona o i suoi cappelli, con i suoi vestiti sgargianti e la manina alta a salutare.

 

Fuori piove da 2 giorni, le lacrime degli inglesi spariscono sotto la pioggia. Non sono e non sono mai stati caciaroni, sfilano in silenzio e non è difficile immaginare che le sceneggiate più “rumorose” siano quelle dei turisti che si sono trovati casualmente a Londra, oggi. Come noi.

Londra, dove il cielo grigio-tristezza normalmente non fa notizia, ma oggi è un po’ più grigio.

 

The Queen is dead, God save the king.

 

da Londra – Alan Gasperoni

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy