Italia Oggi
Antiriciclaggio, il fisco dichiara guerra a San Marino con un blitz in 16 banche – Gdf ed Entrate setacciano le banche
Cristina Bartelli
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Quarto blitz della guardia di finanza e dell’Agenzia delle Entrate presso banche nazionali, 78, e due fiduciarie. Obiettivo? Verificare il rispetto degli obblighi di legge finalizzati a identificare la clientela e rintracciare movimentazioni finanziarie illecite destinate alla Repubblica di San Marino. Per la Rocca la situazione è resa ancora più difficile dalla manovra corretti-va appena varata, che istituisce una nuova black list per i paesi che non hanno un adeguato scambio di informazioni ai fini fiscali e antiriciclaggio. Agli operatori italiani sarà impedito qualunque tipo di rapporto professionale continuativo con residenti in quei paesi.
Un altro blitz di Guardia di Finanza e Agenzia delle entrate in sedici W banche (78 filiali e 2 fiduciarie italiane) in sei regioni (Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Toscana e Lazio). Si tratta di banche e fiduciarie italiane, nei precedenti casi invece gli occhi del fisco si erano appuntati sulle filiali estere o comunque su banche italiane sul confine ad esempio con la Slovenia o con l’Austria. Gli accessi hanno avuto l’obiettivo di verificare il rispetto degli obblighi di legge finalizzati all’identificazione della clientela. La novità rispetto agli altri interventi di questo tipo è che le antenne degli 007 fiscali si sono drizzate dopo che erano già state attivate operazioni di contrasto all’evasione fiscale internazionale, alle frodi Iva carosello e al riciclaggio dei relativi proventi. Le attività illecite dell’indagine madre avevano come scopo delle movimentazioni finanziarie illecite che prendevano la strada della repubblica di San Marino. Ora con l’indagine figlia, il fisco italiano vuole verificare l’ulteriore correttezza e completezza delle informazioni che gli intermediari sono tenuti a comunicare all’archivio dei rapporti finanziari. Gli intermediari che dovessero risultare inadempienti rischierebbero indagini finanziarie e ulteriori verifiche. Con questa nuova operazione salgono a 260 (erano 182 nel febbraio 2010) le filiali di banche estere e non controllate da Guardia di finanza e fisco, dal settembre 2009. ll controllo sul corretto adempimento degli obblighi di segnalazione dei rapporti con la clientela è funzionale al contrasto più ampio degli illeciti fiscali internazionali. Facendo queste verifiche, infatti, il fisco italiano acquisisce informazioni per sviluppare poi ulteriori filoni investigativi per dare la caccia ai patrimonio illecitamente portati all’estero.
L’Archivio dei rapporti. Un cervellone dove sono censiti oltre 950 milioni di rapporti, secondo i dati di febbraio 2010 dell’amministrazione finanziaria, a cui si aggiungono 90 milioni di soggetti che hanno effettuato operazioni extra-conto. I soggetti tenuti a inviare i dati sono circa 13 mila. Tra questi nel settembre 2009 sono state ricomprese anche le filiali estere delle banche italiane e degli altri intermediari finanziari residenti nel nostro paese.
Nelle note diffuse dall’Agenzia delle entrate si fa riferimento alla normativa riciclaggio. Per il dlgs 231/07 all’articolo 36 sugli obblighi di registrazione si stabilisce infatti che i dati e le informazioni registrate anche nell’archivio informatico anti riciclaggio sono utilizzabili ai fini fiscali.
Negli accessi precedenti le banche visitate dal fisco hanno avuto come caratteristica comune quella di gravitare nell’orbita di San Marino, mentre nel caso delle banche slovene le analisi avevano individuato non solo le filiali di banche slovene ma anche gli intermediari italiani risultati acquirenti di banche slovene con interessi in Italia.