Ivan Foschi sul fallimento del Governo

Ivan Foschi sul fallimento del Governo

Durante la campagna elettorale il Patto per San Marino ci ha bombardato con la sua propaganda finalizzata a dipingere un Paese sull’orlo del baratro e che solo loro sarebbero stati in grado di salvare semplicemente ponendo facce nuove ai vertici del Governo.

A parte il fatto che a trionfare sono state le vecchie facce, molte delle quali responsabili dello sfascio degli anni ’90, vera origine di tutti i problemi che ancora oggi scontiamo, è a tutti evidente che non è stato fatto alcun passo avanti nella risoluzione dei problemi e che ci troviamo in una situazione decisamente peggiore.

Da sei mesi ascoltiamo la stessa cantilena degli accordi con l’Italia la cui firma “è questione di giorni” salvo poi assistere a clamorose smentite. La maggioranza continua a non volerne mostrare i contenuti rifugiandosi dietro la scusa ormai improponibile di non volere “dispiacere” ai nostri interlocutori. Quale danno si può arrecare discutendo pubblicamente un accordo che l’Italia ha già saldamente nelle mani? La verità è che la maggioranza sa benissimo che gli accordi possono costituire un punto di non ritorno e che su quelli potrebbe concretizzarsi il fallimento a tempo di record del centrodestra.

Non paghi di avere consentito (compiacenti?) lo smantellamento della Cassa di Risparmio con atteggiamenti a dir poco scandalosi, ora stanno per abbattere un altro pilastro della nostra economia, andando cioè a sottoscrivere la resa senza condizioni alla Guardia di Finanza italiana.

Qualcuno cerca di consolarsi con le fuoriuscite dal PSD, ben sapendo che questo non implica di per sé un rafforzamento del Patto. Al contrario, il malcontento si è già evidenziato più volte, dapprima quando l’ordine del giorno di sostanziale sfiducia a Gatti ha fatto perdere tre voti alla maggioranza, fino all’ultima seduta in cui il Governo è stato politicamente battuto su una proposta proprio degli ex PSD – essendo il risultato 25-25 viziato da 4 assenze nella minoranza – senza dimenticare che nel Consiglio di giugno in ben tre occasioni la maggioranza si è salvata per un solo voto, cadendo invece due volte in Commissione Esteri. Tutti questi episodi in così breve tempo possono essere dunque liquidati come mere casualità?
Riteniamo invece che i problemi siano ben presenti in una maggioranza che naviga a vista, smaniosa di conseguire un risultato di immagine in politica estera che segnerebbe però la classica vittoria di Pirro poiché sarebbe la fine del sistema San Marino e la rinuncia alla nostra sovranità.

Maggioranza che ha come unico progetto l’occupazione del potere e che ha ripreso a dilapidare le risorse dei Cittadini, fatto ancora più grave se si pensa alla crisi in atto, basti vedere i 4 milioni di euro spesi in soli 6 mesi per consulenze, eventi e pubblicità.

Non possiamo tuttavia non rilevare come a fronte dello strapotere del duo di Palazzo Begni, siano state “normalizzate” le componenti minori del Patto, a partire dalla stessa AP che dopo una stagione al calor bianco in cui non voleva nemmeno parlare di un numero contingentato di residenze oggi si “scopre” favorevole a concederle a chi vuole investire in Repubblica, senza timori di volere svendere il Paese come sembrava volessero tutti gli altri. Dopo mesi di battaglie sulle antenne NPS sembra essersi dissolto nell’etere, dimentico delle 3.000 firme a cui aveva promesso di agire immediatamente per riportare le TLC in mano pubblica eliminando onde e tralicci.

Noi Sammarinesi hanno saggiamente abbandonato la battaglia per la trasparenza e il rinnovamento mandando in soffitta i poster con i dinosauri visto che quelli sono ormai alleati irrinunciabili per stare al Governo. I Moderati, che dovevano essere la “sentinella” del Governo, sembrano essere rimasti chiusi dentro alla guardiola: chi si ricorda ancora delle furibonde battaglie con tanto di cartelli contro il “casinò strisciante” di Rovereta che oggi anche grazie ai Moderati ha un direttore proveniente da un casinò vero e proprio e continua a macinare introiti? Per non parlare della “tolleranza zero” contro abusivismo e lavoro nero che sembra essersi fermata sulla soglia di qualche Segreteria di Stato.

C’è bisogno di coerenza, ed è già ora di pensare ad una nuova stagione di vero rinnovamento e non di restaurazione, che rimetta in discussione l’intero quadro politico e ci consenta presto di lasciarci alle spalle il fallimento di questo Governo che, dopo avere tradito le promesse fatte meno di un anno fa, ha già iniziato il suo lento declino.

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