l’ Associazione Pro Bimbi chiede che venga previsto l’esonero dalle rette scolastiche

l’ Associazione Pro Bimbi chiede che venga previsto l’esonero dalle rette scolastiche

ASSOCIAZIONE PRO BIMBI CHIEDE CHE VENGA PREVISTO L’ESONERO DALLE RETTE SCOLASTICHE
E’ di questi giorni la forte polemica suscitata dall’invio alle famiglie sammarinesi della comunicazione da parte delle Direzioni didattiche in merito al pagamento della refezione scolastica e alle nuove procedure previste dal Decreto Delegato 7 Agosto del 2014 n.131 per l’eventuale riscossione degli importi non versati. La recente normativa prevede infatti l’iscrizione d’ufficio al ruolo di debitori dopo 30 giorni dal mancato pagamento e la riscossione coattiva degli importi, maggiorati di interessi e diritti fino ad arrivare, in extrema ratio, anche al pignoramento dei beni mobili ed immobili delle famiglie debitrici.
La Direzione Didattica ha dunque inteso informare in modo capillare le famiglie sulla nuova procedura, mettendo in guardia sulle conseguenze del mancato e tempestivo pagamento.  
E’ doverosa però una riflessione: il Paese vive ormai da anni la più grave crisi economica e occupazionale dal dopoguerra. Centinaia le aziende che hanno chiuso i battenti. Lavoratori lasciati a casa, in mobilità o in disoccupazione che vanno ad infoltire le ormai chilometriche liste dell’ufficio di collocamento. Un Sistema Paese che stenta a ripartire. Quali sono in questi anni i provvedimenti emessi a favore dei nuclei familiari numerosi, monoreddito, o in condizioni di forti difficoltà economiche? E quei pochi che ci sono dopo quanto tempo giungono alle famiglie che ne hanno fatto richiesta?
Qualche anno fa vennero praticamente raddoppiati gli importi per la refezione scolastica. Adeguamenti necessari e rimandati da tempo, si disse. Vero. Ma si era agli albori di una crisi economica della quale si cominciavano già a intravedere i primi segnali.  Associazione Pro Bimbi si oppose con forza  a tale provvedimento poiché non prevedeva alcun distinguo, nè per chi aveva più di un figlio, nè in relazione alla fascia di reddito. Da allora in poi nessun serio atto legislativo mirato ad attenuare le difficoltà economiche nelle quali sempre più famiglie sono venute a trovarsi: nessuno sconto, nessun condono, nessuna possibilità di dilazionare i pagamenti (come accade ad esempio per i centri estivi, che devono essere saldati per l’intero importo al momento dell’iscrizione). Per non parlare poi dell’eliminazione della mutuabilità delle cure termali, ancora in parte garantita nella vicina Italia, o dei continui tagli al settore scolastico ai quali ci opponemmo con forza, evitando che venisse data piena attuazione a quanto previsto nella legge finanziaria del periodo nero della spending review.  
Come porsi allora di fronte a questa ennesima beffa? Perché solo una beffa riteniamo essere il recente provvedimento oggetto della comunicazione inoltrata alle famiglie sulla riscossione coattiva degli importi non versati per la refezione scolastica. Rassicurano poco i comunicati della Segreteria all’Istruzione, circa il fatto che anche a fronte di un mancato pagamento non ci sarà alcuna ripercussione sul bambino e la sua normale frequenza scolastica, perché l’iter per la riscossione farà comunque il suo corso, con tutte le conseguenze del caso.
Un provvedimento che stride: stride con le decine e decine di milioni di monofase non riscossi dallo Stato, stride con il fatto che non siano ancora previste rette differenziate in base al reddito, che non ci sia possibilità di esonero per le famiglie in accertata condizione di disagio e magari già seguite dai nostri servizi, stride con i dati, incalzanti, dei sempre meno iscritti alle liste d’attesa per l’accesso ai nidi, servizi considerati essenziali per una società che consenta a entrambe i genitori di essere operativi nel mondo del lavoro, ma ai quali si accede sempre meno anche in forza del fatto che la retta è e rimane troppo alta per chi un lavoro l’ha appena perso o stenta a trovarlo.
Vogliamo davvero continuare ad accanirci contro le famiglie? Il calo della natalità e la recente notizia delle sempre più numerose famiglie che si rivolgono alla Caritas non sono già un segnale abbastanza forte da far determinare una seria inversione di rotta nelle politiche economiche e sociali di questo Stato?
L’insensatezza del provvedimento che contestiamo è evidente, specialmente in un periodo storico come quello attuale, dove oltre al protrarsi della crisi occupazionale e socio economica, persiste la logica di farla pagare indistintamente a tutti anziché scovare e colpire direttamente solo i “furbetti”.
Associazione Pro Bimbi chiede pertanto che tutte le forze politiche e le autorità competenti intervengano con tempestività, fin dalla prossima legge di bilancio, per una seria politica di welfare a favore delle famiglie e per ideare criteri per l’esonero totale o parziale dalla retta, facendosi quindi garante della possibilità di accedere ai servizi essenziali alle famiglie sammarinesi più in difficoltà, senza per questo vedersi pignorare lo stipendio o la casa.

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