La Dc prova a ricompattare il Patto per San Marino

La Dc prova a ricompattare il Patto per San Marino

FISCO. RIFORMA, DC RICHIAMA ALLEATI A VERIFICA INTERNA.  LONFERNINI (PDCS) A NPS: “SCONGIURARE FINE ANTICIPATA DEL PATTO”
 La nave del Patto rischia di arenarsi sul serio sullo scoglio della riforma fiscale. Ma “il Paese non puo’ permettersi una prematura campagna elettorale”, ammonisce da via delle Scalette Teodoro Lonfernini, presidente del primo partito di maggioranza. Eppure, “se la situazione interna al Patto dovesse perdurare- continua lo scudocrociato- porterebbe alla fine della coalizione in via anticipata”. Con la fosca previsione Lonfernini tira le somme del passaggio di un’anticiclone politico quanto mai pericoloso per la tenuta di maggioranza e governo.     Nelle ultime settimane infatti, complice l’avvicinamento tra democristiani e Psd, il Patto e’ stato ferito dal fuoco amico, in particolare di Nps. E proprio in un momento delicatissimo: nel corso dello scontro con i sindacati sulla riforma tributaria, il cui passaggio consiliare e’ imminente. Dopo le parole del segretario di Stato Augusto Casali sulla morte del Patto, si temono infatti defezioni in Aula. E se il segretario del Pdcs, Marco Gatti, nei giorni scorsi ha chiesto una presa di posizione all’area socialista, per tutta risposta oggi Erik Casali, vice segretario dei nuovi socialisti, mette in dubbio il sostegno al provvedimento fiscale. Di fronte al tira e molla di Nps, Lonfernini perde la pazienza, tanto da chiedere un faccia a faccia ad hoc con gli alleati. “E’ necessario- manda a dire- che il nostro partito metta in atto un confronto serrato con tutti coloro che quattro anni fa hanno sottoscritto il Patto per San Marino”. E il confronto deve partire proprio “attorno al lavoro sulla riforma fiscale e tributaria- aggiunge- senza esclusione di alcuna componente della maggioranza”.
    Il momento e’ infatti troppo delicato: “La situazione interna e esterna deve far riflettere”, ammonisce il presidente del parlamentino Dc. Non ci si puo’ prendere una pausa nel processo di cambiamento del Paese, proprio “per dimostrare continuita’ e coerenza- motiva- anche al nostro privilegiato interlocutore internazionale, la vicina Repubblica italiana”. Per questo, il partito guida del Paese “e’ oggi piu’ che mai chiamato a muoversi in prospettiva- prosegue- dando avvio ad alcune priorita’ di intervento”, a partire dalla riforma fiscale. Ma per riuscire nell’obiettivo, “il Pdcs deve aggregare forze e movimenti di ispirazione popolare, liberale, cattolica e democratica”.
 Rinsaldare quindi “un grande centro” che, una volta costruito, potra’ dialogare con il Psd, una di “quelle forze appartenenti all’area progressista-democratica”.    

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