La libera professione medica all’interno dell’Iss sta per diventare legge. Su

La libera professione medica all’interno dell’Iss sta per diventare legge. Su

In queste ore il Consiglio si appresta a rendere legge la libera professione medica all’interno dell’Istituto per la Sicurezza Sociale. Con questo provvedimento si apre il libero mercato della salute e si traccia una linea di separazione all’interno del sistema sanitario: da una parte i pazienti più ricchi, disposti a pagare, ai quali vengono offerte cure all’avanguardia, dall’altra i mutuati: per loro, disinteresse e poco altro.
L’argomento forte del governo è l’aumento della produttività della struttura     ospedaliera e una maggiore professionalizzazione dei medici. Su questi obiettivi siamo tutti d’accordo. Ma non è trasformando lo stato sociale in uno stato di profitto che li si raggiunge. Per esempio si sarebbero potuti fare degli accordi con le aziende sanitarie del circondario per l’accesso dei loro assistiti  ai servizi ISS, così come già avviene con il reparto di dialisi o di terapia intensiva.
Le manovre del governo sulla salute non si fermano qui. Infatti, in questi giorni si leggono sui giornali preoccupanti anticipazioni sul prossimo piano sanitario. La linea è semplice: introduzione del ticket, poche visite e del tutto indispensabili, e ancora meno ricette.
L’Istituto per la Sicurezza Sociale, la più grande conquista di sempre, è sotto attacco. L’ISS ci ha portato a essere il primo Stato europeo, assieme all’Inghilterra, ad avere già nel 1955 la sanità universale, l’ospedale pubblico e le farmacie pubbliche. È un riparo per chi sta male, per gli anziani, per i disagiati, per tutti quelli che devono affrontare una stagione difficile della propria vita. Assiste, soccorre, cura, accudisce, aiuta. L’ISS è uno spazio di condivisione, di solidarietà vera. Se il governo intende davvero mettere in ordine i conti pubblici, che cominci dall’evasione fiscale e contributiva, dagli sprechi, da una seria lotta alla criminalità organizzata, dall’inefficienza amministrativa e dalla corruzione diffusa. E tenga giù le mani dal diritto alla salute!
Un’ultima nota riguarda le dichiarazioni rilasciate dal Segretario alla Sanità, Francesco Mussoni, sui costi per la cura delle assistenti a persone non autosufficienti. Al di là dei toni irriguardosi – certamente dovuti a un errore di comunicazione – verso una categoria lavorativa che svolge un ruolo preziosissimo e di insostituibile sostegno alle famiglie, quel che va chiarito è se l’assistenza sanitaria la si possa considerare un diritto per tutti, oppure no. Pertanto, prima di un qualsiasi intervento normativo che vada a penalizzare chi rappresenta un tassello importante del sistema socio-sanitario, chiediamo che l’Authority conduca una valutazione complessiva rispetto a eventuali abusi o storture.
Sinistra Unita

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