LA RIAPPACIFICAZIONE
Il nostro movimento sta portando avanti già da qualche tempo un percorso di confronto e pacificazione del Paese che riteniamo imprescindibile, dopo gli ultimi due anni di guerriglia a tutti i livelli, per riuscire a portare a compimento le riforme importanti che servono per rendere sostenibile in ottica futura il bilancio pubblico.
E’ un percorso che rivendichiamo con forza e che ha come unico obiettivo il bene di un Paese martoriato da una politica litigiosa e strumentale, alla perenne ricerca del consenso e della acquisizione del potere.
Questo percorso di riappacificazione ha permesso di gestire una crisi bancaria con i giusti toni, e permetterà – ce lo auguriamo – di fare chiarezza finalmente su tutte le responsabilità politiche che stanno dietro ai dissesti bancari che hanno devastato i conti pubblici ai primi anni 2000 ad oggi.
Questo percorso, però, non può e non deve diventare strumento per rivoltare frittate o mascherare responsabilità, nascondere la polvere sotto al tappeto.
CARA “DC” NON ABBIATE LA MEMORIA CORTA
L’intervento conclusivo di Giancarlo Venturini alla Festa dell’Amicizia, in questo senso, è decisamente gattopardiano.
Stride il passaggio con cui Venturini lancia dei dubbi sul fatto che siano state avviate azioni di responsabilità nei confronti degli amministratori delle banche coinvolte nei dissesti. Perché noi l’abbiamo fatto prontamente, mentre i governi di cui la Democrazia Cristiana faceva parte certamente no.
Fa sgranare gli occhi il passaggio con cui si addossa all’attuale governo la responsabilità della fuga dei medici a cui è stato messo un freno proprio grazie all’attività della Segreteria di Stato condotta da Franco Santi e dalla Legge sulla Dirigenza Medica approvata da questa maggioranza. Una fuga dei medici iniziata proprio quando al Governo c’era anche Giancarlo Venturini e il suo partito era quello che teneva le redini della maggioranza.
Una risposta la merita anche l’altra, palese, falsità con cui Venturini, fregandosene dei dati pubblici e non di parte, che qualunque cittadino può consultare sul sito dell’Ufficio Statistica, dichiara che San Marino si trova in piena recessione.
Raccontare un Paese allo sbando è strumentale a chi fa opposizione, è chiaro, ma addirittura proclamare una recessione economica quando tutti i dati economici sono positivi, dopo settimane in cui sono arrivati prima i numeri di un mondo del lavoro che vede una riduzione del tasso di disoccupazione interno, una crescita importantissima degli occupati totali e degli investimenti delle imprese sul territorio (molto più che negli anni scorsi), è a dir poco surreale.
Mentre l’economia nella vicina Italia è prossima alla stagnazione. Le imprese sammarinesi continuano a credere e a investire nel nostro sistema, perché il nostro sistema e le norme che anche questo governo e la Segreteria condotta da Andrea Zafferani ha varato – vedi la detassazione degli utili reinvestiti –continuano ad essere attrattivi.
La verità è che il peso che oggi si porta appresso il Paese è duplice: quello pesantissimo dei dissesti bancari – anche di quelli emersi negli ulitmi due anni e mezzo – nati a causa di amministratori incapaci e/o intrallazzati con una politica che ha concesso licenze a pagamento negli anni della piazza finanziaria senza regole, quello di un’amministrazione pubblica estremamente rigida e di un sistema di welfare nati in anni di vacche grasse e risorse illimitate, che oggi richiede sempre più risorse per essere mantenuto.
Va tutto bene? No. Si poteva e si può fare di più? Assolutamente sì. Si può sempre fare meglio.
Ma nelle analisi bisogna essere seri con i cittadini perché loro non hanno la memoria corta.
ASSUMIAMOCI TUTTI LE NOSTRE RESPONSABILITÀ
E’ su queste sfide che dobbiamo confrontarci in un percorso di condivisione più ampia possibile, ricercando le soluzioni più adeguate al nostro contesto territoriale e sociale, ma senza fare il gioco delle tre carte con i cittadini sammarinesi facendo passare per salvatori della Patria, magari, i principali responsabili dei danni che i nostri figli saranno chiamati a pagare. Assumiamoci tutti le nostre responsabilità.
Civico10