Pier Roberto De Biagi di NQ Rimini San Marino (www.nqnews.it): Verso le elezioni – Dai buoni propositi per la “moralizzazione” alle lacune della politica estera e finanziaria fino all’inevitabile stretta sugli sprechi /
Dai programmi elettorali il quadro preciso della San Marino che non va
Sei – e dunque
tanti – i programmi per
il prossimo appuntamento
elettorale. Un’anomalia che
non riscatta certo la politica
e che, semmai, interpreta lo
smarrimento e la frustrazione
di un intero Paese.
Senza considerare che con
undici liste e tre coalizioni
non del tutto omogenee si
rischia l’ingovernabilità, se
non la balcanizzazione.
Con quegli stessi programmi
relegati nel novero dei
buoni propositi, così come i
loro temi più frequenti. A
partire dall’emergenza morale,
dalla corruzione, dalla
malavita organizzata che si
è radicata anche qui, con
ramificazioni nel mondo
della politica e degli affari,
che non di rado coincidono.
E dalla corsa frenetica alla
primogenitura di provvedimenti
specifici -non immuni
da resistenze-, nonostante
ben si sappia che
quel che conta sono soprattutto
la disponibilità ad attuarli,
le condotte coerenti,
la trasparenza vera. Che
tuttora mancano. Poi il nodo
irrisolto della politica
estera, frutto principalmente
di una gestione maldestra
ed estemporanea, che
però dovrà diventare il cardine
della rigenerazione di
un Paese il cui sistema economico
e finanziario si dimena
nella crisi più profonda
che abbia mai conosciuto.
E il tentativo -logoro- di
far ricadere le responsabilità
maggiori del disastro su
una pubblica amministrazione
ridondante e sprecona
non pare altro che la foglia
di fico per coprire le
cattive abitudini della politica
e per legittimare, almeno
per qualcuno, imprecisate
“misure strutturali per
il contenimento e la riduzione
degli oneri retributivi
e per una gestione flessibile
e meritocratica del personale”.
Neppure rassicura il bisogno
di “una immissione
di risorse finanziarie
straordinarie”, mentre impressiona
la recente raccomandazione
del Fondo Monetario
Internazionale a
“tener d’occhio la crescita
dello stock del debito”, perché
“San Marino è oggi al
18% del Pil, ma per effetto
del crescente gap che si sta
creando tra la dinamica
delle entrate (in flessione
del 30%) e quella delle spese
(ridotte soltanto del 17%)
questo stock potrebbe arrivare
nel 2017 al 30% e portarsi
in una zona pericolosa”.
A cui segue invito “a
mettere in cantiere una modifica
del sistema d’imposizione
che potrebbe implicare
anche l’introduzione dell’IVA”.
Che peraltro quasi
tutti dicono di volere. Però,
a dispetto dei silenzi o, peggio,
delle rassicurazioni di
maniera della maggioranza
uscente, il FMI ci dice in
faccia una verità: per la prima
volta in assoluto ci troviamo
a fare i conti con il
debito pubblico, stimato in
250 milioni di euro e oltre,
destinati a raddoppiare fra
meno di cinque anni. Per
l’angoscia delle generazioni
future e con buona pace
della San Marino da bere!